Giorgio Gualerzi – In memoria di un amico…

Giorgio Gualerzi – In memoria di un amico…

Confesso che, pur sapendo che il Dottor Giorgio Gualerzi era ricoverato in una casa di cura da circa due anni, affetto da una forma, seppur lieve i primi tempi, di morbo di Parkinson, la notizia della sua repentina scomparsa mi ha preso alla sprovvista.

Il comune amico, e compagno di tante “impiccionate” radiofoniche Michele Suozzo, mi ha inviato un messaggio il 20 a tarda sera per avere notizie sulle celebrazioni funebri. Così, a bruciapelo, ho avuto la comunicazione.

Che dire? I ricordi si affastellano senza rispettare la cronologia –  scienza nella quale Gualerzi non aveva rivali in virtù di una memoria formidabile – e mi rimandano, per fare un esempio, a quando interpellò Sabino Lenoci e Giorgio Banti, dopo l’uscita del primo numero della rivista “l’opera” – correva il marzo del 1987 – in cui per motivi contingenti firmai una serie interminabile di articoli, per sapere se “Andrea Merli è forse un nome di fantasia dietro il quale si cela un collega più noto?”. A me, debuttante “cronistello”, suonò come un complimento sperticato.

Poi, da quando fummo presentati, fu sempre prodigo di consigli e complimenti, ma soprattutto una fonte inesauribile e precisa di aneddoti, recite e date, nomi di artisti che ormai si perdono – e si perdevano già allora – nella notte dei tempi.

Non solo, ai tempi in cui organizzava gli incontri e le prolusioni al Piccolo Regio di Torino, mi invitò ripetutamente; per omaggiare Alfredo Kraus, di cui sapeva io fossi un amico fraterno e che lui pure aveva nella massima considerazione umana ed artistica, dopo la sua prematura scomparsa e quindi per chiacchierate sull’operetta, genere di cui – bontà sua – mi considerava un grande esperto. Uomo, oltre che coltissimo, assai spiritoso ed ammiccante, ma sempre con quella distinzione e signorilità che caratterizza i torinesi d’antan, mai volgari e sempre ironici, anche caustici.

Infine, il compagno di tante trasferte operistiche, in primis a Martina Franca per il Festival della Valle d’Itria di cui era un fedele frequentatore ed acuto osservatore sin dai tempi delle primissime edizioni. Là, in pantalone corto e maglietta, si lasciava andare ad una maggior familiarità, amato e riverito da tutti con sincero affetto e incommensurabile stima. Si poteva, così godere della sua amabile e sapiente conversazione sotto gli archi dell’Hotel San Michele, dove teneva banco a tanti giovani aspiranti critici e musicologi che pendevano dalle sue labbra per le improvvisate, ma preziose Master Class dettate dalla passione indiscutibile e da una conoscenza diretta che molti, per ovvie ragioni d’età, non potevano vantare.

Ci mancherà, caro Dottor Gualerzi, molto di più di quanto lei stesso potesse immaginare. Con lei si chiude un’altra pagina di un passato, anche prossimo, che a molti è scomodo evocare. Finisce con lei l’epoca del “critico gentiluomo”, ultimo di una serie che ha difeso l’italianità dell’opera e la coerenza indiscutibile delle nostre più sane tradizioni musicali e teatrali.

Mi piace ora immaginarla lassù, oltre che tra la schiera di tutti gli Artisti che ci hanno lasciato, anche in compagnia di mia madre Imperia, con cui condivideva la passione per lo sport ed in specie per il calcio, di cui era un testimonial assoluto. A discutere dei singoli calciatori, delle classifiche delle squadre, dei vari campionati e, come no, del Barça…

Hasta siempre!

il funerale si terrà domani 23 Luglio, a Torino nella Chiesa della Crocetta alle ore 10

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