PIACENZA – UN BALLO IN MASCHERA – ottobre 2016

PIACENZA – UN BALLO IN MASCHERA – ottobre 2016

Progetto OPERA LABORATORIO 2016

GIUSEPPE VERDI

UN BALLO IN MASCHERA

Melodramma in tre atti su libretto di Antonio Somma

Direzione: Donato Renzetti

Regia: Leo Nucci

Personaggi e Interpreti:

  • Riccardo, conte di Warwick governatore di Boston: Vincenzo Costanzo, Ivan Defabiani (5)
  • Renato, creolo, suo segretario e sposo di Amelia: Mansoo Kim, Ernesto Petti (5)
  • Amelia, moglie di Renato: Susanna Branchini, Clarissa Costanzo (5)
  • Ulrica, indovina di razza neraAgostina Smimmero, Ekaterina Chekmareva
  • Oscar, paggio: Natalia Labourdette, Paola Leoci
  • Silvano, marinaio: Giovanni Tiralongo
  • Samuel, nemico del conte: Mariano Buccino
  • Tom, nemico del conte: Cristian Saitta
  • Un giudice/Un servo di Amelia: Raffaele FeoSalvo PIRO, regista collaboratore
    Carlo CENTOLAVIGNA, scene
    Artemio CABASSI, costumi
    Claudio SCHMID, luciORCHESTRA GIOVANILE LUIGI CHERUBINI
    CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
    Corrado CASATI, maestro del coroCoproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Comunale di FerraraNUOVO ALLESTIMENTO

un ballo in maschera piacenza 2016“Los aficionados de todo el mundo cada vez mas me comentan: non se ne può più”. Palabra de Leo Nucci el que, no satisfecho de su faceta de baritono incombustible, se dedica en el Teatro Municipale de Piacenza – serà un caso que sean todas mujeres las que allì mandan?- a la puesta en escena: “Deberia vivir cien anos mas tan solo para aceptar todas las ofertas que ahora me surgen como metteur en scene”. Esta es la definiciòn que Nucci prefiere. La regia? Està en el libreto y sobretodo en la musica. El trabajo es siempre el de partir de allì, sacando polvo donde lo haya, pero evitando el protagonismo que conllevan las mamarachadas del Regie Theater a la alemana.

un ballo in maschera piacenza 2016Polemico, incansable y siempre entusiasta Leo: el teatro es su vida. Eso sì, su fiel esposa Adriana le sigue de cerca. “Cuantos Balli he interpretado en mi vida?” vaya pregunta para uno que ha perdido la cuenta de Rigoletto. “Este montaje” ha costado 50.000 euros y estamos muy orgullosos de lo que hemos logrado“. Incluyendo el salon de baile que cada noche provoca una ovaciòn al subir el telon: decorado de Carlo Centolavigna, vestuario de Artemio Cabassi, iluminacion de Claudio Schmid. “Verdi no era ningun ingenuo”  continua Nucci “hay una amistad entre Oscar y Riccardo que supera la de el paje con su dueno, pero todo eso hay que dejarlo a la suspicacia del publico, sin exceder. Boston? Pero en los tiempos de la guerra de indipendencia norte americana. Los ingleses y por supuesto el Conde, son los opresores“.

En fin, una producciòn tradicional, pero con muchos matices. En perfecta sintonia desde el podio Donato Renzetti, toda una garantia, y la excelente orquesta “Luigi Cherubini”, muy bien el coro preparado magistralmente por Corrado Casati y mucha ilusiòn y buen cantar en el reparto, dominado por el emergente tenor Vincenzo Costanzo, de voz gratisima: otro con 25 anos y que promete. A su lado la vehemente Amelia de la soprano Susanna Branchini, el optimo baritono koreano Mansoo Kim, Renato y Ekaterina Chekmareva, Ulrica. No podia faltar una “madrilena bonita” excelente cantante: Natalia Labourdette, sencillamente ideal Oscar. Muy bien todos los demas todos saludados con vivas y bravos al bajar el telòn.

Alle poche righe che saranno pubblicate sulla spagnola Opera Actual – purtroppo la carta patinata costa sempre di più e quindi giorno dopo giorno si riduce lo spazio su quella stampata – vorrei aggiungere, oltre che la forse superflua “autotraduzione” all’italiano, qualche altra considerazione.

un ballo in maschera piacenza 2016“I fan di tutto il mondo sempre più spesso mi confessano: “non se ne può più”. Parola di Leo Nucci che, non soddisfatto del ruolo di baritono incombustibile, è il regista di questo Ballo al Teatro Municipale di Piacenza – sarà un caso che siano tutte donne quelle che lì comandano? – “Dovrei vivere altri cento anni solo per accettare tutte le offerte che ora mi fioccano come metteur en scene “. Questa è la definizione che preferisce Nucci. La regia? E’ già scritta nel libretto e soprattutto nella musica. Il lavoro parte sempre da lì. Va rimossa la polvere, dove se ne trovi, di una certa convenzione che ha fatto il suo tempo, ma evitando quel protagonismo estremo del regista che è poi il fine primo ed ultimo del Regietheater tedesco.”
Polemico, Leo è instancabile ed entusiasta: il teatro è la sua vita. Tenuto d’occhio dalla fedele moglie Adriana, che lo segue sempre e da vicino: “A quanti Balli ho partecipato nella mia vita?” Come rispondere alla domanda di chi ha perso il conto delle esecuzioni di Rigoletto. “Questa produzione ha un costo di 50.000 euro e sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo ottenuto “. Includendo il salone del ballo, nell’ultima scena, che ogni sera è accolto da un’ovazione quando si alza il sipario: scene di Carlo Centolavigna, costumi  di Artemio Cabassi, illuminazione Claudio Schmid. “Verdi non era un ingenuo” continua Nucci “C’è una amicizia tra Oscar e Riccardo che va al di là del rapporto affettuoso del paggio con il suo signore, ma tutto ciò che deve essere lasciato all’ intuito del pubblico, senza forzare la mano con inutili sottolineature. Boston? Sì, certo, ma ai tempi della guerra d’indipendenza degli stati nordamericani, gli inglesi, compreso il Conte, sono gli oppressori “.
un ballo in maschera piacenza 2016Infine, si è vista una produzione tradizionale, ma ricca di sfumature. In perfetta armonia, dal podio Donato Renzetti costituisce sempre una garanzia a capo dell’eccellente orchestra “Luigi Cherubini“; così pure il coro preparato magistralmente da Corrado Casati. Grande entusiasmo e buon canto nel cast, dominato dal tenore emergente Vincenzo Costanzo, di gratissima voce, un altro 25enne che promette bene. Accanto a lui la veemente Amelia del soprano Susanna Branchini, l’ottimo baritono koreano Kim Mansoo, Renato e Ekaterina Chekmareva, Ulrica. Non poteva mancare una “Madrilena bonita”, la si è trovata nell’eccellente cantante Natalia Labourdette, perfetto Oscar. Bene tutti gli altri tutti accolti con applausi e grida di “bravo“ alla ribalta finale.

Siamo di fronte ad un altro caso di “miracolo all’italiana”, e sempre in “provincia”, con la certezza che, ormai, la vera provincia, intesa nel senso diminutivo, si aggiri a pochi passi dal Duomo e dalla Galleria milanesi.

Accedemia, sì, ma finalizzata a formare e a dare un’occasione autentica e tangibile a chi vi partecipa. Preparazione seguita con amorevole cura e non con il prefisso di trovare “bassa manovalanza” tra i giovani cantanti, da pagare con l’equivalente di un pasto risicato e tenendoli in stallo.

E sebbene il mezzosoprano Ekaterina Chekmareva, pure accolta da sinceri e calorosi applausi, non sia parsa un’Ulrica ideale per l‘assenza di un suono più compatto in zona grave, le va riconosciuta la tenuta musicale, la precisa preparazione e la bella interpretazione.

un ballo in maschera piacenza 2016Sono piaciuti pure, e molto, i due promettenti bassi: Mariano Buccino, Samuel e Cristian Saitta, Tom. Molto bene anche il Silvano cantato dal baritono Giovanni Tiralongo, già ascoltato quale vigoroso Germont e Dulcamara nella compagnia low cost di VoceAllOpera di Gianmaria Aliverta; sonoramente efficace, nella doppia caratterizzazione di Primo giudice e di Un servo di Amelia, il tenore Raffaele Feo.

Della regia vorrei aggiungere che m’è piaciuta molto l’idea di fare di Ulrica in una maga dedita alla macumba e ad altri riti afro-americani, compresa la scena della ragazza -bionda e bianca!- curata dalle possessioni demoniache; ottima l’idea di  aggiungere tra la nobiltà l’elemento frivolo ed effeminato, in contrasto con la realtà dei congiurati cospiratori e, soprattutto degli schiavi opressi. Un particolare felicissimo quello di sfruttare due elementi emergenti del coro per la figurazione, sia dello scrivano nell’antro di Ulrica, che della fedele Mommy, ispirata ovviamente al film Via col vento, di servizio in casa di Renato che si rivela, come il Red di Gable, disposto per vendetta più che per interesse a passare da una parte politica all’altra senza troppi scrupoli.

Uno spettacolo, in conclusione, che speriamo di rivedere di nuovo e spesso sulle scene, oltre alle prossime recite nell’Emilia.

Andrea Merli

 




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