La Boheme – Teatro Grande di Brescia 2 ottobre 2015
LA BOHEME
Giacomo Puccini
Teatro Grande di Brescia
Maestro concertatore e Direttore: Paolo Bisanti
Regia: Leo Muscato
- Scene: Federica Parolini
- Costumi:Silvia Aymonino
- Luci: Alessandro Verazzi
- Maestro del Coro: Antonio Greco
- Maestro del Coro delle Voci Bianche:Hector Raul Dominguez
- Orchestra i Pomeriggi Musicali di Milano
- Coro di OperaLombardia
- Coro di Voci Bianche dell’Istituto Monteverdi di Cremona – Progetto Mousikè
Allestimento del Macerata Opera Festival
Coproduzione dei Teatri di OperaLombardia
- Teatro Grande di Brescia
- Teatro Ponchielli di Cremona
- Teatro Sociale di Como
- Teatro Fraschini di Pavia
- E con Fondazione i Teatri di Reggio Emilia
Personaggi e Interpreti:
- Mimì: Maria Teresa Leva
- Rodolfo: Matteo Lippi
- Musetta: Larissa Alice Wissel
- Marcello: Sergio Vitale
- Colline: Alessandro Spina
- Shaunard: Paolo Ingrasciotta
- Bonoit/Alcindoro: Paolo Maria Orecchia
- Parpignol: Daniele Palma
- Un Venditore Ambulante: Mattia Rossi
- Sergente dei Doganieri:Eugenio Bogdanowicz
- Un Doganiere: Victor Andrini
Secondo titolo in cartello della stagione appena iniziata di OperaLombardia, prende il via al Teatro Grande di Brescia La Bohéme nella produzione firmata per la regia da Leo Muscato, con le scene di Federica Parolini, i costumi anni Settanta di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi.
L’ennesima Bohéme moderna ? Si, ma Muscato ci riporta negli anni della discomusic i coloratissimi Settanta. L’impiccione, appena ventenne, li ha vissuti con lo stesso spirito bohémien frequentando da studente l’università e quindi, confesso colpevolmente, questa Bohéme mi ha consentito un nostalgico tuffo nel passato e divertito parecchio nel contempo. Naturalmente in più punti la nuova drammaturgia fa a pugni col libretto, ma ciò è inevitabile tenendo conto che sia la tubercolosi ormai curabilissima, seppure ora si registri una allarmante recrudescenza di nuovi casi, che le monete Luigi Filippo d’oro non circolavano più nei tempi della “contestazione”. Dettaglio felicissimo, e molto sottile, di Muscato, quello di far finire con un bacio la lite tra Marcello e Musetta.
Un’impostazione del genere richiede assolutamente giovani interpreti. Iniziando da Rodolfo e Mimì: il tenore Matteo Lippi dalla svettante vocalità e Maria Teresa Leva, soprano lirico dalla voce rotonda e di bel colore. Bel timbro baritonale quello del Marcello di Sergio Vitale e centratissimi gli altri due bohémines, lo Schaunard del baritono Paolo Ingrasciotta e il Colline di Alessandro Spina che ha ottenuto un’autentica ovazione alla fine di una “Vecchia Zimarra”. Una rivelazione Larissa Alice Wissel, soprano svizzero cresciuta alle Canarie, dalla notevole vocalità e dal fisico di top model. Ha saputo dar vita a un personaggio che pareva uscito dallo storico Studio Uno, seducendo ovviamente tutti!
Ottime le parti di fianco, iniziando da Paolo Maria Orecchia, sia nei panni di Benoit ubriacone che in quelli di un Alcindoro coloratissimo e un po’ manierato. Parpignol, nei panni di Santa Klaus, era Daniele Palma, il venditore di prugne Mattia Rossi si è dimenato su un cubo, i due doganieri in versione operaia sembravano due autentici katanga, Eugenio Bogdanowicz e Victor Andrini.
Il coro ben istruito da Antonio Greco è sembrato divertirsi parecchio in discoteca, mentre l’orchestra dei Pomeriggi Musicali ha fornito un’ottima prova sotto la bacchetta di Giampaolo Bisanti che sostenendo idealmente il palcoscenico ha mantenuto un ritmo teatrale perfetto, concedendo oasi di lirismo nei momenti canonici: per esempio nella scena della morte di Mimì, davvero toccante. I tempi si possono anche allargare, ma non deve mai cedere la tensione.
Andrea Merli
primo atto
secondo atto
terzo atto
quarto atto