MISKOLC – FESTIVAL BARTOK 2016

MISKOLC – FESTIVAL BARTOK 2016

GALA OPERISTICO DI APERTURA

Teatro Nazionale di Miskolc, 10 giugno 2016.

  • Soprano: Sonya Jonceva
  • Tenore: Marin Joncev
  • Arpista: Bianka Szauer
  • Direttore: Alexander Prior
  • Orchestra Sinfonica di Miskolc.

MARATONA BARTOK

Palazzo del ghiaccio, 11 giugno 2016.

LA FAVOLA DEL PRINCIPE DI LEGNO (Balletto in due tempi)
IL MANDARINO MERAVIGLIOSO (Balletto)
IL CASTELLO DI BARBABLU

  • Barbablù: Bàlint Szabò
  • Judit: Ildiko Komlosi
  • Direttore: Oksana Lyniv
  • Regia: Géza M.Toth
  • Scene e costumi: Edith Zeke
  • Coreografia: Attila Kozma

IL CASO MAKROPULOS – Leos Janacek

Teatro Nazionale di Miskolc, 12 giugno 2016

  • Emilia Marti: Natalja Zagorinskaja
  • Albert Gregor: Dimitrij Hromov
  • Prus: Dmitrij Jankovskij
  • Kolenaty: Dimitrij Szkorikov
  • Vitek: Andrej Palamarcsuk
  • Kristina: Marina Kalinyna
  • Janek: Aleksandr Klevics
  • Direttore: Kostantyin Hvatinyec
  • Regia: Dimitrij Bertman
  • Scene: Jogor Nyezsnij
  • Costumi: Tatyana Tulubjeva
  • Luci: Jurij Usztyugov
  • M°del coro: Gyenisz Kirpanev 

4Geograficamente a circa 150 km nord est di Budapest, terza città dell’Ungheria dopo Debrecen, a pochi passi dalle vicine Slovacchia ed Ucraina, Miskolc è sede da ben sedici anni di un Festival interamente intitolato a Bartok, che ha la peculiarità di sviluppare e proporre musica contemporanea, specificamente l’opera, ma a condizione che sia musica “popolare”. L’attuale direttore del Festival, Gergely Kesselyak, che parla speditamente pure l’italiano, è stato preciso nell’enunciare i quattro punti salienti del suo programma: indire un concorso internazionale per novità assolute in campo operistico, purché la drammaturgia e soprattutto la musica risponda ai termini di comunicabilità e comprensione, rappresentare opere contemporanee (l’anno scorso fu prescelta Napoli Milionariadi Nino Rota nella produzione del circuito toscano, con la regia di Sparvoli e la direzione di Beltrami), portare la musica, l’opera e la danza fuori dai luoghi canonici ed eseguirla gratuitamente per strada (nell’isola pedonale che circonda il teatro, per esempio) in maniera di coinvolgere la popolazione e di togliere all’opera quell’alone di “inaccessibilità” che troppo spesso la circonda, infine rispettare il titolo del Festival eseguendo musiche di Bartok.
6Progetto ambizioso, ma percorribile senza escludere titoli assolutamente popolari: quest’anno Carmen di Bizet eseguita in un vasto spazio all’aperto.
La città, infine, offre un piacevole impatto turistico. Il centro storico si sviluppa lungo il corso di un torrente Szvina, attraversato da graziosi ponticelli e attorno a cui sisviluppa un’ampia e fiorita area pedonale, animatissima per l’affacciarsi di birrerie e ristoranti tipici e frequentata da tantissima gioventù fino alle ore piccole. L’aspetto è squisitamente asburgico, come del resto l’interno del teatro tutto stucchi e dorature, che divide il palcoscenico con un altro spazio, più grande e moderno, atto ad accogliere spettacoli anche di prosa e Musical, oltre che di opera e danza. Inoltre, richiamo irresistibile per gli intenditori, la regione è quella in cui si produce il prezioso vino Tokaj, di cui giustamente gli ungheresi vanno assai fieri e con l’omonimo vino friulano, procedente dallo stesso vitigno, ma in condizioni climatiche e di terreno completamente diverse, non ha nulla da spartire. Durante le visite organizzate dall’efficiente organizzazione del Festival, la più interessante – almeno per I “santi bevitori” – è stata indubbiamente quella che ci ha portato in cave scavate nel tufo sotto la montagna, dove si conservano le botti e si fanno invecchiare in un ambiente speciale le bottiglie del prezioso liquore. Dopo frequenti libagioni per provarne le varietà, e dopo un pranzo squisito di cucina locale, ne siamo usciti tutti più allegri e assai bendisposti a recepire musica, canto e danza,
che non avrebbero avuto assolutamente bisogno di filtri magici o di elisir d’amore per farsi apprezzare. Inziando dal Galà Operistico inaugurale, nella bella sala del Teatro Nazionale di Miskolc. L’orchestra stabile diretta con entusiasmo e buona tenuta dal giovane maestro rumeno Alexander Prior, ha fornito l’accompagnamento all’emergente, brava e bella, Sonya Jonceva, un soprano che ormai si disputano I teatri di tutto il mondo e che ha esibito un fraseggio ed una musicalità di prima scelta in arie del repertorio francese, nella prima parte, e di Puccini nella seconda. La voce è dotata di sicuro fascino, ricca di armonici e saettante nell’acuto. Il timbro e la maniera di porgere, specie in Puccini, possono ricordare la Callas e ciò sia detto senza tentare inutili e pericolosi paragoni. Applauditissima. Al suo fianco si è esibito il giovane fratello, Marin, tenore. Ancora un tantino acerbo e pure molto emozionato, ma dalla voce promettente e molto gradevole. Sorpresa della serata la presentazione di un’arpista 11enne, che a fatica riusciva a raggiungere tutta l’impalcatura delle corde e ad appoggiare I piedi sui pedali dello strumento che la superava di molte spanne. Eppure è stata bravissima nell’eseguire la Passacaglia di Haendel ed un concerto di Vivaldi seguita dall’orchestra.
10L’11 giugno è stato il turno della Maratona Bartok, dalle ore 17 a notte inoltrata per oltre cinque ore tra musica ed intervalli. La favola del principe di legno, divisa in due parti, ha aperto e chiuso la serata con la partecipazione di due gruppi diversi del locale, e preparatissimo corpo di ballo istruito dal coreografo Attila Kozma: nella prima hanno danzato I giovani Lili Felmenry e Bence Apati, nella seconda si è apprezzata l’interpretazione dei veterani Teodora Uhrik e Pal Lovas. A seguire Il mandarino meraviglioso, che da un punto sia registico, grazie al lavoro di Géza M.Toth, che coreografico è risultata la parte più coinvolgente della maratona: interpreti Attila Harsanyi, il Mandarino e la sorprendente, bravissima Andrea Kocsis nel ruolo della prostituta Lany.
Il castello del Principe Barbablù ha costituito, comunque, la parte centrale e più sostanziosa della serata. Stella locale, ma italiana per frequentazione assidua, è piaciuta moltissimo l’intensa Judit di Ildiko Komlosi, dalla voce morbida e suggestiva per timbro e sensibilità nel porgere. Molto convincente pure l’atletico e poderoso Barbablù intonato con piglio sicuro ed autorevolezza dal valente baritono Balin Szvabò.
Ma in primis va lodata superba prestazione dell’orchestra Filarmonica della Pannonia, dal suono preciso e superbo, seppure l’amplificazione, sebbene ottimamente dosata nell’enorme spazio del locale Palazzo del ghiaccio, l’abbia in parte mortificato. Stupenda, infine, la prova della giovane direttrice d’orchestra Oksana Lyniv, appena 30enne bellezza ucraina, già assistente di Kirill Petrenko a Monaco di Baviera e prossima al debutto, al Gran Teatro del Liceo di Barcellona, con L’olandese volante. Gesto preciso e una tenuta incredibile nel corso dell’estenuante serata: festeggiatissima.
12Ultima serata a Miskolc, ma il programma del festival procede con un’interessante Arianna a Nasso di Strauss ed il balletto Romeo e Giulietta di Prokofiev tra gli altri spettacoli, per la produzione interamente procedente da Mosca de Il caso Makropulos del Teatro Elikon, ospite abituale con i suoi “non convenzionali” spettacoli a Miskolc, dove torna per l’ottava volta. Lo spettacolo è quello realizzato dal regista e fondatore dell’elettrizzante realtà moscovita, Dimitrij Bertman. La struttura fissa e semicircolare creata da Igor Nyezsnij ricorda ed è assai simile a quelle già viste a Bologna (Una Lady Macbeth del distretto di Minsk) ed al Teatro Valli di Reggio Emilia (Boris Godunov) ma è assolutamente funzionale ed assai suggestiva poiché ricoperta da documenti e lettere, così come il pavimento della scena, suppostamente fogli e ricette tra cui si nasconde la celebre formula della vita eterna e dell’eterna giovinezza. Bertman, con la sua preziosa equipe, si diverte anche a cambiare alcuni particolari: la cameriera di Emilia Marty è una vecchia decrepita che probabilmente la segue da oltre un secolo e ne consosce, almeno in parte, il segreto; il finale è poi a sorpresa, non è la giovane Kristina a rifiutare la formula, che anzi è ben felice di avere finalmente in mano e di cui probabilmente vorrebbe perpetrarne l’uso, bensì Prus che dopo aver assistito al suicidio del figlio, gliela strappa di mano e la brucia.
8Premesso che l’esecuzione musicale è stata magnifica e che tutti gli interpreti andrebbero menzionati uno ad uno per la loro incarnazione perfetta nei rispettivi ruoli, si è rimasti sedotti dalla bravura della protagonista, il soprano Natalja Zagorinszkaja, oltre che efficace come cantante, superlativa come attrice e dotata di una mimica incredibile al punto che si poteva seguire lo svolgersi dell’azione solo osservando la sua recitazione. Successo travolgente, con applausi ritmati anche oltre la calata del sipario e per lei, l’immortale Elina Makropulos una corbeille di fiori: meritatissima.

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