VERONA: Nabucco – Giuseppe Verdi, 1 luglio 2022

VERONA: Nabucco – Giuseppe Verdi, 1 luglio 2022

NABUCCO

Giuseppe Verdi

 

 

Direttore Daniel Oren

Regia e Costumi Arnaud Bernard

 

Personaggi e Interpreti:

  • Nabucco Sebastian Catana
  • Ismaele Samuele Simoncini
  • Zaccaria Abramo Rosalen
  • Abigaille Ewa Plonka
  • Fenena Francesca Di Sauro
  • Il Gran Sacerdote di Belo Nicolò Ceriani
  • Abdallo Carlo Bosi
  • Anna Elisabetta Zizzo

Scene Alessandro Camera

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Ulisse Trabacchin

 

Arena, 1° luglio 2022


“Spettacolone” di indubbio effetto, per essere percorso da carrozze e cavalli in quantità e condito da spari di fucili e cannoni, torna il “risorgimentale” Nabucco verdiano con la regia (e costumi) di Arnaud Bernard e l’imponente scena di Alessandro Camera: l’edificio del Teatro alla Scala, mezzo diroccato, ma visto da diverse angolazioni, compreso l’interno (solo errore quello di riproporre i lampadari attuali) in una scena che rimanda al film “Senso” di Visconti: quanti in Arena, specie tra gli stranieri, siano in grado di capirlo è un altro discorso. Una drammaturgia che poco ha da dividere con quella originale tra assiri ed ebrei, ma che comunque ha un suo perché, ivi compresa la fucilazione di Ismaele, che poi risorge nella finzione della finzione scenica, poiché alla Scala si rappresenta, guarda un po’, Nabucco.

Dal podio Daniel Oren dirige il “suo” Nabucco, ormai arci noto ma sempre trascinante, specie nel bis (non richiesto, ma va bene lo stesso) del “Va pensiero”; lo seguono con partecipazione ed entusiasmo l’orchestra ed il coro, più compatto del solito. Maestro del coro Ulisse Trabacchin.

In cartello, la sera del 1° luglio, il baritono Sebastian Catana che conferma ottime doti vocali e splendida esecuzione del Re babilonese. Abramo Rosalen è un maestoso Zaccaria, completo su tutta l’estensione e vocalmente ben presente. Lo stesso dicasi per lo squillante Ismaele del tenore Samuele Simoncini e per la ammirevole Fenena di Francesca Di Sauro, emozionante nella sua preghiera finale. Detto degli ottimi comprimari fissi quest’anno in Arena, Carlo Bosi Abdallo e Nicolò Ceriani Gran Sacerdote di Belo e della puntuale Anna di Elisabetta Zizzo, è piaciuta e molto pure la Abigaille di Ewa Plonka, dalla voce non oceanica, ma splendidamente emessa ed apprezzabile anche per la definzione drammatica del non facile personaggio. Pubblico non numerosissimo, ma le recite infrasettimanali in Arena pongono questo problema, ma entusiasta.

Andrea Merli

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