TEATRO ALLA SCALA: Salome – Richard Strauss, 20 gennaio 2023

TEATRO ALLA SCALA: Salome – Richard Strauss, 20 gennaio 2023

SALOME

Richard Strauss

Dramma in un atto

Libretto di Hedwig Lachmann


Direttore Axel Kober

Regia Damiano Michieletto

Personaggi e Interpreti:

  • Herodes Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
  • Herodias Linda Watson
  • Salome Vida Miknevičiūtė
  • Jochanaan Michael Volle 
  • Narraboth Sebastian Kohlhepp
  • Ein Page der Herodias Lioba Braun
  • Fünf Juden  Matthäus Schmidlechner, Matthias Stier, Patrick Vogel, Patrik Reiter, Horst Lamnek
  • Zwei Nazarener Jiří Rajniš, Sung-Hwan Damien Park*
  • Zwei Soldaten Alexander Milev, Bastian Thomas Kohl
  • Ein Kappadozier Matías Moncada*
  • Ein Sklave Hyun-Seo Davide Park*

Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Luci Alessandro Carletti
Coreografia Thomas Wilhelm
ripresa da Erika Rombaldoni

Produzione Teatro alla Scala

Orchestra del Teatro alla Scala

* Solista Accademia Teatro alla Scala

Teatro alla Scala, 20 gennaio 2023


Proposta in streaming nel bel mezzo della pandemia nel 2021, con l’orchestra distanziata e posizionata in platea e senza pubblico, Salome debutta finalmente come secondo titolo della stagione 2022/23 raggiungendo un successo clamoroso e con la sala stracolma.

photo©Brescia e Amisano-Teatro alla Scala

Si tratta di una nuova produzione: regia di Damiano Michieletto con la sua solita e affiatata squadra formata da Paolo Fantin, eccellente scenografo, Carla Teti responsabile dei costumi, le luci di Alessandro Carletti e a cui si somma la coreografia di Thomas Wilhelm, ripresa da Erika Rombaldoni. Il regista veneziano opta, invariabilmente, per l’aggiornamento del mito, concentrandosi sul disordine psicologico della protagonista in un ambiente borghese, là dove è vittima di abusi da parte dello zio patrigno sotto gli occhi di una madre complice di uxoricidio e di una corte dominata dal vizio e dalla corruzione. Si aggiunga la figura di Giovanni Battista, qui evidente incarnazione del padre morto poiché la cisterna, disseminata di terra, risulta essere la tomba del defunto re. Affinché l’effetto didascalico sia completo, abbiamo sul palco una piccola Salomè e, per ulteriori informazioni, viene proiettato l’albero genealogico della famiglia.

photo©Brescia e Amisano-Teatro alla Scala

Va riconosciuto che lo spettacolo funziona molto bene, dominato sin dall’inizio da cinque angeli nudi con ali nere, evidente simbolo di morte. La danza si trasforma nell’iniziazione sessuale e deflorazione di Salomè.  Si crea, ciò nonostante, una certa confusione poiché è Salomè e non Elektra o Amleto; disturba non poco l’ostentazione del “brutto”, sia nella figura di un Jochanaan più orripilante del solito, che nello spogliarello di Erode che alla fine si straccia la canottiera. Alla fine Salomè si suicida gettandosi nella cisterna – tomba, come (non fa quasi più) Tosca da Castel Sant’Angelo. Sembra che ci dovremo rassegnare all’inversione di finali d’opera, dopo la Tosca vista al Liceu che si allontana tranquillamente in quinta e La Sonnambula del Teatro Real di Madrid che si butta dal secondo piano del mulino.

photo©Brescia e Amisano-Teatro alla Scala

Rimane inevitabilmente, almeno al sottoscritto, la sensazione che Oscar Wilde da un lato e Richard Strauss dall’altro, abbiano voluto esprimere qualcosa di diverso da quanto è stato fin qui esposto.

Il lato musicale, tuttavia, compensa e di gran lunga. A cominciare dalla superba prova dell’orchestra sotto la direzione di Michael Güttler, il quale ha esposto con grande efficacia lo straordinario linguaggio straussiano, sottolineando sfumature, colori e cromatismi della sublime partitura. Si è distinta sia vocalmente che interpretativamente il magnifico soprano lituano Vida Mikneviciute dal bel timbro e facile all’acuto, voce completa in tutta l’estensione e che ha offerto un’immagine perfetta della principessa ingenua, isterica e capricciosa.

photo©Brescia e Amisano-Teatro alla Scala

Michael Volle ha composto un Jochanaan allo stesso tempo austero e potente con un gran flusso di voce e un fraseggio imponente; così come le Erodiade della veterana Linda Watson, soprano americano di lunga traiettoria in Wagner e Strauss, dalla vocalità sempre importante. Perfetto l’Erode di Wolfgang Ablinger-Sperrhacke, tenore austriaco e eccellente caratterista e a posto tutti gli altri numerosi interpreti tra i quali vale ancora la pena citare il tenore tedesco Sebastian Kohlhepp, l’efficace Narraboth e il mezzosoprano Lioba Braun nel ruolo del paggio ridotto a onnipresente dueña.

Andrea Merli

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