PARMA: I lombardi alla prima crociata  – Giuseppe Verdi, 7 ottobre 2023

PARMA: I lombardi alla prima crociata – Giuseppe Verdi, 7 ottobre 2023

I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Temistocle Solera
dal poema omonimo di Tommaso Grossi

Musica
GIUSEPPE VERDI

Edizione critica a cura di David R. B. Kimbell
the University of Chicago Press, Chicago e Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano

Festival Verdi 2023 – Parma


Maestro concertatore e direttore Francesco Lanzillotta 

Regia, scene, costumi e video Pier Luigi Pizzi 

 

Personaggi e Interpreti:

  • Arvino, figlio di Folco signore di Rò Antonio Corianò 
  • Pagano, figlio di Folco signore di Rò, poi Eremita Michele Pertusi 
  • Viclinda, moglie d’Arvino Giulia Mazzola 
  • Giselda, sua figlia Lidia Fridman 
  • Pirro, scudiero d’Arvino Luca Dall’Amico 
  • Un Priore della città di Milano Zizhao Chen*
  • Acciano, tiranno d’Antiochia William Corrò 
  • Oronte, suo figlio Antonio Poli 
  • Sofia, moglie del tiranno d’Antiochia Galina Ovchinnikova*

    *Allievi dell’Accademia Verdiana

Violino solista Mihaela Costea 

Luci Massimo Gasparon 

Coreografie Marco Berriel 

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

ORCHESTRA GIOVANILE DELLA VIA EMILIA

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro del coro Martino Faggiani 

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma

 

Teatro Regio, 7 ottobre 2023


Dopo il trionfo di Nabucco Verdi affronta una sorta di Grand-Opéra all’italiana, I Lombardi alla prima Crociata su libretto di Leone Tottola ispirato al poema di Tommaso Grossi. Non a caso in seguito, ampliata in Jerusalem sarà il biglietto da visita per l’esigente pubblico parigino. Opera di non frequente la programmazione, vuoi per le difficoltà della messa in scena, con continui cambi di ambiente, tempi e luoghi, vuoi perché necessita un cast d’eccellenza, soprattutto per le due parti principali: il basso Pagano ed il soprano Giselda.

Il Festival Verdi 2023 di Parma propone una splendida produzione grazie al lavoro di Pier Luigi Pizzi e del suo team, tra cui Massimo Gasparón, responsabile delle luci e Marco Beriel, coreografo. Pizzi, a 93 anni, firma regia, scene, costumi e la parte video, davvero impressionante per le nuove tecnologie tridimensionali. Oltre alla disposizione funzionale del coro, si apprezza un lavoro meticoloso sui solisti, l’uso sapiente e coerente della figurazione, perfettamente integrata nell’azione teatrale. Una piattaforma rotonda illuminata occupa il centro della scena, qui si concentra l’azione; una gradinata semicircolare la circonda e la occupa principalmente il coro; eleganti e sobri costumi “senza tempo” con effetti cromatici, la sua “firma”: blu, viola, arancione, giallo per i “mori”, bianco e nero per i crociati. Una linea di narrazione chiara, naturale e tesa nella sua drammaticità.

Musicalmente è stata eseguita la versione integrale nell’edizione critica di David R.B. Kimbel, seduto al podio Francesco Lanzillotta, che cammina ancora con l’aiuto delle stampelle riprendendosi dal grave incidente subito lo scorso agosto. Ciò non gli impedisce di dirigere con estremo vigore, accompagnando idealmente il canto, tenendo sotto controllo il magnifico coro, che a sua volta obbedisce la guida meticolosa e sicura di Martino Faggiani. Una lettura ricca di ritmo nelle scene di massa, precisa nei concertanti, pure attenta all’intenso lirismo delle pagine romantiche, a cominciare dal magnifico assolo di violino che ha visto protagonista sul palco Mihaela Costea, primo violino dell’ottima Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini.

Attimi di tensione sul palcoscenico. C’è stata una pausa inaspettata dopo la prima scena davanti alla basilica di Sant’Ambrogio di Milano: Michele Pertusi, Pagano, ha avuto un problema alla gamba e, comunque, ha continuato la recita pure lui seduto ma a sinistra sul palco. L’incidente però non ha compromesso la voce, che suona imperiosa, autorevole con un’ammirevole enfasi interpretativa: passano gli anni e l’interprete giganteggia ricordando in certa misura a chi ha avuto la fortuna di vederlo e sentirlo in scena il grande Rossi-Lemeni. Nel cast ammirevoli, e anche molto applauditi, il soprano Giulia Mazzola, Viclinda dotata di bella voce e di espressiva, Galina Ovchinnikova, soprano dell’Accademia Verdiana, Sofia; i bassi Luca Dell’Amico, Pirro e William Corrò, Acciano e, soprattutto, i due tenori. Arvino, di bella proiezione e ottimo fraseggio, Antonio Corianò e Antonio Poli, Oronte, elemento da seguire con attenzione per il superbo strumento, ricco di squillo e per la progressiva maturità interpretativa.

Per concludere la Giselda interpretata dal soprano Lidia Fridman. L’aiuta indubbiamente la figura slanciata, elegante, un indubbio talento e la veemenza che pone nella recitazione e nel canto, dove coglie interessanti sfumature di intimità introspettiva. La voce, tuttavia, sebbene possente e di colore interessante, suona intubata al centro e incerta nell’acuto; in corso d’opera è inciampata nelle agilità della cabaletta “No Dio nol vuole!” e in qualche pianissimo le ha ceduto l’emissione. Una brutta serata capita a tutti, sia soprano o piuttosto basso. Il pubblico l’ha comunque e generosamente applaudita con entusiasmo, così come l’intera compagnia, compreso l’inossidabile Pier Luigi Pizzi, vero trionfatore della serata.

Andrea Merli

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