San Cugat (Catalogna): La petite messe solennelle – Giachino Rossini, 10 maggio 2024

San Cugat (Catalogna): La petite messe solennelle – Giachino Rossini, 10 maggio 2024

LA PETITE MESSE SOLENNELLE

Gioachino Rossini

 

 

Auditorium di San Cugat, 10 maggio 2024


Sant Cugat è una delle città satellite di Barcellona, collegata dalle Ferrovie Catalane con la centralissima Plaza Catalunya in poco più di venti minuti di percorso. A fianco del conservatorio dedicato al soprano Victoria de Los Angeles, la quale ebbe residenza negli ultimi anni di vita nella ridente cittadina del Valles, sorge l’Auditorium, moderno e capace, dove si svolge un’attività teatrale e musicle molto varia, che comprende la prosa, il Musical, spettacoli leggeri e pure l’opera.

In questo specifico caso la direttrice Maria Farriol, con a collaborazione del Gran Teatre del Liceu, ha proposto in un’unica esecuzione La Petite Messe Solennelle di Rossini, composizione sacra del 1863 scritta inizialmente per un organico ridotto a due pianoforti ed un armonium, quattro solisti ed otto componenti del coro, eseguita la prima volta nella cappella privata del conte Pillet-Wills, che ne era il committente, il 14 marzo 1864 e dedicata alla di lui consorte, Louise. Rossini consegnò la copia del manoscritto al conte e solo il caso la fece ritrovare a Philip Gossett nel maniero di famiglia nei pressi di Parigi in tempi relativamente recenti.

Lo stesso Rossini, per prevenire possibili manomissioni, ne curò la trascrizione per orchestra, ma la versione originale fu eseguita la prima volta al ROF di Pesaro solo nel 1997. L’esecuzione della Petite Messe non è frequente, poichè richiede una non indifferente preparazione musicale, sia per gli strumentisti (in realtà armonium e secondo pianoforte fungono da rinforzo al pianoforte principale) che del coro, chiamato ad un lavoro di grande rilievo, che dei solisti, soprano, contralto, tenore e basso, impegnati in una linea di puro Belcanto. Perciò l’esecuzione a San Cugat è parsa una ghiotta occasione per una breve trasferta.

Va detto che l’Auditorium, sebbene di grandi dimensioni, possiede un’ottima acustica. Ciò a permesso di apprezzare nella sua completezza il sapiente lavoro e la precisa direzione di Pablo Assante, Maestro del coro del Liceu, il quale ha colto la componente intima, quasi domestica di questa matura composizione del Pesarese, che con il suo solito caustico sarcasmo nella presentazione si compiacque di fare un gioco di parole: “musica benedetta o benedetta musica?”.

I quattordici brani che la compongono sono ricchi di invettiva armonica e melodica e forniscono una sapiente alternanza di musica da chiesa e musica profana. Coglierne la tinta, giocando su dinamiche e colori, intensità e souplesse con gesto chiaro e sicuro, ha garantito al direttore un risultato sorprendente per omogenietà e pertinenza stilistica. Il coro del Liceu, che da quando Assante lo dirige ha acquistato un’autorevolezza notevole ed è in continua crescita, ha fornito una prestazione semplicemente magnifica risaltando nel Cum Sancto Spiritu, nel Credo e poi “a cappella” nel Sanctus. I solisti, tutti i quattro usciti dalle file del coro a dimostrare appunto la qualità del medesimo, sono parsi perfettamente all’altezza dell’impegantivo compito. Piace sottolineare la presenza di due italiani, il tenore Andrea Antognetti, ottimo nel Domine Deus, ed il giovane e promettente basso Alessandro Vandin, cui spetta la pagina solistica del Quoniam.

Il soprano colombiano Alexandra Zabala, nota per la sua carriera internazionale, ha eseguito mirabilmente sia il Crocifixus che poi il O salutaris hostia; benissimo pure il contralto Elisabeth Gillming, cui spetta la chiusura della Messa con un toccante Agnus Dei.

Perfetto l’accompagnamento al pianoforte, con il sorprendente e giovanissimo Maestro franco-vietnamita David-Huy Nguyen-Phong, attualmente impegnato come ripetitore al Teatre Liceu, che ha letteralmente incantato con l’esecuzione della Offertorium, pagina solista di grande volo musicale. Ottimi nell’assecondare gli ordini di Assante anche l’altro pianista, Jordi Humet ed all’armonium Marc Diaz.

Folta presenza di pubblico che ha seguito, è il caso di sottolinearlo, in religioso silenzio e poi ha decretato un successo caloroso a tutti gli interpreti. Ci si chiede, ragionevolmente, se non è il caso di riprenderla anche a Barcellona questa riuscitissima esecuzione.

Andrea Merli

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