TEATRO ALLA SCALA: Das Rheingold – Richard Wagner, 28 ottobre 2024

TEATRO ALLA SCALA: Das Rheingold – Richard Wagner, 28 ottobre 2024

Das Rheingold

(Der Ring des Nibelungen)

Richard Wagner

Prologo in un atto

Libretto di Richard Wagner


Direttrice SIMONE YOUNG
Regia  DAVID MCVICAR

Personaggi e Interpreti:

  • Wotan Michael Volle
  • Donner Andrè Schuen
  • Froh Siyabonga Maqungo
  • Loge Norbert Ernst
  • Alberich Ólafur Sigurdarson
  • Mime Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
  • Fasolt Jongmin Park
  • Fafner Ain Anger
  • Fricka Okka von der Damerau
  • Freia Olga Bezsmertna
  • Erda Christa Mayer
  • Woglinde Andrea Carroll
  • Wellgunde Svetlina Stoyanova
  • Flosshilde Virginie Verrez

Scene DAVID MCVICAR e HANNAH POSTLETHWAITE
Costumi EMMA KINGSBURY
Luci DAVID FINN
Video KATY TUCKER
Coreografia GARETH MOLE
Maestro arti marziali / prestazioni circensi DAVID GREEVES

Teatro alla Scala, 28 ottobre 2024


Il nuovo progetto della Tetrologia wagneriana al Teatro alla Scala inizia con il Prologo, Das Rheingold, non senza ansie e patemi, poiché il previsto direttore d’orchestra tedesco Christian Thielemmann ha rinunciato a dirigere il ciclo per motivi di salute poco prima dell’inizio delle prove. L’opzione “last minute” per un’impresa che è sempre colossale è ricaduta sull’australiana Simone Young, che vanta una notevole esperienza in questo repertorio e si appresta a debuttare a Bayreuth proprio con il Ring, condividendo a Milano il podio nel corso delle recite previste con il direttore inglese Alexander Soddy, un altro direttore che si sta imponendo sulla scena wagneriana e non solo.

photo © Brescia e Amisano

Nella serata inaugurale, onore ed onere sono stati affrontati dall’australiana, con un risultato musicale eccellente, grazie anche alla stupenda prestazione dell’orchestra, ancora una volta protagonista assoluta, e ad un cast efficacissimo. Perfetta la incisività e sottolineatura dei temi conduttori, le atmosfere liquide del Reno, del sorgente Walhalla, del sulfureo mondo nibelungico, così come le due “maledizioni” che condizionano tutta la grandiosa opera: la rinuncia all’amore e la morte per chi detiene il fatidico anello. Tuttavia, isolati e ingiustificati “buh” hanno accolto la Young quando è apparsa sul palco per ricevere il meritato applauso, tributato dalla maggioranza del pubblico.

I dissensi sono stati più insistiti, e in parte condivisibili, nei confronti del direttore di scena, David McVicar, e dei suoi collaboratori: Hannah Postlethwaite per la scenografia, Emma Kingsbury, costumi, David Finn, luci, Katy Tucker, video, Gareth Mole, coreografie e David Greeves, arti marziali (il lavoro di questi ultimi due è passato inosservato); una messa in scena sostanzialmente tradizionale, ma priva di fascino, con momenti involontariamente ridicoli ed un’inspiegabile allusione al teatro elisabettiano del XVI secolo nei costumi delle divinità, in particolare di Loge, trasformato in una signora dai capelli rossi con i gesti stereotipati della Dea Kali. L’oro fatidico è impersonato da un ballerino in tanga con una maschera d’oro, che si dimena sul proscenio e che viene carpito da Alberico. Poi alla fine, mentre gli dei salgono verso il Walhalla, ritorna strisciando in scena. Patético.

photo © Brescia e Amisano

Nel cast si sono imposti l’ottimo Wotan di Michael Volle, con lavoro accurato nel fraseggio e nobiltà nell’accento, il perfetto Alberich dell’irlandese Ólafur Sigurdarson, con voce e interpretazione notevoli, seguito dai bassi: l’imponente koreano Jongmin Park, Falsot e Ain Anger, dall’Estonia. Notevole il baritono altoatesino André Schuen, vigoroso Donner e corretto il Froh del tenore sudafricano Syabonga Maqungo. Il Loge di Norbert Ernst, tenore viennese, è pur sempre garanzia di professionalità ed impeccabile resa scenica, così come il Mime del tenore austriaco, Wolfgang Ablinger-Sperrhacke, in una riuscita personificazione del tremebondo Nibelungo.

Tra le donne, decisamente in minoranza e meno determinanti in questa “prima giornata”, va segnalata l’eccellente Frika di Okka von Damerau, soprano di Amburgo; deliziosa e fresca Freia il soprano Olga Bezsmertna, dall’Ucraina e la Erda di Christa Mayer, mezzosoprano bavarese di ottima proiezione, seppure un po’ vuota nelle note gravi.

Andrea Merli

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