TRAPANI: Don Giovanni – W.A.Mozart, 29 luglio 2021

TRAPANI: Don Giovanni – W.A.Mozart, 29 luglio 2021

DON GIOVANNI

MUSICA DI WOLFGANG AMADEUS MOZART
LIBRETTO DI LORENZO DA PONTE

Direttore d’orchestra Matteo Beltrami
Regia, scene, costumi e luci Denis Krief

Personaggi e Interpreti:

  • Don Giovanni Alessandro Luongo
  • Leporello Omar Montanari
  • Donna Anna Alexandra Zabala
  • Donna Elvira Mariangela Sicilia
  •  Don Ottavio Didier Pieri
  • Zerlina Caterina Di Tonno
  • Masetto Graziano Dallavalle
  • Commendatore Andrea Comelli

Coreografia Amy Share-Kissiov
Orchestra e Ensemble vocale del Luglio Musicale Trapanese
Maestro del Coro Mirco Reina

Nuovo allestimento dell’Ente Luglio Musicale Trapanese

Teatro “Giuseppe Di Stefano” di Villa Margherita, 29 luglio 2021


Ambizioso titolo da eseguire all’aperto, Don Giovanni ha inaugurato la nutrita stagione estiva dell’ente “Luglio trapanese” sotto la nuova direzione artistica di Matteo Beltrami, direttore pure sul podio. La “magnifica cornice”, mutuando il termine e l’aggettivo spesso in bocca nei collegamenti televisivi, è costituita da secolari ficus che con la loro gigantesca chioma ed i nerburuti tronchi e radici delimitano lo spazio – ma non possono compiere il miraolo dell’isolamento acustio – ove, persistendo i decreti “anticovid” i posti sono distanziati singolarmente. Ciò nonostante la capienza è comunque di circa mille posti, quasi tutti occupati (almeno durante il primo atto) da un pubblico elegante di notabili locali, ma anche di melomani giunti da altre località e qui, nella splendida città siciliana, in vacanza.

Scelta pressoché obbligata la “versione Praga” e coì “cadono” i brani concepiti per Vienna: l’aria di Don Ottavio “Dalla sua pace” nel primo atto e quella di Donna Elvira “Mi tradì quell’alma ingrata” nel secondo, dolorosamente aggiungo per la bravura dei rispettivi interpreti, nonchè il finale, recitativo compreso, “Questo è il fin di chi fa mal”, ma già così l’opera mantiene una considerevole lunghezza, tenendo conto che per iniziarla si deve attendere il buio e dunque circa le 21.30.

Compatibilmente con le inevitabili difficoltà del luogo ed organizzative, la recita ha avuto ottimi risultati ed è stata molto apprezzata con calorosi e prolungati applausi alla fine. Beltrami, a capo dell’Orchestra e dell’Esambe vocale del “Luglio Musicale Trapanese”, istruito dal M° Mirco Reina, ha offerto una lettura sostenuta da un buon ritmo narrativo, incline ai dettagli e ottimo sostegno al palcoscenico tutto italiano, e ciò ci conforta nei recitativi che con Da Ponte assurgono a livello di grande teatro, compresa la Donna Anna del soprano Alexandra Zabala, colombiana di nascita, ma ormai italiana a tutti gli effetti. Una menzione speciale all’ottimo accompagnamento al cembalo di Alessandro Praticò, un musicista che si contendono i teatri all’estero.

Non meno che eccezionale la coppia costituita dal protagonista, Alessandro Luongo perfetta incarnazione fisica e vocale del “burlador de Sevilla” e da Omar Montanari, altrettanto centrato nella parte del fido Leporello, suo alter ego. Il primo dotato di una voce di timbro assai bello, gagliardo in scena e perfetto nel ruolo del diabolico, quanto alla fin fine sfortunato, seduttore, brillante nel brindisi “Fin che dal vino” e quindi suadente nella serenata con mandolino “Deh vieni alla finestra”; Montanari di verve mercuriale nei recitativi, eseguiti con mille ed una intenzioni senza trascurare una parola, ottimo nel’aria del catalogo e poi gustoso per tutta l’opera ivi compresa la scena del cimitero e quindi della cena col convitato di pietra.

Ben centrate le altre due figure maschili: il nobile e distaccato Don Ottavio che nel tenore Didier Pieri trova un esecutore raffinato, pronto anche a variare la ripresa di “Il mio tesoro intanto”, e di musicalità adamantina, il Masetto imponente per voce e figura del basso Graziano Dallavalle, un artista che ci si chiede come mai non frequenti più assiduamente i nostri palcoscenici. Statuario, nel senso proprio fisico del termine in quanto “ingessato” e tutto binco nella scena del convito, il Commendatore del giovane ed aitante basso Andrea Comelli.

Bravissime, infine, le donne: splendida Donn’Anna la Zabala, che si dimostra maestra in messe in voce e pianissimi, ma che snocciola pure agevolmente le agilità delle sue difficili arie e che si avvolge di un’aura “alla Schwarzkopf” nel conferire una nota dolente, ma pur sempre di alta nobiltà, al suo personaggio di donna doppiamente tradita, dal seduttore e anche dal pallido amante. Non meno brava Mariangela Sicilia, Donna Elvira impetuosa, ma controllatissima per emissione e linea di canto. Una voce preziosa ed il rimpianto di non averle sentito la bellissima aria espunta: ma ci rifaremo… al chiuso! Infine la Zerlina, morbida e suadente nel canto, ricca di intenzioni nelle sue due maliziose arie e pure di finta innocenza nel celeberrimo duetto “Là ci darem la mano”: Caterina Di Tonno, giunta in sostituzione di una collega, conferma oltre all’innegabile professionalità ed alla bella linea vocale, una verve a tratti insospettabile.

Resta lo spettacolo, costruito evidentemente in estrema economia – purtroppo i tempi e il luogo lo impongono – firmato in toto da Denis Krief, il quale tra l’altro risiede a Trapani, e che ha mostrato il tallone di Achille in una illuminazione piuttosto bizzarra. Una scatola lignea, una pedana, costumi (si fa per dire) “alla moderna” ed un lavoro per sottrazione anche nei movimenti scenici ridotti all’essenziale. Una scorrevole e pulita illustrazione della azione a cui ha dato contributo pure la coreografa Amy Share-Kissiov, facendo ballare il twist ai contadini durante le nozze di Zerlina e Masetto.

Andrea Merli

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