TEATRO ALLA SCALA: Die Entfūhrung aus dem serail – Wolfgang Amadeus Mozart, 25 febbraio 2024
DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL, K384
(Il ratto dal serraglio)
Singspiel in tre atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart
su libretto di Gottlieb Stephanie
Direttore Thomas Guggies
Regia Giorgio Strehler
Personaggi e Interpreti:
- Selim Sven-Eric Bechtolf
- Konstanze Jessica Pratt
- Blonde Jasmin Delfs
- Belmonte Daniel Behle
- Pedrillo Michael Laurenz
- Osmin Peter Rose
- Servo muto Marco Merlini
- Solisti del Coro Silvia Spruzzola, Julija Samsonova, Luca Di Gioia, Giorgio Valerio, Alessandra Fratelli, Luigi Albani
Scene e costumi Luciano Damiani
Luci Marco Filibeck
Ripresa della regia Laura Galmarini
Movimenti mimici Marco Merlini
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Teatro alla Scala, 25 febbraio 2024
Questo storico allestimento de Il ratto dal serraglio, creato per il Festival di Salisburgo nel 1965 e dal 1972 in poi rappresentato ripetutamente al Teatro alla Scala (il sottoscritto vi ha potuto assistere sin dalle recite del 1978! ) è un classico e un capolavoro teatrale di Giorgio Strehler, grazie alla stupenda scenografia di Luciano Damiani a cui si devono pure i bellissimi costumi, il quale ideando uno straordinario gioco di luci (oggi perfettamente ricreate da Marco Filibeck) e all’interno di un’azione meta-teatrale, ridusse a sagome, secondo una pratica pittorica molto in voga alla fine del XVIII secolo, i protagonisti nei momenti musicali e di canto del peculiare Singspiel che diede il via alla fama viennese del Genio, prima che affrontasse la cosiddetta “Trilogia italiana”, su libretti di Da Ponte e poi con l’altro emblematico Singspiel, Il flauto magico. Questa illuminazione, così poetica ed efficace dal vivo, ha di fatto impedito di ridurre e riprodurre lo spettacolo in un video.
Ora, ripreso con grande efficacia e fedeltà da Laura Malgarini, ha ottenuto ancora una volta un trionfo annunciato: finalmente il pubblico in Scala ride, sorride e si commuove grazie ad un’azione teatrale che si svolge con innocenza e grazia, che cerca la complicità con battute in italiano, giustamente inserite con spiritosa intelligenza, e con il gustoso l’intervento di un mimo, novello Pulcinella “servo muto”, il divertente attore Marco Merlini il quale ha strappato un meritato e prolungato applauso a scena aperta. Insomma, uno spettacolo sempre verde, tutt’altro che sbiadito, che riporta alla mente nostalgie e dolci ricordi di gioventù.
All’insuperabile perfezione scenica si è aggiunta una versione musicale non meno che ammirevole. Grazie, innanzitutto, alla direzione ritmicamente disinvolta e al tempo stesso ispirata del giovane Thomas Guggeis, già discepolo di Barenboim, dotato di notevole personalità e maestria, che ha ottenuto un successo strepitoso con umile timidezza visto che è apparso alla fine quasi incredulo per una così fortunata accoglienza. Il coro, diretto in questo caso da Giorgio Martano, è stato bravo come sempre, con i quattro ottimi solisti: Silvia Spruzzola, Julija Samsonova, Luca Di Gioia e Giorgio Valerio; ancora una volta, l’orchestra ha suonato alla perfezione ed il cast è parso eccellente.
Jessica Pratt aveva già debuttato recentemente e felicemente nel ruolo di Konstanze nelle rappresentazioni del Ratto a Bilbao: eleganza, stile, perfezione nelle agilità risolte con sorprendente facilità, dolce e amorevole, ma anche decisa con fraseggio tagliente nei momenti di maggiore drammaticità. Dopo l’attesissima aria del secondo atto: “Martern aller Arten”, semplicemente esemplare nella sua interpretazione per musicalità e nobiltà di canto, il teatro si è fermato in un’interminabile ovazione. Il tenore Daniel Behle, nel ruolo di Belmonte, è piaciuto molto per la sensibilità e la buona tecnica, oltre che per la voce melodiosa e lo stile raffinato. Anche la coppia comica, Pedrillo e Blonde, è parsa azzeccatissima: lui, il tenore Michael Laurenz, di grande scioltezza teatrale e ottima proiezione; lei, deliziosamente civettuola e con una voce sicura e brillante negli acuti, Jasmin Deles.
Il basso Peter Rose, Osmino la cui zona grave non raggiunge le estreme profondità del pentagramma con la necessaria proiezione, è stato molto applaudito, e a ragione, risultando molto spassoso scenicamente ed irresistibilmente comico nei suoi interventi in italiano, scegliendo la “mamma” tra le damigiane di vino di Cipro e poi cercandone addirittura la “nonna”. Una menzione speciale merita lo splendido attore Sven-Eric Bechtolf che ha vestito i nobili panni del Bassa Selim, recitato con ammirevole autorità e rigore, a cui viene affidato il messaggio di pace e tolleranza che, oggi ancor di più, rende questo Singspiel un manifesto attualissimo di ciò che dovrebbe essere la politica mondiale.
A teatro esaurito, in sala si è verificato un incidente durante il secondo atto che fortunatamente non è finito in tragedia: un cellulare è caduto da un piano alto, ferendo alla guancia un signore seduto nella prima fila del lato destro di platea. “Io ti denuncio!” si è sentito urlare mentre Blonde cantava. Naturalmente ha fatto notizia il giorno dopo sui quotidiani di tutt’Italia!
Andrea Merli