CAGLIARI: La bella dormente nel bosco – 3 febbraio 2017

CAGLIARI: La bella dormente nel bosco – 3 febbraio 2017

LA BELLA DORMENTE NEL BOSCO

Ottorino Respighi

Direttore: Renato Renzetti

Regia: Leo Muscato

Personaggi e Interpreti:

  • La Regina/La vecchietta/La rana: Veta Pilipenko
  • La Principessa: Angela Nisi
  • Il Principe Aprile: Antonio Gandia
  • Il Re/L’Ambasciatore: Vincenzo Taormina
  • La Fata Azzurra: Shoushik Barsoumian
  • La Fata Verde/ Il Gatto/ La Duchessa/ Il Cuculo: Lara Rotili
  • Il Fuso/L’Usignolo: Claudia Urru
  • Mister Dollar/Il Buffone: Enrico Zara
  • Il Boscaiuolo: Nicola Ebau
  • I quattro medici: Nicola Ebau, Francesco Leone, Marco Puggioni, Enrico Zara .

Scene: Giada Abiendi

Costumi: Vera Pierantoni Giua

Luci: Alessandro Verazi

Video: Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii

Coreografia: Luigia Frattaroli

M°del coro: Gaetano Mastroiacono

Teatro Lirico, 3 febbraio 2017

Commissionata da Vittorio Podrecca per il suo teatro di marionette, I piccoli di Podrecca che personalmente feci in tempo a vedere in piena attività durante una trasferta al Teatro Romea di Barcellona negli anni Sessanta dello scorso secolo – i tempi in cui frequentavo le medie alla Scuola Italiana all’estero di Pasaje Mendez Vigo – La bella dormente nel bosco fece il suo debutto al Teatro Odescalchi di Roma il 12 aprile del 1922: un piccolo organico con i cantanti in buca ne costituivano l’aspetto musicale che fece dichiarare all’Autore “che gioia avere a che fare con questi personaggi che, finita la prova, metti in un cassone e non ti annoiano con le loro lamentele ed i loro pettegolezzi, come generalmente fanno i loro colleghi veri!”. L’operina, che costituì una felice parentesi nell’ambito di una più opulenta produzione teatrale, ebbe poi diversi rifacimenti, integrazioni anche di altri autori, fino a raggiungere la forma che oggi viene presentata ad inaugurazione della stagione cagliaritana, come contraltare all’altra più complessa seppur fiabesca Campana sommersa che fu riproposta sulle stesse scene circa un anno fa.

A dire il vero, impiccionescamente ebbi la fortuna di vedere eseguita La bella dormente al Teatro Comunale di Bologna, qualche lustro fa – le date non sono mai state il mio forte – abbinata alla quasi coeva di De Falla, del 1923, El retablo de Maese Pedro pure concepita, in origine, per le marionette. Un ricordo un po’ sbiadito, lo ammetto, che la presente esecuzione al Lirico di Cagliari ha riportato alla mente, in quanto lo spartito è una vera e propria delizia, di levità, arguzia, poesia e, in virtù anche della sua brevità – sempre “gran pregio”, come ci ricorda quel diavolo d’un Puccini per bocca del poeta Rodolfo nella Bohéme – assai più godibile della pretenziosa e ridondante Campana. Qui Respighi si esibisce con ironia e un pizzico di sarcasmo, nelle parodie e citazioni: ed è una autentica goduria per il melomane più navigato coglierle: da Debussy a Stravinsky, da Verdi al barocco, dal minuetto al Fox-Trot finale con cui ci si ritrova in tempi moderni al risveglio, dopo trecento anni di sonno, al bacio del Principe Aprile, sorta di Sigfrido in veste di marionetta.

Che poi, a Cagliari, si è tutto materializzato e tutto ha preso corpo grazie ad un team di splendidi cantanti attori e, soprattutto, per merito della meravigliosa e divertente messa in scena operata da Leo Muscato. Il quale, giustamente, ci ha immersi nel clima fiabesco senza tentare impossibili sperimenti psico freudiani, riportandoci con mano esperta alla nostra infanzia, popolata di sogni e di fate, buone e cattive, di animali che parlano di principi e principesse, re e regine, e ambasciatori piumati. Grazie anche al bellissimo e variopinto lavoro della scenografa Giada Abiendi, della inesauribile per gusto e fantasia costumista Vera Pierantoni Giua e alle luci ben distribuite da Alessando Verazzi. Una menzione specialissima la merita la coreografa Luigia Frattaroli che ha propsoto due momenti di assoluto incanto con il corpo di ballo infantile: prima roselline al battesimo della Principessa e quindi piccoli e mobilissimi fusi nella soffitta della Vecchietta in cui la ventenne Primavera finalmente si punge ed addormenta: si sono meritati l’unico, condivisibilissimo, applauso a scena aperta.

Da un punto di vista musicale le cose sono andate pure benissimo, grazie alla lettura di Donato Renzetti che, a capo dell’ottima orchestra e del non meno bravo coro istruito da Gaetano Mastriacono, ha saputo cogliere e trasfondere sia il lato magico e misterioso della vicenda, che rivelarci tutti i preziosismi cromatici ed armonici di una partitura in vero degna di rientrare decisamente in repertorio.

Del lungo elenco di cantanti, quasi tutti impegnati in più ruoli, vanno citati il buffo Ambasciatore e quindi Re ottimamente cantato dal baritono Vincenzo Taormina, le due fate, quella buona Azzurra interpretata dal soprano coloratura ShouShik Barsoumian in un gustoso mix tra la Zerbinetta di Strauss e la Nannetta di Verdi, la cattivissima fata Verde, e prima Cuculo e quindi Gatto e Duchessa della Bandoliere di Lara Rotili, la Principessa di bel taglio lirico del soprano Angela Nisi, La Regina, prima Rana e poi Vecchietta dell’arcolaio del mezzosoprano Veta Pilipenko, l’Usignolo e Fuso di Claudia Urru. Infine il Boscaiolo del baritono Nicola Arrau e l’esilarante Buffone e quindi Mister Dollar di Enrico Zara.

Una menzione speciale la merita il tenore spagnolo Antonio Gandia, che entra prevedibilmente in scena nell’ultimo dei tre brevi atti in cui si articola l’opera per scarsi ultimi venti minuti, ma a cui tocca il non semplice compito di cantare una parte “eroica” sullo stampo del Bacco della straussiana Arianna, in una tessitura acutissima: e per fortuna che si parla di teatro di marionette!

Successo calorosissimo a teatro praticamente esaurito a riprova che il pubblico di Cagliari, sollecitato da una programmazione stimolante, è forse uno dei più “in avanti” tra quelli italiani.

Andrea Merli

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