GALA MASCAGNI Teatro Dal Verme – Milano 9 dicembre 2015

GALA MASCAGNI Teatro Dal Verme – Milano 9 dicembre 2015

Concerto di Natale della Banca Popolare di Milano BPM col sostegno di ARES Bipiemme, Attività Ricreative e Sociali e del Comitato Promotore Pietro Mascagni

Il tradizionale Concerto di Natale, una serata ad inviti ma sostanzialmente aperta a tutta la popolazione, della Banca Popolare di Milano BPM, si è rivelato uno splendido “Gala Mascagni” diviso in due parti. Durante la prima si è potuto assistere alla proiezione del film Rapsodia Satanica, capolavoro del regista Nino Oxilia del 1915, ma che per dissidi interni alla casa cinematografica CINES fu proiettato solo nel 1917, interpretato dalla celeberrima attrice del “muto” Lyda Borelli, impegnata nel ruolo della Contessa Alba d’Oltrevita, colei che stringe un patto col diavolo per ritrovare la perduta giovinezza. Trionfo del simbolismo liberty e del decadentismo dannunziano, si impreziosì con la partitura originale di Mascagni, antesignano dunque delle “colonne sonore”, ancora di là da venire, che sottolineò fotogramma per fotogramma la pellicola con una musica incredibilmente aderente e suggestiva nell’esaltarne lo spirito mefistofelico e pure ingenuamente preraffaellita che contraddistingue il film diviso in un prologo e due parti e che si conclude con la morte della protagonista, nuovamente invecchiata sotto le sgrinfie del demonio,

dopo una vita di dissolutezza e di solitudine.

L’Orchestra Guido Cantelli, diretta con solerte attenzione e precisione nel seguire la proiezione dal giovane Maestro Alessandro Calcagnile che, all’occasione, si è pure seduto al pianoforte per dei brevi accompagnamenti, ha fornito una suggestiva cornice alle immagini. Brillando ancor di più nella seconda parte, in cui si è offerta un’abbondante selezione di Cavalleria rusticana, laddove il direttore ha raggiunto, specie nel preludio e nell’intermezzo, un’oasi di emozionante liricità e melodiosa bellezza, rivelandosi pure ottimo sostegno alle voci.

giovanna-casolla-in-cavalleria-rusticana-628x353La seconda parte della serata ha visto trionfare Giovanna Casolla, che di Santuzza ha fatto da tempo uno dei suoi cavalli di battaglia – assieme all’imperiosa Turandot di cui è, in assoluto, la più longeva detentrice del ruolo – caratterizzandola con veemente umanità. Un’interpretazione magistrale dove si ammira, oltre alla intatta freschezza e potenza del mezzo, la capacità di mantenere un legato perfetto, di smorzare e rinforzare i suoni su tutta la gamma, di accentare e fraseggiare con un’intensità che, parafrasando Michonnet nell’Adriana Lecouvreur, rende “men sincera la stessa verità”. Splendida e convincente in “Voi lo sapete, o mamma”, struggente nel duetto con Turiddu, tragica nel breve incontro con Compar Alfio. In un crescendo di drammaticità. Insomma, una vera e propria lezione magistrale che il pubblico, accorso numerosissimo, ha accolto con l’entusiasmo alle stelle.

Non meno rilevante la bella prova offerta dal tenore Piero Giuliacci, in forma strepitosa, a cui la moda attuale che esige fotomodelli in scena non perdona una fisicità robusta. Robusta sì, ma non quanto è sana, ben emessa e facile all’acuto la voce dal timbro prezioso, dal colore ambrato nel centro, ma brillante in alto. Servita da un canto sempre a fior di labbro, di una suadente dolcezza che ricorda quella di un Gigli e di un Bergonzi assieme. Uno stile che è nostro, autenticamente italiano, e che dopo di lui sarà quasi inevitabilmente perduto. Pure lui osannato dal festante pubblico che ha accolto con grida di entusiasmo anche i “ragazzi” che han fatto bella ed opportuna cornice ai due mattatori. In primis il baritono Allan Rizzetti, già apprezzato in ruoli buffi (Belcore e il Don Bartolo rossiniano) che ha visto realizzarsi il sogno di poter cantare con la più amata e ammirata tra le colleghe, Giovanna Casolla. Non ha sfigurato per impeto e tenuta vocale a fianco di colei che è un mostro di bravura e che con la sua forte personalità tende, inevitabilmente, ad abbagliare tutti distogliendo l’attenzione dai colleghi. Bravo, musicale e preciso, pure se visibilmente emozionato. Molto apprezzata pure la bella Lola incarnata e ben cantata da Paola Cacciatori e apprezzata, nella sua pur freschezza giovanile e nell’atteggiamento di timorosa timidezza, la buona Mamma Lucia cantata da Lea Airoldi.

Alla serata, conclusa tra fiori e consegna di riconoscimenti per tutti, ha partecipato la bisnipote di Mascagni, Francesca Albertini Petroni, che ha fatto dei commenti molto opportuni descrivendo il vissuto del celebre avo e ricordando le attività del Comitato Promotore Pietro Mascagni: applausi fervidi pure per lei.

Andrea Merli

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