Teatro Regio di Parma GREGORY KUNDE – VITTORIO VITELLI 10 Ottobre 2015 CONCERTO VERDIANO –
TEATRO REGIO DI PARMA
CONCERTO VERDIANO
Gregory Kunde, tenore
Vittorio Vitelli, baritono
Beatrice Benzi, pianoforte
GIUSEPPE VERDI
- ATTILA “Dagl’immortali vertici”, atto secondo
- LUISA MILLER “Quando le sere al placido”, atto secondo
- MACBETH “pietà, rispetto, amore”, atto quarto
- romanza senza parole per pianoforte
- LA FORZA DEL DESTINO “La vita è inferno all’infelice”, atto terzo
- “Invano Alvaro ti celasti al mondo”, atto quarto
- LA TRAVIATA “Lunge da lei… De’ miei bollenti spiriti”, atto secondo
- ERNANI “Oh de’ verd’anni miei”, atto terzo
- IL TROVATORE “Ah sì, ben mio… Di quella pira”, atto terzo
- valzer in FA maggiore per pianoforte
- RIGOLETTO “Pari siamo…” atto primo
- OTELLO “Dio! Mi potevi scagliar”, atto terzo
- “Era la notte… Si pe’l ciel!”, atto secondo
BIS
- “la donna è mobile”
- “Happy Birthday Maestro Verdi” (con coro)
- duetto OTELLO
Non si poteva celebrare il compleanno di Verdi meglio di così! Lo scorso 10 ottobre nella splendida cornice del Teatro Regio di Parma, tempio verdiano per definizione e diritto, la presenza catalizzatrice del tenore dell’Illinois Gregory Kunde, ma da tempo affettuosamente adottato dal pubblico italiano prima in veste di baritenore rossiniano per eccellenza, ed ora in qualità di tenore lirico spinto coi fiocchi, affiancato dal baldo e validissimo baritono ascolano Vittorio Vitelli ed accompagnati al pianoforte da Beatrice Benzi, rovigotta ma milanese d’adozione, e soprattutto abilissima nel sostenere, respirare coi cantanti, dimostrando però di possedere una griffe riconoscibile, hanno compiuto il miracolo di fondere la musica immortale dell’amatissimo Peppino con l’anima del competente pubblico, letteralmente festante e gaudente come di rado capita di vedere in teatro, in questo in specie!
Nei confronti del buon Gregory si sono da tempo esauriti i superlativi: ciò nonostante si rimane stupefatti di come gli sia riuscito costruirsi questa nuova identità di lirico spinto, senza rinunciare del tutto alla prima di tenore belcantista, anzi infondendo al vigore ed alla forza necessari per affrontare le pagine più drammatiche di Verdi – si pensi e basti l’Otello, di cui oggi è interprete di assoluto riferimento – l’eleganza, la varietà d’accento, il fraseggio nobile dell’Artista di cui non si riesce ad intravedere l’orizzonte in un infinito panorama di nuovi titoli che ha deciso di affrontare in una sfida che, a 63 anni compiuti, è comunque vincente. Il prossimo suo Sansone a Valencia e ed il Des Grieux pucciniano a Bilbao, si profilano come appuntamenti irrinunciabili.
Che poi l’unicità non sta tanto nell’aver affrontato i due Otello, di Rossini e Verdi alternativamente ed in tempi recentissimi, quanto nel passare in pochi minuti dalla pagina più ardente e drammatica del Moro di Venezia “Dio! mi potevi scagliar” alla canzone del Duca di Mantova, “La donna è mobile” offerta come bis. Ci si aggiunga poi la spontaneità e la generosità dell’interprete e l’umanità grandissima della persona a completare il quadro, per concludere con un: “ti vogliamo bene”. Il sentimento che è stato espresso a forza di applausi e di grida di “bravo” nel corso di tutto il concerto.
Non si può tacere, ovviamente, della maturità vocale ed artistica che ha raggiunto il baritono Vitelli, attivo più all’estero che in Italia – il ché dati i tempi forse è un bene per lui – per i soliti “misteri” e giochi di preferenze, anche politiche, nei nostri teatri. Tornando alla sua bella ed applauditissima prova, basti dire che è stato il degno compagno, a pari merito, di cotanto tenore. E tanto basti.
Un’appendice è d’obbligo per la provetta Benzi al pianoforte: due sole prove, una in una sala milanese il giorno prima, un rapido ripassino prima del concerto al Regio. Sono bastati per accompagnare i due solisti avvolgendoli con un materno e sicuro manto di protezione sonora. In più le va riconosciuto il merito di aver eseguito assai bene la Romanza senza parole prima, ed il Valzer in fa maggiore poi, quello reso famoso dal film Il Gattopardo.
Una serata emozionante, condita da un divertente incidente: la ripetizione dell’All’armi – Kunde essendo insoddisfatto del Do acuto corto di fiato la prima volta ed interminabilmente poderoso la seconda – e da un Happy Birthday, diretto “lassù” al festeggiato, intonato insieme a tutto il pubblico: “Tanti auguri, Maestro Verdi!”.
Andrea Merli
prima parte
seconda parte
INTERVISTA