VERONA: Carmen – Georges Bizet, 21 luglio 2022

VERONA: Carmen – Georges Bizet, 21 luglio 2022

CARMEN

opéra-comique di Georges Bizet composta di quattro atti

su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy

tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée

 

Direttore Marco Armiliato

Regia e Scene Franco Zeffirelli

 

Personaggi e Interpreti:

  • Carmen J’Nai Bridges
  • Micaela Maria Teresa Leva
  • Frasquita Caterina Sala
  • Mercedes Caterina Dellaere
  • Don José Roberto Alagna
  • Escamillo Gëzim Myshketa
  • Dancairo Jan Antem
  • Remendado Vincent Ordonneau
  • Zuniga Gabriele Sagona
  • Morales Alessio Verna

Costumi Anna Anni

Coreografia El Camborio ripresa da Lucia Real

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Ulisse Trabacchin

Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino

Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani 

Con la partecipazione straordinaria della Compañia Antonio Gades

Direttore Artistico Stella Arauzo

 

Arena, 21 luglio 2022


Si torna in Arena, sfidando il gran caldo, per rivedere Carmen, lo spettacolo firmato da Franco Zeffirelli che ha inaugurato questa 99 edizione del popolare festival estivo. Il motivo? La partecipazione del tenore franco – italiano, o siculo – francese che dir si voglia, Roberto Alagna. Il quale canterà ancora il ruolo di Don José domenica 31 luglio.

Arena di Veona: Carmen – Georges Bizet. photo©Ennevi

E dunque, per una volta almeno, l’opera la si potrebbe intitolare a Don José e non alla procace zingara e sigaraia di Siviglia. Le aspettative erano grandi ed altrettanto grande l’emozione dei numerosi fan giunti da ogni dove a riempire l’Arena nella serata di un bollente giovedì. Non sono state deluse le prime mentre si poteva letteralmente tagliare col coltello la seconda.

Arena di Veona: Carmen – Georges Bizet. photo©Ennevi

Alagna non “entra” nel personaggio: lo è, punto e basta. L’aspetto d’eterno ragazzo, e siamo ai suoi primi 59 anni, con un fisico ideale, agile e fresco, moderno “principe azzurro” come lo ha definito una sua fan incondizionale, certo contribuisce alla credibilità scenica di una regia che, ovviamente e in considerazione dei tempi, è “farina del suo sacco” e che lo vede implicato con una passione travolgente, seducente per l’evoluzione del personaggio prima distaccato ed affettuoso nei confronti di Micaela, poi man mano sempre più coinvolto nella follia amorosa per Carmen, fino ai violenti scoppi di gelosia nel terzo ed infine supplichevole, singhiozzante e animicamente distrutto, nel quarto atto. Una prova attoriale da brivido.

Arena di Veona: Carmen – Georges Bizet. photo©Ennevi

Ma ciò che ha avuto del miracoloso è stata la sua freschezza vocale, la espansione di una voce dolce e suadente dal timbro veramente baciato da Dio, con tenuta esemplare di acuti e di fiato, con un’emissione dal legato perfetto, dominata in piani e pianissimi di rara sugestione e cui si somma una dizione perfetta, chiara e comprensibile anche nelle frasi sussurrate. Il tripudio dopo l’aria “del fiore” e le richieste di bis hanno solo anticipato l’apoteosi che lo ha accolto poi, dopo il coinvolgente duetto finale, alla ribalta conclusiva.

Arena di Veona: Carmen – Georges Bizet. photo©Ennevi

Certo, se si pensa che per “l’incidente” dell’Aida in Scala lo abbiamo “esiliato” per oltre vent’anni, c’è di che mordersi le mani. Bentornato Roberto, il pubblico italiano ti ama e l’altra sera te lo ha dimostrato.

Arena di Veona: Carmen – Georges Bizet. photo©Ennevi

Deus ex machina di una serata, dove tolti la pur bravissima Micaela di Maria Teresa Leva,  capace di passare dal canto intimo e quasi trasognato, ad impennate vocali di tutto rispetto ed efficaci in Arena, il veemente Escamillo del baritono albanese, ma ormai di casa in Italia, Gezim Myshketa, un torero maschio, fisicamente e vocalmente irruente, i sempre affidabili Gabriele Sagona, Zuniga ed Alessio Verna, Morales, il resto non ha brillato particolarmente. Men che meno la protagonista, che pure avrebbe le fisique du role, ma che vocalmente è stata deludente con una voce piuttosto ingolfata, con un acuto debole e con un fraseggio piuttosto generico. Ciò nonostante festeggiatissima dal numeroso e calorosissimo pubblico. Il nome ancora? Ebben si chiama… J’Nai Bridges.    

Andrea Merli

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