Conservatorio di Milano: Sala Verdi LE NOZZE DI FIGARO
LE NOZZE DI FIGARO
Wolfgang Amadeus Mozart
Direttore: Matteo Beltrami, Azzurra Steri, Nicolò Jacopo Suppa
Regia: Laura Cosso
Personaggi e interpreti in ordine alfabetico:
- Il conte d’Almaviva, grande di Spagna: Kwanghyun Kim
- La contessa Rosina, sua moglie: Yeajin Jeon, Sara Rossini
- Figaro, cameriere del conte Lorenzo: Malagola Barbieri, Jaime Eduardo Pialli
- Susanna, cameriera della contessa: Barbara Massaro, Francesca Pacileo
- Cherubino, paggio: Elena Caccamo, Caterina Piva
- Bartolo, medico: Carlo Andrea Masciadri
- Marcellina, governante: Sofia Nagast, Claudia Strano
- Don Basilio, maestro di cappella: Shinichiro Kawasaki, Rim Park
- Barbarina, figlia di Antonio: Albertina Del Bo, Daniela Santos Moreno
- Antonio, giardiniere: Iván Darío Lozano Ruge
- Don Curzio, giudice: Pasquale Conticelli
- due giovinette: Silvia Ricca, Mariastella Saraceno
Nuova produzione del Laboratorio Opera-Studio del Conservatorio di Milano
(Daniele Agiman, Demetrio Colaci, Laura Cosso, Umberto Finazzi, Maria Grazia La Scala)
Maestro del coro: Maria Grazia Lascala
Al fortepiano: Jihye Ha, Miura Mari
Aiuto regia: Luisa Travaglini
Scene e costumi: Elisabeth Bohr
Coreografo: Biagio Tambone
Coro e Orchestra del Conservatorio Di Milano
Ballerini del Centro di Formazione Aida, diretto da Marisa Caprara
Preparazione musicale: Daniele Agiman, Demetrio Colaci, Umberto Finazzi
Ci si lamenta che l’opera non è alla portata di tutti. C’è pure chi sostiene che non ci sono più le voci. Si sente anche dire che non c’è un ricambio generazionale del pubblico.
A smentire questi luoghi comuni – non privi di un certo fondamento, va detto – ecco le produzioni operistiche che da un po’ di tempo a questa parte si allestiscono nell’ambito del Conservatorio milanese.
Con pochi – presumibilmente poco dispendiosi – accorgimenti la Sala Verdi si trasforma all’occasione in un vero e proprio teatro, con golfo mistico e palcoscenico: il primo sacrificando le prime file e creando una sorta di contenitore per l’orchestra, il secondo sfruttando la pedana dove di solito si esibiscono orchestra e solisti.
Gli scorsi 7 e 8 maggio è stata la volta delle mozartiane Nozze, affidate a ben tre direttori d’orchestra: la “generale” aperta del 7 è stata il banco di prova di due giovanissimi e talentuosi allievi, Nicolò Jacopo Suppa, che ha diretto i primi due atti e Azzurra Steri, il terzo e quarto. Che dire? Hanno superato alla grande la non facile prova, con gesto preciso e grande sicurezza musicale, ottenendo un risultato di promettente professionalità. Non perdiamoli d’occhio questi due “Hänsel e Gretel” della bachetta. Se il buongiorno si vede dal mattino, questo è parso radioso.
La recita di domenica, ufficiale, l’ha condotta con la conosciuta maestria Matteo Beltrami, che proprio pochi mesi fa ha eseguito l’opera a Parma, prima e poi nel circuito emiliano ed a Ravenna. Scopriamo l’acqua calda col dire che siamo davanti ad un grande talento e la sua carriera, in ascesa in Italia ed all’estero, ne dà la conferma. L’orchestra del conservatorio si è dimostrata una compagine molto affiatata, ben amalgamata. SI è prodotta con pulizia di suono e tersura che in Mozart sono essenziali. Bene anche il coro, formato da allievi delle diverse sezioni di canto del conservatorio, istruito con cura da Maria Grazia Scala.
Lode soprattutto al delizioso spettacolo, realizzato a differenza di quanto avviene nei più blasonati teatri “a costo zero”, con scene e costumi di Elisabeth Borh, che ha disegnato sagome di porte semoventi, ha provveduto ad un arredo Chippendale, probabilmente riciclato, ma dipinto nei colori azzurro e bianco delle maioliche inglesi Wedgwodd, mentre i costumi erano attualizzati, ma preziosi nei tessuti e divertenti nella soluzione assolutamente plausibile. Uno spettacolo fluido, ma dal ritmo serrato, con un apprezzabile coinvolgimento di tutti i personaggi e lavorato di bulino nella recitazione e caratterizzazione.
Lodate Jihe Ha e Miura Mari, alternatesi al fortepiano con spirito e gusto nell’accompagnamento, ivi comprese le frequenti citazioni ed allusioni, restano i due cast, assolutamente equivalenti per bravura e preparazione. E’ rimasto invariato al suo posto, con autorità e vocalità di tutto rispetto ed un aplomb encomiabile, il Conte Almaviva interpretato dal baritono koreano Kwanghyun Kim, viceversa le due Rosine hanno avuto nel soprano cinese Yeajin Jeon e nell’italiana Sara Rossini, due vocaliste di tutto rispetto e due interpreti assai raffinate, la prima con una voce forse più drammatica, la seconda con una grande sensibilità nel porgere. Entrambe festeggiatissime. Ma gli applausi, distribuiti da un pubblico in maggioranza under 30, hanno coinvolto generosamente e con insistenza aria dopo aria, duetto dopo duetto interrompendo pure le scene d’insieme, tutti gli interpreti. I due Figaro, il bravissimo baritono Lorenzo Malagola Barbieri, e la rivelazione offerta da Jorge Eduardo Pialli, che ricordiamo nelle produzioni al Rosetum quale Marchese nella Traviata, che si conferma elemento di spicco. Entrambi i cantanti sono impegnati a Bologna sempre nelle Nozze proprio in questi giorni.
Due le Susanne, a gara a chi è più brava e spigliata in scena: Francesca Pacileo, la sera del 7, Barbara Massaro il pomeriggo dell’8. Brave, bravissime entrambe hanno letteralmente “ricamato” con sentimento, ed emissione perfetta, la difficile aria del quarto atto “De’ vieni non tardar”. Lo stesso dicasi dei due Cherubino: Elena Caccamo e Caterina Piva, azzeccatissime sia fisicamente che vocalmente, seppure con carattere diverso e vocalità distinguibile: due ragazzacci discoli, adolescenti zazzeruti che hanno suscitato l’immediata simpatia del pubblico. Don Bartolo è stato pure lo stesso interprete in entrambe le recite: ha avuto l’autorevolezza del basso Carlo Andrea Masciadri, mentre due erano le Marcelline, Sofia Nagast e Claudia Strano, irresistibili per comicità grazie sempre alla sapiente regia.
Due pure i Don Basilio, autentiche macchiette nell’interpretazione di Shinichiro Kawasaki e di Rim Park e due le pepatissime Barbarine, Albertina Del Bo e Daniela Santos Moreno, che ha cantato alla “generale”. Senza “doppione” tanto il Don Curzio, svenevolmente comico del tenore Pasquale Conticelli, quanto il doverosamente ubriaco Antonio del baritono Ivan Darío Lozano Ruge. Menzioniamo pure le due fresche contadinelle che intervengono nel finale terzo: Silvia Ricca e Mariastella Saraceno.
Successo vivissimo, s’è detto. Pubblico folto e festante: a 10 euro l’ingresso, va ricordato. Di queste manifestazioni ce ne vorrebbero di più e, soprattutto, andrebbero più pubblicizzate.
Andrea Merli