PIACENZA: Tosca – Giacomo Puccini, 30 luglio 2021

PIACENZA: Tosca – Giacomo Puccini, 30 luglio 2021

GIACOMO PUCCINI
Tosca

Melodramma in tre atti su libretto

di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

 

direttore Sesto Quatrini

messa in scena Giorgia Guerra

Personaggi e Interpreti:

  • Floria Tosca Chiara Isotton
  • Mario Cavaradossi Francesco Meli
  • Barone Scarpia Luca Salsi
  • Cesare Angelotti Mattia Denti
  • Il Sagrestano Valentino Salvini
  • Spoletta Andrea Galli
  • Sciarrone Francesco Cascione
  • Un carceriere Simone Tansini
  • Un pastorello Elettra Secondi

costumi Artemio Cabassi
luci Michele Cremona
visual art Imaginarium Creative Studio
ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
maestro del Coro Corrado Casati
VOCI BIANCHE DEL CORO FARNESIANO DI PIACENZA
maestro del Coro Mario Pigazzini

Cortile di Palazzo Farnese, 30 luglio 2021


Operazione riuscitissima quella di portare nel cortile dell’imponente Palazzo Farnese di Piacenza l’opera che, al chiuso del teatro, vedrebbe drasticamente ridotto il numero degli spettatori. Lo spazio, sebbene con i soliti ed inevitabili protocolli anti-covid rispettati è piacevole, offre una scenografia architettonica “naturale” nella struttura in cotto dell’incompiuta residenza, ricca di archi e logge su più piani, di nicchie e passaggi che hanno permesso a Giorgia Guerra, regista, di sfruttare al meglio la struttura per i movimenti scenici, ivi compresa una “fucilazione simulata”, cioè senza il plotone d’esecuzione e una fuga ideale di Tosca, nella luce, al posto del lancio dagli spalti di Castel Sant’Angelo. Si aggiungano la suggestiva e pertinente proiezione di immagini e luci, realizzato da Visual Art Imaginarium Creative Studio e da Michele Cremona in perfetta simbiosi, i preziosi costumi elegantissimi di quel grande e fantasioso mago della sartoria che è Artemio Cabassi, giocando qui sulla perfezione della linea e su pochi contrasti cromatici, sostanzialmente il rosso ed il nero e si immagini uno spettacolo riuscitissimo, nel solco di una tradizione mai scontata e banale, ma intensa nel gioco scenico degli interpreti.

Se lo spettacolo ha tenuto inchiodato il pubblico, il versante musicale lo ha addirittura sedotto: iniziando dalla bellissima prova dell’Orchestra Filarmonica Italiana e del coro del Teatro Municipale di Piacenza, ottimo sotto la guida del M° Corrado Casati, cui si è aggiunta la partecipazione dell’intonato coro di voci bianche Farnesiano preparato da Mario Pigazzini. Sesto Quattrini, direttore, evidenzia il protagonismo dell’aspetto sinfonico di questa musica che, di per sè, suggerisce azione e regia, con frasi ampie, indulgendo su tempi allargati, ma sempre tenuti con massima tensione drammatica e musicale. Supporto ideale di un palcoscenico che lo ha seguito alla perfezione, iniziando dallo squisito Pastorello, la voce bianca di Elettra Secondi, il sonoro Carceriere di Simone Tansini, il prestante Sciarrone di Francesco Cascione e l’insinuante e ben caratterizzato Spoletta di Andrea Galli. Valentino Salvini ripete il suo noto e sempre godibile Sagrestano e Mattia Denti conferisce autorevolezza al malcapitato Cesare Angelotti.

Su Luca Salsi e Francesco Meli, inevitabilmente ci si ripete: il primo ha raggiunto una maturità di interprete in cui l’immedesimazione con il “bigotto satiro” è totale, seguendo una linea di canto sempre nobile e mai plateale, riuscendo nel perfido progetto ad essere credibile e temibile. Il secondo si piazza ormai tra i primissimi Cavaradossi oggi su piazza, favorito dal timbro bellissimo e da una presenza e partecipazione scenica perfetti. Colori a profusione, canto sciorinato con estrema facilità e tenuta nell’acuto, intenzioni interpretative che culminano nella consapevolezza che non sarà fucilato “per finta, ad armi scariche”. Una gioia ascoltare entrambi, sottolineata dalla risposta entusiastica del pubblico.

La curiosità, per me che l’ho tenuta si può dire a battesimo circa cinque anni fa al Teatro Rosetum di Milano in una selezione del Trovatore organizzata da Gianmaria Aliverta quale omaggio al mitico Angelo Loforese, era scoltare finalmente Chiara Isotton nel ruolo della protagonista, dopo averla tante volte apprezzata in Scala in ruoli di fianco. Ebbene, ha superato le più rosee ed amorevoli aspettative con un canto generoso, sempre controllato e senza scendere a compromessi col “parlato” anche nei punti dove ormai ci si rassegna ad udirlo.”il prezzo”, “voglio vederlo” ecc. ecc. Voce morbida, piena, rotonda e di colore schiettamente lirico, con buona proiezione in basso su note perfettamente appoggiate e sicurissima in acuto, bella e lucente la sua “lama”. Dove però ha sedotto è stato nell’aria, che rappresenta spesso un tranello, vuoi per la celebrità vuoi per l’esagerazione di certe esposizioni. Qui la preghiera è stata tale, con uso sapiente e affascinante della mezza voce e di un canto in piano e pianissimo di grande emotività. Una grande ed intima soddisfazione vedere confermate le qualità di questa ragazza temperamentosa, detentrice del canto di scuola italiana e da cui è lecito attendere tante altre belle recite.

Andrea Merli

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