TEATRO ALLA SCALA: Rusalka – Antonín Dvořák, 16 giugno 2023

TEATRO ALLA SCALA: Rusalka – Antonín Dvořák, 16 giugno 2023

RUSALKA

Antonín Dvořák

Opera in tre atti

Libretto di Jaroslav Kvapil


Direttore Tomáš Hanus
Regia Emma Dante 

Personaggi e Interpreti:

  • Il Principe Dmitry Korchak
  • La Principessa straniera Elena Guseva
  • Rusalka, ninfa dell’acqua Olga Bezsmertna
  • Vodník, lo spirito delle acque Jongmin Park
  • Ježibaba, la strega Okka von der Damerau
  • Il guardiacaccia Jiří Rajniš
  • Lo sguattero Svetlina Stoyanova
  • Prima ninfa del bosco Hila Fahima
  • Seconda ninfa del bosco Juliana Grigoryan
  • Terza ninfa del bosco Valentina Pluzhnikova
  • Il cacciatore Ilya Silchukou

Scene Carmine Maringola 
Costumi Vanessa Saninino
Luci Cristian Zucaro 
Coreografia Sandro Maria Campagna

Nuova produzione Teatro alla Scala

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

 

 

 

 

Teatro alla Scala, 16 giugno 2023


C’è sempre una prima volta e in questo caso è Rusalka che si propone come “novità” al Teatro alla Scala in una nuova produzione, con la regia di Emma Dante ed il suo collaudato team: Carmine Maringola, scenografo, Vanessa Sannino, costumista, Sandro Maria Campagna, coreografo e Cristian Zuccaro responsabile delle luci. Uno spettacolo molto colorato e molto ben coreografato, non solo nel balletto del secondo atto, ma in tutta l’opera dall’instancabile figurazione. Ci immerge, anche per la presenza dell’elemento lacustre resa con acqua vera!, nel mondo delle favole, poiché è di questo che si tratta, anche se è una storia amara e tratta la crudeltà umana verso la natura oltre che un amore infelice ed irrisolto, evitando fortunatamente drammaturgie incoerenti, che ormai paiono indispensabili con analisi socio-politico-psicologiche inopportune, lasciando finalmente tranquilli Freud e Marx.

Clamoroso il successo decretato da un pubblico, molto attento a teatro pienissimo, anche se alcuni hanno accusato troppa ingenuità e un tocco eccessivamente “disneyano” all’insieme: una struttura gotica al posto del lago, una foresta antropomorfa di grande impatto, la una sala di un palazzo con un lampadario che, verso la fine, si trasforma in medusa. Personalmente, rassegnato alla sfilza di sciocchezze che viene imposta spesso nell’opera, il tutto mi è piaciuto e molto.

Ancora di più l’aspetto musicale: a cominciare dalla magnifica prova della splendida orchestra, qui sotto l’ottima bacchetta di Tomas Hanus, che ha ricreato le tinte, lunare e acquatica, di questa straordinaria partitura con infinite sfumature, dal “fortissimo” ad alcuni impalpabili “pianissimo”. Breve, ma molto apprezzabile l’esecuzione del coro, come sempre istruito alla perfezione da Alberto Malazzi, anche se l’amplificazione delle “sirene” che cantano fuori scena è parsa eccessiva e poteva essere evitata. Cast spettacolare con una protagonista toccante: il soprano ucraino Olga Bezsmertna. Perfetto il tenore russo Dmitry Korchak, nel ruolo del principe: voce ben emessa, facilità negli acuti ed eleganza nell’esibizione del canto. La parte della perfida Principessa straniera ha trovato nel soprano russo di Kurgan, Elena Guseva, il potere arrogante, la sottile perversione e un’ottima proiezione di suono. Il basso coreano Jongomin Park, che passa dal Banco del Macbeth allo Spirito delle acque di Rusalka giorno dopo giorno, è stato giustamente applaudito per la convincente prestazione, risolta con nobile linea musicale e grande autorevolezza vocale. Molto apprezzata la strega Jezibaba a cui il mezzosoprano tedesco Okka von der Damerau, vestita come Turandot, ha prestato una vocalità oceanica. Unico ceco nel cast, il tenore Jiri Rajnis, il Guardiacaccia, suo nipote, lo Sguattero, era il mezzosoprano bulgaro Svetlina Stoyanova, entrambi assai bravi. Infine piacevolissime, sia in scena che vocalmente, le tre Ninfe: l’israelita Hila Fahima, soprano, il mezzosoprano Valentina Pluzhnikova, dell’Accademia del Teatro alla Scala e il promettente soprano armeno Juliana Grigoryan, vincitrice di numerosi concorsi, tra cui nel 2022 il concorso on-line, SOI Scuola dell’Opera Italiana di Fiorenza Cedolins dove si aggiudicò il primo premio grazie anche al mio voto! Sono soddisfazioni.

Andrea Merli

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