Fano:  LA BOHEME – Giacomo Puccini, 1 dicembre 2017

Fano: LA BOHEME – Giacomo Puccini, 1 dicembre 2017

LA BOHÈME

venerdì 1 dicembre 2017, ore 20.00
domenica 3 dicembre 2017, ore 20.00
Opera in quattro quadri
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Editore Casa Ricordi, Milano

Direttore Matteo Beltrami
Regia Leo Muscato

personaggi e interpreti:

  • Mimì Benedetta Torre
  • Rodolfo Azer Zada 
  • Marcello Marcello Rosiello
  • Schaunard Filippo Fontana
  • Colline Roberto Lorenzi
  • Musetta Barbara Bargnesi
  • Benoît Alessio De Vecchis, Alcindoro Davide Filipponi
  • Parpignol Davide Ciarrocchi
  • Un sergente dei doganieri Carlo Bonelli
  • Un doganiere Niccolò Pelusi
  • Un venditore ambulante Francesco Amodio

Scene Federica Parolini
Costumi Silvia Aymonino
Luci Alessandro Verazzi

FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro del Teatro Ventidio Basso 
di Ascoli Piceno
maestro del coro Giovanni Farina
Coro voci bianche ‘La Corolla’ e Coro ‘Piccole Voci’  ISC Don Giussani
maestro dei Cori di voci bianche Mario Giorgio
Banda di palcoscenico Concerto Bandistico Venagrande

Mimi/danzatori Eleonora Alagna, Paolo Andrenucci, Andrea Bassi, Lucia Cinquegrana
Perla Gallo, Simone Gelao, Giuliano Giuliani, Daniele Griffo, Mariangela Massarelli
Marta Negrini,Elio Pagano, Raffaella Tricarico

Allestimento Associazione Arena Sferisterio – Macerata Opera Festival

Coproduzione Rete Lirica delle Marche e Teatro Marrucino di Chieti
Coordinamento di produzione Associazione Arena Sferisterio – Teatro di Tradizione
Coordinatore di produzione Luciano Messi
Direzione artistica Alessio Vlad


Incredibile ma vero, alla frenetica attività impiccionesca mancava ancora il Teatro della Fortuna di Fano, sala di rara bellezza neoclassica incastonata nel medievale Palazzo del Comune, ricostruito dopo i bombardamenti che lo hanno danneggiato nel corso della seconda guerra mondiale.

L’occasione alla spedizione improvvisata, decisa su due piedi il giorno stesso della recita domenicale, ce l’ha fornita la ripresa de La bohéme nel collaudato – e già recensito in occasione delle recite del circuito lombardo qualche tempo fa – allestimento firmato per la regia da Leo Muscato (le scene sono di Federica Parolini, i costumi di Silvia Aymonino, le lueci le dà Alessandro Verazzi) che porta l’azione in pieno 68 francese, laddove il motto iniziava con la frase “ce n’est que un debut…”. Va detto, anzi ripetuto, che le inevitabili incongruenze (i bambini e Parpignol in una discoteca optical-pop, le lattivendole trasformate in vivandiere di una fabbrica occupata, il ricovero di Mimì in una clinica accudita da uno stuolo di infermiere e medici, suora inclusa) trovano abbondante compensazione nella vivacità dell’azione e nella colorita, dinamica ambientazione. E ciò che più conta il pubblico, pure quello dell’adriatica provincia, risponde con calore e partecipazione.

Sul versante musicale il gran merito di tenere le redini di un palcoscenico assai giovane e scalpitante, va a Matteo Beltrami che, globe trotter della bacchetta, passa dalle Marche alla Germania in rapida successione senza mai perdere la trebisonda. Lettura nervosa, scattante, senza cedimenti nel ritmo e con attenzione anche alle espansioni liriche. Seguito in ciò con compatta sicurezza dall’ottima formazione FORM ovvero Orchestra Sinfonica Marchigiana. Beltrami garantisce grande supporto al palcoscenico, dove si scatena, è il caso di dirlo, con grande partecipazione attoriale, il lodevole coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, istruito da Giovanni Farina. Doppio coro, poichè si fan valere pure i bimbi intonatissimi di ben due cori: quello delle Voci Bianche La Corolla ed il coro Piccole Voci ISC Don Giussani, tutti obbedienti a Mario Giorgi. La banda interna (non ci si fa mancare nulla) è composta dal Concerto Bandistico Venagrande.

Enumerati i pur bravi doganieri (operai di picchetto in fabbrica) Carlo Bonelli (sergente) e Nicolò Pelusi, gli ottimi Parpignol e Venditore di Prugne, rispettivamente Francesco Amodio e Davide Ciarrocchi, si punti ai due caratteri: il Benoit, tutt’altro che vecchio, anzi ben piantato di Alessio De Vecchis e l’Alcindoro, sorta di Berlusca ante litteram, di Davide Filipponi. Entrambi godibilissimi.

Il basso Roberto Lorenzi, Colline, si è guadagnato un bell’applauso a scena aperta dopo la “Vecchia zimarra”; è piaciuto molto per vocalità sicura e presenza scenica lo Schaunard del baritono Filippo Fontana ed il Marcello dell’eponimo Marcello Rosiello costituisce sempre una garanzia di solidità professionale, oltre che di resa artistica. Bella e fresca la Musetta versione soubrette cantata con morbidezza da Barbara Bargnesi e assai affiatati il Rodolfo e la Mimì. Il tenore azerbagiano Azer Zada, che si segue ormai da tempo e che è in continua ascesa vocale ed artistica, il giovanissimo soprano Benedetta Torre, che si ricorda per averla sentita a Novara ancora un po‘ acerba nel ruolo della fioraia pucciniana, e che viceversa qui a Fano è sembrata molto maturata sia tecnicamente che interpretativamente. Una bella sorpresa e fa sempre piacere ricredersi sulle potenzialità di una artista emergente. Applaudita dopo la romanza “Donde lieta uscì” ha diviso poi con gli altri un successo più che cordiale.

Come nota di cronaca si è saputo che all’ultima recita e dopo la prima parte, il tenore ha avuto un’improvvisa afonia e la recita è stata salvata… dal direttore d’orchestra! Matteo Beltrami ha cantato la parte di Rodolfo mentre dirigeva e alla fine ha avuto, come era prevedibile, un’accoglienza apoteosica. La rabbia ed il dispetto di non essere stato impiccionescamente presente!

Andrea Merli

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