MARSIGLIA: Norma – Vincenzo Bellini, 26 settembre 2024

MARSIGLIA: Norma – Vincenzo Bellini, 26 settembre 2024

NORMA

Vincenzo Bellini

Direzione musicale Michele SPOTTI
Direzione scenica Anne DELBÉE

Personaggi e Interpreti:

  • Norma Karine DESHAYES
  • Adalgisa Salomé JICIA
  • Clotilda Laurence JANOT
  • Pollione Enea SCALA
  • Oroveso Patrick BOLLEIRE
  • Flavio Marc LARCHER
  • Cervo grande Valentin FRUITIER

Collaboratrice artistica Emilie DELBÉE
Scene Abel ORAIN
Scultori Vincent LIEVORE e Augustin FRISON-ROCHE
Costumi Mine VERGEZ
Luci Vinicio CHELI
Disegno luci Jacopo PANTANI

Orchestra e Coro dell’Opera di Marsiglia

 


Opera di Marsiglia, 26 settembre 2024


photo © Christian DRESSE

La stagione marsigliese si apre con una produzione di Norma dell’Opéra national du Capitol di Tolosa, dopo 18 anni di assenza del titolo dai cartelloni del prestigioso teatro della seconda città per popolazione e importanza della vicina Repubblica francese.

photo © Christian DRESSE


È uno spettacolo che procede senza intoppi, un’unica scena “minimalista” dominata da un enorme blocco nero che si alza alla fine per rivelare la sagoma di un cavallo e di una piccola barca, senza alcuna approssimazione al falò su cui verranno sacrificati i due protagonisti. I costumi sono poco descrittivi, con gli onnipresenti cappotti degli uomini del coro, l’illuminazione priva di effetti speciali e la direzione degli attori praticamente inesistente. Una nota esotica è quella di un attore, travestito da cervo bianco o qualcosa di simile, che recita con voce roca un testo aggiunto (in francese, ça va sans dire) spesso sopra la musica. Regia di Anne Delbée, scene di Abel Oran e Hernán Peñuela, costumi di Mine Verges, luci di Vinicio Cheli.

photo © Christian DRESSE


L’interesse maggiore viene dalla buca: magnifica prestazione dell’Orchestre Opéra Marseille, discreta prestazione del coro di 39 membri diretto da Florent Mayet, obbediente alla bacchetta del trentenne direttore italiano Michele Spotti, dal 2023 direttore principale di questo teatro. Personalmente mi vanto di averlo sentito dirigere all’età di 19 anni a Milano, quando ancora studiava al Conservatorio, e di averne previsto il brillante futuro che ora si sta realizzando, con ingaggi nei maggiori teatri internazionali.

photo © Christian DRESSE

Un elemento da tenere in considerazione, un talento precoce di quelli che mantengono le promesse. Debuttando nel titolo di Bellini, ha dimostrato di conoscere perfettamente lo stile peculiare di questo compositore romantico, che con questo capolavoro ha aperto la strada all’opera moderna, affascinando lo stesso Wagner. Un ritmo incalzante, molto preciso nelle scene di battaglia come il famoso coro “Guerra! Guerra!”, ma sensibile nei momenti più lirici, a partire da un sognante ‘Casta Diva’. Ha avuto un trionfo personale, ampiamente meritato.

photo © Christian DRESSE


Interessante anche il cast, a partire dall’efficace Flavio del tenore Marc Larcher e dalla Clotilde del soprano Laurence Janot. L’Oroveso di Patrick Bolleire, dalla voce tonale, si è difeso onorevolmente.

photo © Christian DRESSE

Il tenore siciliano Enea Scala, Pollione, ha la voce giusta, di timbro e colore “baritenorile”, per affrontare il ruolo del Console romano. Generoso nell’emissione, facile negli acuti, interessante nelle variazioni dell’aria e della cabaletta (l’opera è stata proposta nella sua interezza), con un temperamento passionale e latino, ha indubbiamente le Phisique du role, il ché è sempre un vantaggio quando il personaggio è conteso dalle donne.

photo © Christian DRESSE


Queste ultime erano ben caratterizzate: Adalgisa, col colore del mezzosoprano pur essendo il soprano Salomé Jicia. Canto elegante e, soprattutto, attenzione alla pronuncia e all’espressività della parola cantata. Ha duettato con il soprano Karine Deshayes, Norma, dalla voce lirica tendente al leggero un po’ scarsa in zona grave e piuttosto debole per fraseggio e accento. Le sue agilità sono in vero apprezzabili ed pure sicura in acuto, dove peró il suono tende a schiacciarsi; si sarebbe poi desiderato un uso più frequente della mezza voce e di attacchi in pianissimo.

photo © Christian DRESSE

Il problema maggiore continua ad essere in questa seconda volta che affronta il personaggio della sacerdotessa druidica, la dizione piuttosto abborracciata e la scarsa intelligibilità. Ciò nonostante ha ottenuto un grande successo personale, mentre gli unici “buh”, isolati tra gli applausi finali, sono stati indirizzati al povero attore che interpretava il “Grand cerf”, Valentin Friutier: un’ingiustizia!

photo © Christian DRESSE

Andrea Merli

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