TEATRO ALLA SCALA: Prima la musica e poi le parole – Gianni Schicchi, 12 luglio 2019

TEATRO ALLA SCALA: Prima la musica e poi le parole – Gianni Schicchi, 12 luglio 2019

Prima la musica e poi le parole

Divertimento teatrale in un atto

di ANTONIO SALIERI

Libretto di Giovanni Battista Casti

(Edizione critica a cura di Thomas Betzwieser e Adrian La Salvia.

Copyright ed edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel; rappr. per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Nuova produzione Teatro alla Scala

 

Direttore ÁDÁM FISCHER

Regia GRISCHA ASAGAROFF

Personaggi e interpreti

  • Maestro di cappella  Ambrogio Maestri
  • Poeta  Ramiro Maturana, Maharram Huseynov
  • Donna Eleonora Anna-Doris Capitelli, Marika Spadafino
  • Tonina Enkeleda Kamani, Francesca Pia Vitale

Scene e costumi LUIGI PEREGO

Luci MARCO FILIBECK

SOLISTI DELL’ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI

DEL TEATRO ALLA SCALA

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Stagione d’Opera 2018~2019

PROGETTO ACCADEMIA

6, 8, 10, 15, 17, 19 luglio 2019

 

Gianni Schicchi

Opera in un atto

di GIACOMO PUCCINI

Libretto di Giovacchino Forzano

(Editore Casa Ricordi, Milano)

Produzione Los Angeles Opera

 

 

Direttore ÁDÁM FISCHER

Regia WOODY ALLEN

Regia ripresa da KATHLEEN SMITH BELCHER

 

Personaggi e interpreti

  • Gianni Schicchi  Ambrogio Maestri
  • Lauretta Francesca Manzo, Tsisana Giorgadze
  • Zita Valeria Girardello, Daria Cherniy
  • Rinuccio Chuan Wang, Hun Kim
  • Gherardo Hun Kim, Chuan Wang
  • Nella Marika Spadafino, Francesca Pia Vitale
  • Betto Lasha Sesitashvili
  • Simone Eugenio Di Lieto
  • Marco Giorgi Lomiseli
  • Ciesca Caterina Piva
  • Spinelloccio Ramiro Maturana
  • Amantio Jorge Martinez
  • Pinellino Hwan An
  • Guccio Maharram Huseynov

Scene e costumi SANTO LOQUASTO

Luci YORK KENNEDY

SOLISTI DELL’ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI

DEL TEATRO ALLA SCALA

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

 

 

Teatro alla Scala, 12 luglio 2019


Tra le raccomandazioni più disattese quella del Sor Giacomo, che si raccomandava di non smembrare il suo Trittico. Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, invece e purtroppo, li vediamo quasi sempre “a rate”, abbinati ai titoli più diversi ed impensabili.

Ultima “strana coppia” quella offerta dal Teatro alla Scala: il sarcastico e caustico Schicchi preceduto ed associato all’atto unico meta teatrale di Antonio Salieri Prima la musica poi le parole, titolo va detto di scarsa frequentazione sulle nostre come sulle scene estere. Per Salieri una trama, quella del libretto di Giovanni Battista Cesti, che anticipa quella ben più articolata della straussiana Arianna a Nasso: quattro personaggi sono sufficienti per i battibecchi tra le due “prime donne”, la seria e la buffa, e per le ansie di Poeta e Compositore che, in soli quattro giorni, devono mettere insieme un’opera. Il tutto per un oretta e poco più di musica piacevole e costellata anche di difficoltà canore, che scorre via senza lasciar traccia. Ben diversa la situazione dello Schicchi sostenuto, oltre che dalla geniale musica del Puccini, dal libretto di un altro grande toscano, Giacchino Forzano.

Si è voluta dar possibilità ai rampolli dell’Accademia Teatro Alla Scala, componenti dell’orchestra e solisti sul palcoscenico – questi freschi delle classi magistrali impartite da Eva Mei – di mettere in luce le loro potenzialità sotto la guida ed egida di Ambrogio Maestri, per Salieri nei panni del Maestro di cappella e quindi in quelli, assai più congeniali dell’antieroe dantesco. Ovviamente la sua prova si è dimostrata in entrambi i casi vincente, spopolando addirittura quale Schicchi e per la dilagante fisicità, ma soprattutto per l’intimo piacere di divertirsi divertendo. Un personaggio impagabile e monumentale nel contempo. Il Poeta dell’operetta di Salieri è stato il più che corretto tenore Ramiro Maturata (poi Mastro Spinelloccio, con accento bolognese, nello Schicchi), mentre nei ruoli delle due rivali si sono cimentate con ottimi risultati tanto il soprano Anna-Doris Capitelli, Donna Eleonora, notevole nella coloratura, quanto la spiritosissima Francesca Pia Vitale, pepata Tonina.

Il Cast di Gianni Schicchi ha avuto in generale un livello discreto, con la buona Lauretta del soprano Francesca Manzo ed il più che discreto Rinuccio del tenore Chuan Wang. Ben preparata l’orchestra che dopo il neutro Salieri si è distinta per entusiasmo e bei colori nell’opera di Puccini sotto la guida attenta e sicura di Adam Fischer. Resta da dire degli spettacoli, assai diversi. Poco si può fare con Prima la musica poi le parole, cercando di “decontestualizzare” ed “aggiornare” un’azione che non ha praticamente una trama. Pare che all’epoca di Salieri si divertissero un mondo con le caricature che nell’opera si facevano di personaggi, cantanti e autori, ai tempi notissimi. E’ chiaro che oggi quella soluzione non è più attuabile. Grischa Asagaroff, non di meno, riesce a darne una lettura plausibile, ma non riscatta il tutto dal generale torpore. Viceversa, l’attesissimo Schicchi per la regia di Woody Allen, ripresa da Kathleen Smith Belcher, in uno spettacolo che debuttò nel 2015 all’Opera di Los Angeles (scena e costumi di Santo Loquasto, luci di York Kennedy riprese da Marco Filibeck) pur raccogliendo un franco successo, ma è difficile  rovinare lo Schicchi, ha deluso e parecchio. Tradurre la Firenze ducentesca nel compendio di luoghi comuni sull’idea che gli americani hanno dell’Italia, avendo come riferimento la Little Italy in stile “Il Padrino”, può divertire un pubblico ingenuo dalla risata facile, come con ogni probabilità è quello medio americano, da Los Angeles a Baltimora, ma è parso davvero troppo per scivoloni di pessimo gusto, in mezzo a trovate anche d’effetto, ma poco inerenti con la commedia che ha nell’ironia e del sarcasmo la sua vera identità. Per tutti è bastata la iper recitazione di Gherardino (per altro intonatissimo ed assai bravo in scena: il ragazzino Gianluigi Sartori) sorta di Gian Burrasca di “Broccolino” cui non si risparmia nulla, dal gioco di azzardo, al furto ad un cieco, allo scolare bottiglie di birra, fino a fumare il sigaro! Il trionfo del politicamente scorretto, effettivamente in eccesso.

Andrea Merli

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