LAS PALMAS DI GRAN CANARIA: Fedora – Umberto Giordano, 23 febbraio 2023
FEDORA
Umberto Giordano
Direttore musicale Francesco Ivan Ciampa
Regia scenica Daniele Piscopo
- Fedora Saioa Hernández
- Loris Ipanov Jonathan Tetelman
- Olga Sukarev Carolina López Moreno
- De Siriex Alfredo Daza
- Dimitri/Savoiardo Patricia Illera
- Desiré/Baron Rouvel Gabriel Álvarez
- Boleslao Lazinsky Borja Marino
- Gretch Fernando Campero
PHILHARMONIC ORCHESTRA of GRAN CANARIA
CHOIR of the OPERA FESTIVAL
Diretto da Olga Santana
Teatro Benito Pérez Galdós, 23 febbraio 2023
La 56esima stagione intitolata ad Alfredo Kraus della associazione Amigos Canarios de la Ópera si è aperta con una novità assoluta per l’Isola e per le Canarie, Fedora di Umberto Giordano. Grazie al solerte Patronato del Turismo della città e dell’Isola che ospita un gran numero di stranieri residenti, tra cui molti connazionali, si è potuto assistere così all’atteso debutto di ruolo di uno tra i soprani più interessanti tra quelli sortiti negli ultimi tempi dalla fucina spagnola, sempre generosa di voci, e ormai presenza abituale nei più prestigiosi cartelloni: Saioa Hernández, da poco apprezzata protagonista al Teatro Nazionale La Zarzuela di Madrid de La Dolores di Bretón, la quale nel repertorio Verista, specie là dove sia presente una forte personalità femminile, trova un terreno d’elezione.
Felicissimo debutto, sebbene anche lei colpita da un molesto raffreddore, per la presa immediata di una parte, suscettibile e vero di ulteriori approfondimenti, ma già magnificamente interpretata ai nastri di partenza. Voce completa, dal timbro personalissimo e immediatamente identificabile, con un colore ricco anche in sfumature, grazie a preziose messe in voce e pianissimi giocati con emissione impeccabile, fraseggio ed accento ardente e ben scandito, cui si sommano l’innegabile temperamento e la imperiosa presenza scenica. Già all’ingresso, con poche frasi ha fornito un ritratto credibile della nobile ed innamorata principessa Romazoff, intonando con trasporto “Oh grandi gli occhi lucenti di fede”, per passare poi alle taglienti frasi dell’interrogatorio nel primo atto. Staccata e volutamente fredda nel duetto al pianoforte con Loris, quindi appassionata nel finale secondo ed infine struggente nel terzo atto, toccante nel commovente finale dell’opera. Ha ottenuto un prevedibile trionfo personale. Accanto a lei, atteso debutto in suolo canario del 35enne tenore cileno Jonathan Tetelman nella parte di Loris. Voce di bel timbro, schietto e maschio; lo aiuta certamente la figura prestante ed il piglio baldanzoso. Ha scatenato un interminabile applauso dopo “Amor ti vieta”, l’arioso più celebre dell’opera, motivo poi ripreso anche nell’intermezzo del secondo atto. Non di meno il canto appare forzato spesso verso il grido negli acuti, certamente potenti, carente della morbidezza d’emissione e di quella dolcezza che dovrebbe prevalere nel sentimento di un innamorato.
Molto bene i ruoli di fianco. Iniziando dalla avvenente e spiritosa Olga cantata con brillante piglio soubrettistico dal soprano Carolina López Moreno che ha interpretato la frizzante arietta dello champagne “Il parigino è come il vino”, svettando in sovracuto nel secondo atto e poi anche la lode alla bicicletta nel terzo “Se amor ti allena”, arietta solitamente tagliata, ed esposta quasi con eleganza mozartiana. Per contrasto, molto maschio per colore e ricco di armonici il De Siriex del baritono messicano Alfredo Daza che ha onorato con dovizia di mezzi “La donna russa”. Nello stuolo di parti minori, ma tutte esposte, bene il basso Max Hochmuth, prima nei panni del cocchiere Cirillo e poi Borov; molto in parte e di pregevole voce il baritono di Tenerife Fernando Campero, Gretch, pungente vocalmente e scenicamente mercuriale il Dimitri (poi piccolo Savoiardo) del soprano Patricia Illera e citiamo ancora il tenore Gabriel Álvarez (Desiré, Barone Rouvel), Daniel Molina (Lorek), Alexander Edelmann (Michele, Nicola) ed Iván Figueira (Sergio). Sebbene in ranghi ridotti, ben istruito il coro da Olga Santana e preciso musicalmente il biondissimo pianista Boleslao Lazinskj di Borja Marino, il quale ha pure funzione di Maestro di palcoscenico.
L’Orquesta Filarmonica de Gran Canaria, una delle formazioni più valide in Spagna, ha fornito una ammirevole prestazione ubbidendo al gesto di Francesco Ivan Ciampa, ormai presenza abituale alle Canarie, che oltre ad essere una garanzia di solidità professionale e di conoscenza del repertorio, ha pure la non comune abilità di preparare in tempi strettissimi un’opera come questa di non facile approccio. Precisione negli attacchi, suoni che mia hanno sovrastato le voci, sostegno anzi ideale del palcoscenico ed la giusta enfasi ed il necessario trasporto che hanno garantito un successo a tutto tondo con punte di entusiasmo.
Merito anche dell’allestimento, tutto fatto in casa e nuovo per l’occasione, firmato da un giovane talento italiano che si sta aprendo strada soprattutto all’estero portando la nostra più autentica e sana tradizione teatrale: il regista Daniele Piscopo, il quale essendo pure un baritono, ha il vantaggio di seguire con la dovuta competenza i cantanti. Con il sostegno di Carlo Antonio De Lucia e Riccardo Roggiani per il disegno delle scene, le luci e proiezioni di Ibán Negrín, si è avuta una lettura chiara, senza essere necessariamente didascalica, dove ogni scena ha trovato la giusta e naturale collocazione, procedendo ad un lavoro accurato dei movimenti scenici, creando uno spettacolo che nella sua proposta tradizionale è parso a molti – iniziando dal sottoscritto – un’autentica boccata d’aria pura dopo tanti strampalati adattamenti, spostamenti d’epoca e bizzarrie registiche spesso senza capo né coda. Anche il pubblico, accorso numeroso, ha molto gradito.
Andrea Merli