LAS PALMAS DI GRAN CANARIA: Il matrimonio segreto – Domenico Cimarosa, 23 aprile 2024

LAS PALMAS DI GRAN CANARIA: Il matrimonio segreto – Domenico Cimarosa, 23 aprile 2024

IL MATRIMONIO SEGRETO

Domenico Cimarosa


Direttore LORENZO COLADONATO
Regia DANIELE PISCOPO

Personaggi e Interpreti:

  • Gerónimo  RUBÉN AMORETTI
  • Carolina  GIULIANA GIANFALDONI
  • Paolino  MAXIM MIRONOV
  • Elisetta AITANA SANZ
  • Fidalma  OLGA SYNIAKOVA
  • Conde Robinson  FERNANDO CAMPERO 

ORQUESTA FILARMÓNICA DE GRAN CANARIA

NUEVA PRODUCCIÓN ACO

 

 

Teatro Pérez Galdós, 23 aprile 2024


Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

 Messo in scena la prima volta al Burgtheater di Vienna il 7 febbraio del 1792 Il matrimonio segreto ottenne un successo talmente strepitoso che, per volere  dell’imperatore Leopoldo II in persona, finita l’opera fu immediatamente rimessa in scena. Se su questo leggendario aneddoto – un bis di oltre tre ore e mezza è poco credibile – si possono sollevare plausibili dubbi, di certo è una delle poche opere buffe settecentesche, assieme alle più fortunate due della Trilogia Mozart – Da Ponte Le nozze di Figaro e Così fan tutte, a essere rimasta sempre in repertorio, seppure la sua presenza, in considerazione della sempreverde freschezza teatrale e musicale, non sia coì frequente come sarebbe auspicabile.

Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

A Gran Canaria approda per la prima volta nel corso della 57 stagione ACO (Amigos Canarios de la Ópera) de è subito trionfo. A dire il vero alla “prima” c’erano purtroppo molte poltrone vuote – certo non per le precedenti Bohème e Tosca che hanno registrato il “tutto esaurito” – ma il pubblico presente, coinvolto e divertito dalla bellezza dell’opera, dalla brillante esecuzione musicale e dalla spiritosissima, disinvolta regia, ha molto gradito dilungandosi in sostenuti applausi, già in corso d’opera ed insistento in ripetute chiamate alla ribalta finale.

Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

Brillante esecuzione orchestrale, sotto la guida efficace e sicura del Maestro Lorenzo Coladonato il quale ha mantenuto un eccellente ritmo narrativo, procedendo ad una lettura integrale dello spartito con solo – inevitabili a queste latitudini ed in terra straniera – accorciamenti dei recitativi, per altro più che sufficienti per l’azione teatrale, tagli indolori nella sapiente chirurgia. L’orchestra Filarmonica di Gran Canaria, qui ridotta alle dimensioni necessarie per un ordito musicale che pare un merletto di Burano, ha fornito un’ottima prova, per chiarezza e trasparenza dei vari settori, ben individuabili, pur trovando i colori della commedia e della spensieratezza.

Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

Scenicamente non si poteva far di meglio, in considerazione del luogo e del fatto che si tratta di una produzione fatta in casa: l’arte del riciclo dovrebbe essere applicata più spesso anche nei grandi teatri, là dove si spendono centinaia di migliaia di euro, per non dire milioni, molto spesso buttati via dopo poche recite con risultati, il più delle volte, molto discutibili. In questo caso Daniele Piscopo, che ormai è di casa a Las Palmas dove più di una volta ha saputo trarre le castagne dal fuoco, coadiuvato da Claudio Martin per i costumi e da Juan Alberto Gonzáles “Juan” per le luci e proiezioni, ha sfruttato parte delle scene di un precedente Don Pasquale, con poche aggiunte di attrezzo – tra cui un carrello per liquori anni 60 che personalmente comprai in un mercatino dell’usato a 10 euro quando si mise in scena proprio l’opera di Donizetti per la regia di Renato Bonajuto – realizzando uno spettacolo che non si esagera a definire perfetto, e per la dinamica dell’azione scatenata, con ammiccamenti molto opportuni anche a programmi TV (per tutti “C’è posta per te” con l’arrivo del postino in bicicletta) e cinematografici, mantenendo però una cifra assolutamente originale. Il passaggio da interno, la casa di Don Geronio, ad esterno, il giardino con parcheggiata la Fiat 600 del Conte Robinson, l’idea di rendere Paolino un giardiniere tutto fare ed Elisetta una giovane isterica, schiava dei “social” e perennemente in lotta per mantenere la forma fisica, si sono rivelati efficacissimi. Ciò che ha completato la quadratura del cerchio è stata, durante la sinfonia, la proiezione di film muto con didascalie che anticipava la trama e dove si scopriva che la vedova vogliosa zia Fidalma aveva, in realtà, avvelenato il marito: nel film impersonato dal regista stesso!

Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

Insomma, uno spettacolo che per originalità e modernità, intesa nel rispetto assoluto e anzi nel potenziamento delle situazioni teatrali ivi comprese quelle romantiche e nostalgiche, meriterebbe navigare… oltre oceano!

Bel gioco di squadra quello del cast in cui tutti debuttavano le rispettive parti: il Don Geronio, comico ma non caricato, ha trovato nel basso Rubén Amoretti un’ampiezza sonora che ha ricordato quella tracimante del grande Fernando Corena (a dispetto di chi ha sempre criticato il basso svizzero: lo dico per conoscenza di causa avendolo sentito in teatro) con buona scioltezza nel canto di agilità e, soprattutto, una grande ed immediata comunicativa. Spiritosissima la Elisetta del 24enne soprano Aitana Sanz, già apprezzata Olympia in precedenti Contes d’Hoffmann, molto applaudita dopo la sua aria, irta di difficoltà, del secondo atto. Centratissima la Fidalma del mezzosoprano Olga Syniakova, dotata di una bella, importante voce e scatenatissima scenicamente. Giuliana Gianfaldoni, soprano nella parte di Carolina, esibisce una voce ricca di armonici, fluida e di bel timbro, che sa amministrare con tecnica già rifinita in mezze voci, esibendo un ottimo legato e pregevoli messe in voce. Decisa, e anche romantica in scena, s’intuisce che il suo volo sarà per ruoli più lirici, ma già così è parso un lusso poterla ascoltare. Chi risulta adorabile, stilisticamente, vocalmente e scenicamente perfetto, è il Paolino di Maxim Mironov, dal timbro tenorile chiaro, personale, delicato, ma anche maschio; tecnicamente agguerrito, musicalmente una garanzia.

Photo © Nacho González Oramas – ACO 2024

La sorpresa, relativa per chi ne ha seguito l’evolversi in diversi piccoli ruoli fino al più recente Schaunard de La bohème andata in scena un mese fa a Las Palmas, è stata fornita dal baritono di Tenerife Fernando Campero, Conte Robinson. La voce è davvero bella, ben amministrata, la figura, pur nella comicità della parte, elegante e con il giusto “aplomb”, un po’ “blasé”. Sembra proprio che in questo ruolo brillante abbia trovato la strada per prossimi impegni futuri, vista la facilità vocale e la sicurezza musicale. Un elemento assolutamente da non perdere di vista.

Andrea Merli

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