TEATRO ALLA SCALA: Peter Grimes – Benjamin Britten, 2 novembre 2023

TEATRO ALLA SCALA: Peter Grimes – Benjamin Britten, 2 novembre 2023

PETER GRIMES
Benjamin Britten

Opera in un prologo e tre atti

Libretto di Montagu Slater


Direttrice Simone Young 
Regia Robert Carsen 

Personaggi e Interpreti:

  • Peter Grimes Brandon Jovanovich
  • Boy Tommaso Axel Versari
  • Ellen Orford Nicole Car
  • Captain Balstrode Ólafur Sigurdarson
  • Auntie Margaret Plummer
  • First niece Katrina Galka
  • Second niece Tineke Van Ingelgem
  • Bob Boles Michael Colvin
  • Swallow Peter Rose
  • Mrs. Sedley Natascha Petrinsky
  • Rev. Horace Adams Benjamin Hulett
  • Ned Keene Leigh Melrose
  • Hobson William Thomas
  • A lawyer Ramtin Ghazavi
  • A fisherwoman Eleonora de Prez

Scene e costumi Gideon Davey 
Luci Robert Carsen e Peter Van Praet
Drammaturgia Ian Burton 
Video Will Duke 
Coreografia Rebecca Howell 

Nuova produzione Teatro alla Scala

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Teatro alla Scala, 2 novembre 2023


L’indubbio capolavoro di Britten, Peter Grimes, ritorna con una certa regolarità al Teatro alla Scala nel terzo millennio, come è logico che sia per un’opera così rappresentativa del teatro del Novecento. Chi firma ha avuto la fortuna di assistere alle due precedenti edizioni, la terza nel 2000 e la quarta nel 2012, dopo la prima milanese (era stata precedentemente trasmessa in onda dalla RAI nel 1947) ma tradotta in italiano.

Cosa aggiunge e caratterizza questa nuova produzione di Robert Carsen, uno dei registi teatrali più famosi e ricercati di oggi? Da un punto di vista prettamente scenico, si tratta di uno spettacolo fluido, drammaturgicamente fedele e coerente. Magnifico il lavoro su solisti e coro, quest’ultimo coreografato da Rebecca Howell, e soprattutto quello della figurazione, sedici mimi-attori – che assieme alla videoproiezione del volto angosciato del protagonista, rappresenta lo stato d’animo tormentato della vittima dei pregiudizi e delle persecuzioni. La scenografia e i costumi sono disegnati da Gideon Davey: la prima costituita da uno spazio chiuso, allo stesso tempo piazza, pub “Il Cinghiale”, sala del municipio e casa di Grimes. I secondi, aggiornati e anonimi nel loro monocromatismo, non aiutano all’identificazione dei personaggi, soprattutto quelli maschili. Le luci sono curate dallo stesso Carsen insieme a Peter van Praet, mentre le immagini video sono a cura di Will Duke. Cosa manca? Un’impronta più riconoscibile e, ancor di più, si avverte l’assenza di due dei protagonisti: il mare e il “Bourg”, il villaggio di pescatori. Niente a che vedere con le due produzioni precedenti, nel 2000 proveniente da Los Angeles e Washington per la regia di John Richard Schlesinger e quella del 2012 messa in scena da Richard Jones.

L’interesse maggiore di questa edizione si è rivelata la direzione d’orchestra – sempre altissimo il livello di quella della Scala – affidata a Simone Young; l’australiana s’impone per autorevolezza e l’eccellente lavoro dal podio. Accolta alla ribalta finale con un meritato trionfo, ha proposto una lettura semplicemente perfetta, addentrandosi con rigore e chiarezza nelle mille e una sfumature che questa straordinaria partitura contiene, raggiungendo un perfetto equilibrio con il coro, anch’esso non meno che fenomenale gli ordini di Alberto Malazzi, e i solisti, sempre puntuali negli attacchi. Pregevolissimi gli interludi dove ha messo in risalto una tavolozza di colori di notevole varietà: sostanzialmente, quello che non abbiamo visto sul palco lo abbiamo sentito in orchestra.

L’intero cast è stato all’altezza del compito. A cominciare da Brandon Jovanovich, un Grimes ruvido e brutale, ma anche espressivo e capace di modulare la potente voce. L’Ellen del soprano Nicole Car possiede una voce calda, ampia e sicura, perfettamente proiettata e risulta un’accorata, magnifica interprete. Tra i tanti del cast, si menzioni l’ottimo Balstrode del baritono Ólafur Sigurdarson, la “zia” del mezzosoprano Margaret Plummer, la pettegola Sedley di Natascha Petrinsky. Tutti, nell’insieme e coralità, meritevoli del clamoroso successo che è stato loro tributato a fine opera.

Andrea Merli

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