Torino, martedì 19 aprile 2016  La donna serpente

Torino, martedì 19 aprile 2016 La donna serpente

La donna serpente

Opera fiaba in un prologo, tre atti e sette quadri
Libretto di Cesare Vico Lodovici
dall’omonima fiaba di Carlo Gozzi
Musica di Alfredo Casella
Prima esecuzione a Torino

Direttore d’orchestra: Gianandrea Noseda
Regia: Arturo Cirillo

Personaggi  e Interpreti:

  • Altidòr, re di Téflis: Piero Pretti
  • Miranda, fata, regina di Eldorado, sua sposa: Carmela Remigio
  • Armilla, sorella di Altidòr, sposa di Tògrul: Erika Grimaldi
  • Farzana, fata e La corifea: Francesca Sassu
  • Canzade, amazzone: Anna Maria Chiuri
  • Alditrùf, arciere di Altidòr (maschera): Francesco Marsiglia
  • Albrigòr, servo di Tògrul (maschera): Marco Filippo Romano
  • Pantùl, aio di Altidòr (maschera): Roberto de Candia
  • Tartagìl, basso ministro di Tògrul (maschera): Fabrizio Paesano
  • Tògrul, ministro fedele: Fabrizio Beggi
  • Demogorgòn, re delle Fate: Sebastian Catana
  • La fatina Smeraldina e Una voce nel deserto: Kate Fruchterman
  • Badur, ministro traditore e Il corifeo: Donato Di Gioia
  • Primo messo e La voce del mago Geònca: Emilio Marcucci
  • Secondo messo tenore: Alejandro Escobar
  • Prima fatina: Eugenia Braynova
  • Seconda fatina: Roberta Garelli
  • Una voce interna: Giuseppe Capoferri

Scene: Dario Gessati
Costumi: Gianluca Falaschi
Coreografia: Riccardo Olivier
Luci: Giuseppe Calabrò
Assistente alla regia: Antonio Ligas
Assistente ai costumi: Gianmaria Sposito
Maestro del coro: Claudio Fenoglio

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Fattoria Vittadini
Nuovo allestimento
in coproduzione con Festival della Valle d’Itria

 

 

Con ritardo notevole rispetto alla normale tabella di marcia, spendo due righe sulla Donna serpente andata da poco in scena al Teatro Regio di Torino.

DonnaSerpente_Catana, Remigio 1017Si tratta della ripresa dello spettacolo già visto – e già recensito a suo tempo per la spagnola Opera Actual – a Martina Franca nell’ambito del Festival della Valle d’Itria, festival a cui spetta il compito “istituzionale” di presentare novità, o meglio repechages, in campo operistico e musicale in genere. A Torino la motivazione è data dal fatto, non trascurabile, che Alfredo Casella vi nacque ed è da considerarsi, a tutti gli effetti, genius loci sebbene più versato al sinfonico. Una bella mostra fotografica, corredata da didascalie molto precise, organizzata dal Regio nel Foyer ne illustra la vita e l’attività con dettaglio: bimbo prodigio, ammirato nei salotti pure transalpini, fu anche collezionista di autografi con tanto di lusinghiere dediche da parte dei compositori più importanti della prima metà del secolo scorso.

Altra cosa, e mi ripeto, è considerarlo un operista di spicco, genere che per altro avversò in lungo ed in largo e che finalmente affrontò in piena maturità, nel 1932 con l’idea di dare rinnovato impulso “all’italico melodramma”. La donna serpente, fiaba del Gozzi rivisitata librettisticamente da Cesare Vico Lodovici, doveva esserne l’esempio ed indicare una strada che, nel bene o nel male, non ebbe seguito. L’aveva già indicata Puccini, e con quali risultati nella pur incompletezza della sua gozziana Turandot è sotto gli occhi, anzi nelle orecchie, di tutti. E fra tutti e tanti, Rota e Menotti,  senza porsi il problema di fare “teatro fantastico” anziché del “Verismo”, soprattutto senza farsi condizionare da etichette, lo hanno dimostrato facendo, sostanzialmente come il Sor Giacomo, del “teatro”.

DonnaSerpente_Chiuri, Beggi, Pretti, Grimaldi, Remigio1275La donna serpente espone belle musiche, anche tanti riferimenti per cui si può giocare a riconoscere Puccini piuttosto che Wagner, Monteverdi e Stravinski, Prokofiev e Debussy ed un lungo eccetera, ma per via del farraginoso libretto da  un lato, ove non mancano neologismi che fanno quanto meno sorridere (per tutti “magalda” riferito alla povera Miranda) e soprattutto per il trattare le voci come strumenti da amalgamare al tessuto orchestrale, togliendo loro un protagonismo che nell’opera è urgente e necessario, sacrificandole in tessiture al limite delle possibilità, in specie la parte del tenore Altidor, non decolla come si potrebbe ottimisticamente sperare e la sporadica ripresa, a scadenza più o meno trentennale, ne è la sconsolante conferma.

Servita benissimo, si badi, già a Martina Franca con un allestimento che ripreso al “chiuso” è ancora più godibile nel funzionale impianto scenico di Dario Gessati e, soprattutto, per i rutilanti e bellissimi, oltreché fantasiosi, costumi di Gianluca Falaschi. Tutto funziona a meraviglia: la regia di Arturo Cirillo, le luci di Giuseppe Calabrò, le coreografie di Riccardo Oliver.

DonnaSerpente_Pretti Remigio 1388Lodevolissimo l’apporto orchestrale e del coro del Teatro Regio sotto la guida del loro mentore, Gianandrea Noseda che dimostra di credere nell’operazione dirigendo con piglio determinato e con un occhio attento al palcoscenico. Qui il cast è parso, ancora una volta e come a Martina Franca, praticamente perfetto: bene benissimo il tenore Piero Pretti, svettante Altidor ed il soprano Carmela Remigio, liricamente struggente fata Miranda. Ma del lungo elenco non passiamo non lodare Erika Grimaldi ed Anna Maria Chiuri, principesse e sorelle di Altidor, Francesca Sassu, fata Farzana e, ovviamente le maschere, musicalmente inzuppate di “finto settecento” sebbene la loro presenza risulti un puro pretesto, bravissime: Francesco Marsiglia, Alditrùf, Marco Filippo Romano, Albrigòr, Roberto De Candia, Pantul, Fabrizio Paesano, Tartagil e Fabrizio Beggi, Tògrul. Senza dimenticare il basso Sebastian Catana, Demogorgòn, re delle fate, Kate Fruchterman, fata Smeraldina, il perfido Badur interpretato dal baritono Donato Di Gioia e il primo messo di Emilio Marcucci. Insomma, una sfilza di cantanti a cui vanno aggiunti Alejandro Escobar, Eugenia Braynova, Roberta Garelli e Giuseppe Capoferri.

Va detto che il teatro offriva un aspetto da “tutto esaurito”, che il pubblico ha seguito con interesse l’opera decretando alla fine un successo molto lusinghiero. E dunque, operazione riuscitissima!

Andrea Merli

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