PIACENZA: Fedora – Umberto Giordano, 6 ottobre 2023

PIACENZA: Fedora – Umberto Giordano, 6 ottobre 2023

 

UMBERTO GIORDANO

Fedora

dramma di Victorien Sardou
ridotto in tre atti per la scena lirica da Arturo Colautti

direttore Aldo Sisillo
regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Personaggi e Interpreti:
  • La Principessa Fedora Romazov Teresa Romano
  • La Contessa Olga Sukarev Yuliya Tkachenko
  • Il Conte Loris Ipanov Luciano Ganci
  • De Siriex Simone Piazzola
  • Dimitri Vittoria Vimercati
  • Un piccolo Savoiardo Isabella Gilli
  • Desiré Paolo Lardizzone
  • Il Barone Rouvel Saverio Pugliese
  • Cirillo William Corrò
  • Borov Gianluca Failla
  • Gretch Viktor Shevchenko
  • Lorek Valentino Salvini
  • Nicola Neven Stipanov
  • Sergio Lorenzo Sivelli
  • Michele Giovanni Dragano
  • Boleslao Lazinski Ivan Maliboshka
assistente alle scene Serena Rocco
assistente ai costumi Lorena Marin
ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
maestro del coro Corrado Casati

Teatro Municipale, 6 ottobre 2023


Un “giovane” regista di soli 93 anni è stato acclamato nel corso di una serata rovente al Teatro Municipale de Piacenza, mirabilmente diretta da una donna con la “M” maiuscola: Cristina Ferrari. Si tratta di … Pier Luigi Pizzi, autore anche della messa in scena de I Lombardi di Verdi, opera che viene riproposta in questi giorni al Festival di Parma e recentemente nominato direttore del Festival Puccini di Torre del Lago; Pizzi ha una vitalità, un entusiasmo che molti trentenni vorrebbero per sé. La sua apparizione sul palco con i suoi collaboratori, Massimo Gasparon, Serena Rocco, Lorena Marin e Matteo Letizi, è stata semplicemente un’apoteosi. La dimostrazione concreta, elegante, meticolosa, stilisticamente irreprensibile di come l’opera possa essere aggiornata senza degenerare in assurdi cambiamenti di drammaturgia, rispettando la musica, le ragioni del canto e con un lavoro sulla recitazione squisito, coerente, teatralmente accattivante, emozionante.

L’opera di Giordano, che ha seguito il successo del suo Andrea Chénier, non ha mai lasciato il repertorio. Chi firma ricorda l’esordio di Placido Domingo a fianco dell’incantevole Virginia Zeani, negli anni ’70 del secolo scorso al Liceu. Come dimenticare, poi, nello stesso Teatro l’edizione con la Scotto e l’inossidabile Placido, seguiti a breve dalla coppia Freni e Carreras nella produzione di Beppe De Tomasi che ha portato il Liceu agli onori del MET di New York? Il livello raggiunto a Piacenza ricorda quel travolgente successo: la protagonista, il mezzosoprano (lo stesso Giordano ne adattò la parte concepita per la Bellincioni) Teresa Romano, che già lo scorso anno apprezzammo quale Principessa di Bouillon in Adriana Lecuovreur sempre a Piacenza, si immedesima idealmente nel personaggio di Sardou, creato per Sarah Bernhardt,  con un impeto travolgente, ricordando per fraseggio ed accento imperiosi niente meno che la grande Magda Olivero, altra eccelsa Fedora. La sua interpretazione, con una caratterizzazione espressamente melodrammatica ed enfatizzata, ma ai fini di una drammaticità vera e naturale, restituisce questa figura in tutta la sua tragica statura, in virtù di una voce ampia, ben sostenuta e timbricamente preziosa, per dolcezza e sentimento; alla fine, sulle parole sussurrate al suo amato Loris “tutto tramonta, tutto dilegua” riuscendo a commuovere.

Loris ha trovato nel tenore Luciano Ganci, la cui carriera è in netta ascesa, tutta la forza giovanile, l’amore ardente, la disperazione e le lacrime, che questo ruolo, apparentemente facile, comporta: una continua mutazione di sentimenti che egli traduce con un fraseggio infuocato, padronanza delle dinamiche, dal forte al pianissimo,  affascinanti mezze voci, senza lesinare sugli acuti, lanciati con coraggio e autentico squillo: la prima ovazione della serata è stata per lui dopo il celebre arioso “Amor ti vieta”.

Nonostante una forte allergia che ha costretto l’annuncio prima dello spettacolo, il baritono Simone Piazzola, De Siriex, ha risolto bene “La donna russa” ed è uscito comunque indenne anche nel terzo atto. Elegante, musicalmente deliziosa, l’Olga del soprano Yuliya Tkachenko. Nell’elenco dei ruoli “di fianco” così importanti in quest’opera, vale la pena menzionare l’eccellente ed ironico Rouvel del tenore Severio Pugliese, il cameriere Desiré del tenore Paolo Lardizzone, il cocchiere Cirillo del basso William Corrò e il ben cantato Dimitri del mezzosoprano Vittoria Vimercati. Nota di merito anche per il biondo (naturale, una volta tanto!) Lazinski, il presunto nipote polacco di Chopin, Ivan Maliboshka, maestro collaboratore di palcoscenico al Teatro Municipale e che ha introdotto mirabilmente il secondo incominciando a suonare il valzer a sipario chiuso, ripreso subito in apertura dall’orchestra al completo.

Puntuale il coro, istruito da Corrado Casati, ben bene l’Orchestra Filarmonica Italiana, tutti obbedendo agli ordini di Aldo Sisillo, la cui direzione si è dimostrata ideale supporto per il canto e la giusta tensione teatrale. La produzione sarà presto visibile al Teatro Comunale di Modena: chi può non perda questa Fedora!

Andrea Merli

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