TEATRO ALLA SCALA: ANDREA CHENIER, 13 dicembre 2017
ANDREA CHÉNIER
Dramma di ambiente storico in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica
Musica di UMBERTO GIORDANO
(Copyright ed edizione: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896
Nuova produzione Teatro alla Scala
Nel cinquantenario della scomparsa di Victor de Sabata
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia MARIO MARTONE
Personaggi e interpreti
- Andrea Chénier: Yusif Eyvazov
- Maddalena di Coigny: Anna Netrebko
- Carlo Gérard: Luca Salsi
- La mulatta Bersi: Annalisa Stroppa
- La Contessa di Coigny: Mariana Pentcheva
- Madelon: Judit Kutasi
- Roucher: Gabriele Sagona
- Pietro Fléville: Costantino Finucci
- Un “Incredibile”: Carlo Bosi
- Fouquier Tinville: Gianluca Breda
- Mathieu: Francesco Verna
- L’Abate: Manuel Pierattelli
- Schmidt: Romano Dal Zovo
- Il Maestro di Casa / Dumas: Riccardo Fassi
Scene MARGHERITA PALLI
Costumi URSULA PATZAK
Luci PASQUALE MARI
Coreografia DANIELA SCHIAVONE
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Maestro del Coro BRUNO CASONI
Con la partecipazione del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Fréderic Olivieri
Milano
ANDREA CHENIER (recita del 13 dicembre)
”Pochi versi” come quelli che recita l’omonimo poeta nel quarto atto. La verifica teatrale, alla terza recita in Scala il 13 dicembre scorso turno B in abbonamento, ha, come premesso dopo la recensione “televisiva”, raddrizzato il tiro.
Premetto che la recita è stata, a detta anche di chi ci ha partecipato attivamente in orchestra ed in teatro, la meno felice delle tre: imputabile a quel fattore umano che rende il teatro, a differenza del disco e della TV, una “cosa viva” e certamente mutabile. Un calo di adrenalina, un momento di stanchezza? Tutto può essere: iniziando dalla direzione che, specie nel primo atto, è parsa mancare di tensione rispetto alla recita della “prima”. Lo spettacolo dal vivo, ovviamente, ci guadagna rispetto alle inquadrature cervellotiche operate dalla regia televisiva. Non di meno il lettone nel terzo quadro, laddove Gerard sbatte letteralmente Maddalena è parso eccessivo ed inconcludente, mentre il dettaglio di lui che le riabbottona il corsetto rimane un bel gesto. Nell’insieme, però, tutto fila liscio e rimane uno spettacolo di facile lettura per il pubblico che, dopo 32 anni, l’opera vede forse per la prima volta.
Dal punto di vista vocale la ridimensione del tenore si pone implacabile: certo canta bene, con intenzioni e risultati apprezzabili, anche se la staticità scenica e l’occhio puntato perennemente sul direttore persistono. Purtroppo dal vivo e senza microfoni, la voce si rivela per quello che è: scarsa nel timbro, con un suono opaco in centro e priva di smalto anche in acuto. Rimane a parer impiccionesco un tenore di seconda linea e, specie se in teatri grandi o all’aperto, a rischio di carenza di armonici.
I quali, viceversa, abbondano nella di lui compagna che appena apre bocca pare sia amplificata rispetto agli altri. Alla terza recita, regina indiscussa della serata è stata Anna Netrebko, surcalssando di gran lunga tutti. Inoltre, vuoi perché più rilassata o forse consigliata, ha cantato decisamente meglio che alla “prima” evitando quasi sempre quegli affondi di petto e le emissioni aperte che in TV avevano preoccupato più di uno e cantando con gran morbidezza e trasporto. Finalmente una Maddalena credibile e partecipe sin dall’inizio, siglando una “Mamma morta” davvero struggente e, poi nel finale sovrastando il compagno che al suo fianco è parso affievolirsi vieppiù.
Luca Salsi ha portato a termine vittoriosamente la recita, non di meno lo si è sentito in forma migliore ed I frequenti colpi di tosse, spesso tra una frase e l’altra girando la testa verso il fondo scena, in parte confermano la sensazione che stesse soffrendo un po’. In teatro basta nulla, anche un po’ di saliva per traverso. Chi si conferma superiore ad ogni elogio è Carlo Bosi, Incredibile che con la voce sempre in punta passa come una lama e che si concede anche sottigliezze nel fraseggio. Annalisa Stroppa, Mariana Pentcheva e Manuel Pierattelli, Bersi, Contessa di Cogny e Abate, bravissimi e perfettamente in parte e rivalutata, dal vivo, pure la Madelon di Judit Kutasi, che non brilla per carattere scenico ma che canta tutte le note e pure assai bene.
Altro dello Chénier non vi saprei narrare, sono il vostro impiccione che vi viene puntualmente ad informare!
Andrea Merli