LIEGI: I Lombardi alla prima crociata – Giuseppe Verdi, 19 maggio 2023

LIEGI: I Lombardi alla prima crociata – Giuseppe Verdi, 19 maggio 2023

I Lombardi alla prima crociata

quarta opera di Giuseppe Verdi

composta su libretto di Temistocle Solera

andata in scena al Teatro alla Scala l’11 febbraio 1843


DIrettore Daniel Oren

Regia Sarah Schinasi

 

Personaggi e Interpreti:

  • Oronte Ramón Vargas
  • Giselda Salomé Jicia
  • Pagano Goderdzi Janelidze
  • Arvino Matteo Roma
  • Pirro Luca Dall’Amico
  • Viclinda Aurore Daubrun
  • Sofia Caroline De Mahieu
  • Acciano Roger Joakim

Orchestra, Coro e Tecnici Opéra Royal de Wallonie-Liège

Maestro del Coro Denis Segond

Scene Pier Paolo Bisleri

Costumi Françoise Raybaud

Luci Bruno Ciulli

Video Leandro Summo

 

 

Opéra Royal de Wallonie-Liegi, 19 maggio 2023


C’è sempre una prima volta: l’Opéra  Royal de Wallonie-Liège non aveva mai programmato I Lombardi alla prima crociata, opera di Verdi che alla “prima”, l’11 febbraio 1843 al Teatro alla Scala di Milano, ripeté il clamoroso successo del precedente Nabucco.

Inoltre, tutti gli interpreti, compresi il direttore d’orchestra Daniel Oren, la regista Sarah Schinasi, lo scenografo Pier Paolo Bisleri, l’ideatrice dei costumi Françoise Raybaud e il datore delle luci Bruno Ciulli, debuttavano questo titolo che, va detto, circola poco anche in Italia e, fuori dal Bel Paese gli è preferita, quasi sempre, la versione francese Jerusalem, su libretto di Royer e Vaez, che a tutti gli effetti è un’altra opera.

Il libretto di Temistocle Solera, lo stesso autore di quello del Nabucco, prevede ben 38 cambi di scena: il primo atto “La vendetta” è ambientato a Milano alla fine dell’XI secolo, il secondo “L’uomo della caverna” ad Antiochia e dintorni, il terzo “La conversione” e il quarto “Il Santo Sepolcro” vicino a Gerusalemme. Per qualsiasi regista e scenografo è una bella sfida: la Schinasi e Bisleri l’hanno superata con successo, creando uno spettacolo classico, senza tentare impossibili cambiamenti della drammaturgia, con una scena elegante e caratterizzata da pannelli e pedane che scivolano in tutte le direzioni, consentendo ambienti diversi e coerenti con le diverse situazioni sceniche. La regia si realizza con movimenti ben caratterizzati riguardo ai solisti,  impostando dei suggestivi “tableaux-vivants” per le posizioni del coro, che in quest’opera assurge a protagonista e, inoltre, deve impersonare i Lombardi a Milano, guerrieri di crociati e fedeli al Saladino, un harem e, non bastasse due gruppi distinti di pellegrini, i quali intonano due pagine dello stesso valore musicale ed espressivo del celebre “Va pensiero”, cioè “Jerusalem” prima ed il successivo “Oh Signore dal tetto natio”. Per motivi tecnici parte dei bozzetti, che comprendevano molte e diverse proiezioni, non si sono potuti realizzare, ma anche così, per la fluidità e l’eleganza dell’insieme, questi Lombardi hanno ottenuto un successo trionfale, pare insolito a Liegi per una “prima”, specie di un’opera non popolare.

La parte musicale ha infiammato il pubblico, che ha dispensato frequenti applausi a scena aperta e non si stancava di applaudire alla ribalta finale. Merito dell’accattivante direzione d’orchestra, davvero splendida quella dell’Opéra Royal, tra cui va menzionato l’eccellente “Konzertmaister” Julien Eberhardt che ha eseguito magistralmente l’a solo di violino nell’intermezzo sinfonico del terzo atto e che il Maestro Oren ha fatto salire sul podio per essere giustamente applaudito. Daniel Oren, che ha all’attivo esecuzioni indimenticabili di Nabucco, è proceduto in una lettura ideale, sottolineando i momenti di enfasi, tipici del “primo Verdi”, senza trascurare sfumature e nuances sia con i cantanti, idealmente sostenuti nel canto, sia con l’orchestra nei momenti di grande tensione emotiva, ottenendo armonia nei concertanti. Coro perfetto, istruito da Denis Segond.

 Il cast ha confermato elementi già noti, come il musicale ed appassionato Oronte del tenore messicano Ramón Vargas, e la veemente Griselda del soprano georgiano Salome Jicia, ammirevole nei pianissimo e nelle “messe in voce” di grande effetto, ma anche sicura nel settore acuto, proiettato con coraggio sia nel finale secondo “No Dio non vuole”, frasi di sconvolgente attualità, come nel terzo atto, nella scena del sogno “Qual prodigio” e poi nel duetto e nel terzetto che completano l’atto. Una piacevolissima sorpresa il giovane e potente basso, anche georgiano, Goderdzi Janalidze nella parte di Pagano, poi Eremita. Voce impressionanteante per timbro e volume, questo ragazzo  farà parlare di sé. Lasciato per una volta il consueto repertorio belcantista, molto bene il giovane tenore di Treviso Matteo Roma nella parte di Arvino, e di grande vigore vocale e interpretativo l’ottimo basso Luca Dall’Amico, Pirro. Bene il resto del cast che ha schierato  la Viclinda e la  Sofia dei soprani rispettivamente Aurora Daubrun e  Caroline de Mahieu, il basso Roger Joakim, Acciano e il tenore Xavier Petithan, Priore a Sant Ambrogio.

Andrea Merli

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