MODENA: Il trovatore – Giuseppe Verdi, 3 dicembre 2023
Giuseppe Verdi
IL TROVATORE
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Salvadore Cammarano, dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez
Direttore Matteo Beltrami
Regia e costumi Stefano Monti
Personaggi e Interpreti:
- Il Conte di Luna Dalibor Jenis
- Leonora Marta Torbidoni
- Azucena Anna Maria Chiuri
- Manrico Angelo Villari
- Ferrando Giovanni Battista Parodi
- Ines Ilaria Alida Quilico
- Ruiz Andrea Galli
- Un Vecchio Zingaro Domenico Apollonio
Scene Stefano Monti, Allegra Bernacchioni
Luci Fiammetta Baldiserri
Ombre Teatro Gioco Vita
Assistente alla regia e movimenti coreografici Francesca Martignetti
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del Coro Corrado Casati
Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Azienda Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Teatro Goldoni di Livorno
NUOVO ALLESTIMENTO
Teatro Comunale Pavarotti-Freni, 3 dicembre 2023
Questa produzione de Il Trovatore arriva dal Teatro Municipale di Piacenza, dove ha visto la luce pochi mesi fa, e riunisce gli sforzi di altri tre teatri: il Teatro Chiabrera di Savona, il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro Goldoni di Livorno. Una lodevole collaborazione tra Emilia, Toscana e Liguria: la sana e valorosa provincia italiana, circuiti lirici che garantiscono una capillare divulgazione dell’opera lirica.
Il merito principale dell’efficace, severa ed elegante messa in scena firmata da Stefano Monti, responsabile della regía, dei costumi, e del progetto scenico, quest’ultimo insieme ad Allegra Bernacchioni, sapientemente illuminata da Fiammetta Baldiserri, è la fluidità di uno spettacolo che scorre senza interruzioni con un solo intervallo, con coerente movimento delle masse. l’ottimo coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati, senza alterazioni drammaturgiche, esponendo anzi in modo esemplare la complicata trama originale di Antonio García Gutiérrez nella versione italiana di Cammarano e Bardare. Arricchito dai bellissimi costumi d’epoca e raggiungendo l’ideale “tinta” verdiana, che ne Il Trovatore è cupa, notturna, trafitta dai bagliori delle fiamme, ha trovato anche il consenso del numeroso pubblico che gremiva la sala.
Un successo clamoroso per la parte musicale, cominciando dall’ottima Orchestra Filarmonica Italiana sotto la direzione dinamica e sicura di Matteo Beltrami, il quale ha saputo garantire un perfetto equilibrio tra buca e palcoscenico nonostante a causa dell’influenza e del Covid – che ancora circola in abbondanza – ci siano state diverse defezioni. È stata comunque effettuata una lettura completa della partitura, quasi sempre soggetta a tagli, soprattutto nella ripetizione della “cabalette” e delle “strette” dei duetti e concertati. Brillante nelle dinamiche, riuscitissimo nelle ripetizioni il gusto per le variazioni eseguite con estrema attinenza filologica e con intenzioni e sfumature sempre motivate da un estremo senso della teatralità.
Nel cast ci sono stati due cambi dell’ultimo minuto: al posto della prevista Chiara Isotton, la Leonora di Marta Torbidoni, soprano che sta imponendosi nel repertorio verdiano e che è stata giustamente applaudita, soprattutto dopo l’onerosa scena del quarto atto. Una voce ben emessa, dal colore gradevole e un’interprete sensibile. Molto opportuna la presenza del baritono Dalibor Jenis, di solida professionalità: Conte di Luna, vigoroso, cantato con nobile linea e vigore, con voce ferma e perfettamente proiettata. Il fatto che entrambi siano saliti sul palco quasi senza prove, raddoppia i meriti. Sempre una garanzia la partecipazione del basso Giovanni Battista Parodi nella parte di Ferrando; Anna Maria Chiuri è parsa magnifica, sia per la voce dal timbro personalissimo, che per l’intensità con cui interpreta la parte di Azucena, arricchita da uno sconvolgente ritratto psicologico del personaggio diviso tra l’amore materno e il desiderio di vendetta. Benissimo, il protagonista Angelo Villari, tenore in ascesa, nonostante fosse ancora reduce dall’influenza (alla “prima” – la cronaca si riferisce alla seconda e pomeridiana- dovettero procedere all’annuncio) ha cantato senza risparmiarsi, culminando con un mirabile “Ah si, ben mio”. Sofferti, solo un po’, i famigerati “Do” della “Pira”, ma ciò non ha tolto una virgola alla superba ed eroica interpretazione.
Bravissimi nei ruoli di pertichino il soprano Ilaria Alida Quilico, Inés e il tenore Andrea Galli, Ruiz. Il Vecchio Zingaro di Domenico Apollonio ed il Messo di Lorenzo Sivelli sono parsi più che corretti.
Andrea Merli