PARMA: Ascesa e caduta della città di Mahagonny – Kurt Weill, 30 aprile 2022

PARMA: Ascesa e caduta della città di Mahagonny – Kurt Weill, 30 aprile 2022

ASCESA E CADUTA
DELLA CITTÀ DI MAHAGONNY

Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny

Opera in tre atti su testo di Bertolt Brecht

Musica
KURT WEILL
Edizioni Universal Wien, rappresentante per l’Italia Casa Ricordi srl


Maestro concertatore e direttore Christopher Franklin

Regia Henning Brockhaus 

Personaggi e Interpreti:

  • Leokadja Begbick ALisa Kolosova
  • Fatty, der “Prokurist”  Mathias Kozorowski 
  • Dreieinigkeitsmoses Zoltan Nagy 
  • Jenny Hill Nadja McHantaf 
  • Jim Mahoney Tobias Hachler
  • Jack O’Brien Chistopher Lemmings 
  • Bill, detto Sparbüchsenbill Simon Schnorr 
  • Joe, detto Alaskawolfjoe Jerzy Butryn 
  • Tobby Higgins Mathias Frey 
  • Il narratore Filippo Lanzi 
    Sei ragazze di Mahagonny Roxana Herrera, Elizabeth Hertzberg, Yukiia Tkachenko, Cecilia Bernini, Kamelia Kader, Mariangela Marini

Scene Margherita Palli 

Luci Pasquale Mari 

Video Design Mario Spinaci 

Costumi Giancarlo Colis 

Coreografia Valentina Escobar 

ORCHESTRA DELL’EMILIA-ROMAGNA “ARTURO TOSCANINI”

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro del coro Martino Faggiani

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021

In coproduzione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

 

Teatro Regio, 30 aprile 2022


Occasione da non perdere la realizzazione a Parma – al Teatro Regio, “tempio verdiano” dove ne siano! – di Mahagonny, l’opera di Kurt Weill e Bertold Brecht che dopo un abbozzo a Baden Baden come cantata nel 1927, successivamente al successo dell’Opera da tre soldi del 1928, vide brevemente le luci della ribalta a Lipsia nel 1930. Un testo ed una musica che, ovviamente, finirono per essere considerati “degenerati” dal nascente regime nazista e che pure al blocco socialista non piacquero, poiché i viziosi abitanti della fantastica città non sono borghesi, ma squallidi diseredati, criminali, puttane e biscazzieri.

La formula musicale, contaminatissima per citazioni (addirittura Wagner ed il Tristano) e ritmi, dal tango al Jazz con un ordito orchestrale in cui si fanno strada il sax, il bandoneon il tutto sottolineato dall’onnipresente pianoforte, occhieggia chiaramente al cabaret, passando dalla canzone al concertato con una disinvoltura e scioltezza che possono spiazzare un pubblico assuefatto all’opera italiana e non solo.

Sta di fatto che l’operazione, rimandata per la pandemia dal 2021, ha avuto un’accoglienza trionfale anche alla terza ed ultima recita parmigiana, cui seguiranno altre a Reggio Emilia con cui è stata coprodotta. Non senza mille ed una difficoltà, sempre causa covid, dovute ai continui cambiamenti di cast in un palcoscenico molto popolato. Alla nostra recita nei panni di Jenny, che alla “prima” rivestì Lotte Lenya, Anne Marie Kremer è stata sostituita da Nadja Mchantaf, giunta in quattro e quattr’otto da Berlino, la quale evidentemente la parte la conosce a menadito essendosi inserita alla perfezione in uno spettacolo così elaborato. Voce di soprano acuta, non di grande volume (è probabile che in Germania siano amplificati) ma che passa con facilità e che rispetta un canto di agilità che costituisce la parodia del belcanto virtuosistico. Possiede un avvenente fisique du role e un grande talento di attrice: bravissima. Nelle sostituzioni va compreso pure Chris Merritt, previsto nel ruolo di Fatty, uno dei tre delinquenti che fondano la città, che ha ceduto il testimone al bravissimo ed intonatissimo Matthias Kozorowski; meno determinante scenicamente, ma con una sua valenza indiscutibile nella drammaturgia Bill, Simon Schnorr al posto di Horst Lamnek.

Trascinante e vocalmente vulcanica la Leocadia del mezzosoprano Alisa Kolosova e, su tutti, il tenore Tobias Hachler, Jim, il taglialegna che viene dall’Alaska a spendere i suoi denari e che, quando li ha finiti, viene condannato a morte in una società in cui il delitto più grave è proprio quello di essere squattrinato.

Ottimo e molto partecipe il coro, istruito come sempre dal Maestro Martino Faggiani e assai duttile l’orchestra dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” nel seguire la battuta spumeggiante del direttore Christopher Franklin.

Lo spettacolo di Henning Brockhaus funziona a meraviglia sulla scena ben costruita da Margherita Palli. Molto apprezzati i costumi (compresi quelli delle “ragazze puntino” con l’adesivo sul capezzolo) di Giancarlo Colis, perfetta la dosatura delle luci di Pasquale Mari, opportune le proiezioni video di Mario Spinaci e scatenate le coreografie di Valentina Escobar che è riuscita a coinvolgere nel ritmo tutto il felice cast.

Uno spettacolo, un’occasione insisto, da non perdere!

Andrea Merli

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