Reggio Emilia: Teatro Municipale Valli – LE NOZZE DI FIGARO – 29 Gennaio 2016

Reggio Emilia: Teatro Municipale Valli – LE NOZZE DI FIGARO – 29 Gennaio 2016

Le nozze di Figaro
Commedia per musica in quattro atti
Libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

 

Direttore: Matteo Beltrami
Regia: Mario Martone
ripresa da: Raffaele di Florio

Personaggi e Interpreti:

  • Il Conte di Almaviva: Roberto de Candia
  • La Contessa di Almaviva: Eva Mei
  • Susanna: Laura Giordano
  • Figaro: Simon Orfila
  • Cherubino: Laura Polverelli
  • Marcellina: Marigona Qerkezi
  • Don Bartolo: Francesco Milanese
  • Don Basilio: Matteo Macchioni, Ugo Tarquini
  • Don Curzio: Ugo Tarquini, Matteo Macchioni
  • Barbarina: Giulia Bolcato
  • Antonio: Carlo Checchi

Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Regio di Parma
Scene: Sergio Tramonti
Costumi: Ursula Patzak
Luci: Pasquale Mari
Maestro del coro: Martino Faggiani

Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli
Coproduzione Fondazione Teatro Regio di Parma e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

0838_nozze_di_figaroPoiché la ritengo una tra le più belle edizioni delle Nozze mozartiane a cui ho potuto assistere nella ormai longeva ed impiccionesca frequentazione (la memoria mi riporta sempre alle remote Nozze scaligere dirette da Abbado con, tra gli altri, la diletta Mazzucato e dicendo “altri” ci si riferisce ad Herman Prey, Mirella Freni, Teresa Berganza, Mirto Picchi, Paolo Montarsolo, non so se mi spiego) ho deciso, dopo le due recite al Regio di Parma, di spingermi fino a Reggio nell’Emilia per la “prima” al Teatro Romolo Valli. Recita felicissima, salutata da un successo trionfale: quello che, secondo la nuova classifica pubblicata dall’amico Alfonso Antoniozzi sul suo “muro” di Facebook, alla fine, a luci di sala accese e con pubblico plaudente e vociante di gioia, prevede il saluto con la mano ed altri significativi gesti da parte degli artisti, affamati e felici, desiderosi di trovare ancora una pizzeria aperta all’alba della mezzanotte.

Felice e soddisfatto, come si potrà constatare dall’audio, anche l’Impiccione che si è divertito e commosso una volta di più. E ciò grazie ad un cast sempre più affiatato, colto in una serata di grazia dove tutti hanno potuto in un clima di serena  accoglienza dare il meglio di sé stessi, che è comunque tanto. Dai ruoli di fianco, e di nuovo lode alla bella e brava Barbarina di Giulia Bolcato, agli spiritosissimi Antonio e Don Curzio di Carlo Checchi e Ugo Tarquini, allo squillante e mellifluo Don Basilio di Matteo Macchioni (teniamolo d’occhio!) all’autorevole Don Bartolo del basso Francesco Milanese e a quella perla di soprano che risponde a Mrigona Qerkezi, una Marcellina coi fiocchi e che ci aspettiamo in altri ed importanti ruoli.

1453889475-notizie-img-1Motore dell’azione, della scatenata e complice regia di Mario Martone, Laura Giordano catapultata nello spettacolo quasi per sbaglio, ha via via sviluppato il personaggio dotandolo, oltre che della sua preziosa e squisita vocalità, di uno spirito mediterraneo con una spruzzata di siculo pepe godibilissimo. Scatenata in scena, non si lascia sfuggire la benché minima intenzione nei recitativi, che pur offerti senza tagli si vorrebbero addirittura più estesi per l’arguzia dell’interprete che poi coglie, nuovamente e addirittura con richiesta di bis, il suo momento magico nella splendida esecuzione di “Deh vieni non tardar”. Apprezzatissima per la classe e l’arte di porgere la non meno eccezionale Contessa di Eva Mei, che traduce la patetica mestizia della tradita Rosina, ancora palpitante d’amore, con punte di nobiltà e stizza che la riportano nel suo rango di nobil donna di fronte alla brutalità del Conte. Il quale, in una presa di ruolo quanto meno originale e musicalmente apprezzabilissima del baritono Roberto De Candia, giunge al punto di metterle le mani addosso spinto dalla cieca gelosia nel secondo atto, ma poi nel momento di implorare il perdono, alla fine capisce che, persa la moglie, il mondo – proprio quello degli affetti da lui trascurato e vilipeso – gli crollerebbe addosso. Non meno inappuntabile, sia vocalmente, ma soprattutto scenicamente il fresco e spontaneo Cherubino ricco di sfumature e dotato di adolescenziali pruriti erotici cui siamo debitori a Laura Polverelli e, infine, menzione speciale al bravissimo Figaro di Simon Orfila, presenza impagabile per la scena ed il canto, che ha affrontato la scena tre giorni dopo la perdita del padre. Un atto di forza e coraggio che lo rende, se possibile, ancor più grande.

Di Matteo Beltrami, dell’orchestra e del coro diretto da Martino Faggiani, si è già scritto in occasione delle recite a Parma e si conferma la qualità, la tenuta e la felice riuscita, con un rapporto ideale col palcoscenico, anche quando la scena si svolge alle sue spalle, in mezzo alla platea, coadiuvato sempre e con sagaci citazioni al cembalo dal superlativo Maestro Simone Savina.

https://youtu.be/hFMIVLw1_x0

https://youtu.be/2YgS1DndWFI



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