BERGAMO: Chiara e Serafina – Gaetano Donizetti, 19 novembre 2022
Chiara e Serafina
Ossia “Il pirata”
Melodramma semiserio in due atti di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti
Prima esecuzione: Milano, Imperial Regio Teatro alla Scala, 26 ottobre 1822
Edizione sull’autografo a cura di Alberto Sonzogni
© Fondazione Teatro Donizetti
Direttore Sesto Quatrini
Regia, scene e costumi Gianluca Falaschi
Personaggi e Interpreti:
- Don Meschino
Pietro Spagnoli, Giuseppe DeLuca
e con i solisti dell’Accademia di perfezionamento
per cantanti lirici del Teatro alla Scala:
- Don Alvaro Matías Moncada
- Serafina Fan Zhou (16-19-25 novembre), Nicole Wacker (4 dicembre)
- Chiara Greta Doveri (16-19-25 novembre), Aleksandrina Mihaylova (4 dicembre)
- Don Fernando Matías Moncada
- Don Ramiro Hyun-Seo Davide Park
- Picaro Sung-Hwan Damien Park
- Lisetta Valentina Pluzhnikova
- Agnese Mara Gaudenzi
- Spalatro Andrea Tanzillo
- Gennaro Giuseppe De Luca
Lighting design Emanuele Agliati
Drammaturgo Mattia Palma
Orchestra Gli Originali
Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala
Teatro Sociale, 19 novembre 2022
Al giovane Donizetti, nuova promessa tra i compositori e a soli 24 anni, fu offerta la possibilità di debuttare al Teatro alla Scala il 26 ottobre 1822 mettendo in musica su libretto del celebre “poeta teatrale” Felice Romani, Chiara e Serafina, ossia Il Pirata, ispirato a La Cisterne un melodramma francese di Pixérécourt. Il critico della “Gazzetta di Milano” fu drastico: “Il sipario è calato lasciando il pubblico con la fronte di bronzo”. Dopo dieci rappresentazioni l’opera cadde nell’oblio e, quel che è peggio, Donizetti impiegò nove anni per tornare alla Scala.
Ora il Festival Donizetti è istituzionalmente obbligato a concedere a Chiara e alla sorella Serafina un appello, ma sebbene il pubblico del Teatro Sociale di Bergamo Alta ieri sera abbia accolto l’opera semiseria con un affettuoso successo, è realistico supporre che le due ragazze di Majorca del folle libretto, sebbene liberate dai corsari nel lieto fine, torneranno tranquillamente nell’archivio di Ricordi per altri 200 anni.
Non è che la musica di Donizetti non possieda meriti, sebbene logicamente ancora soggetta alle derivazioni rossiniane e alla scuola del suo Maestro Giovanni Simone Mayr. Un esempio lo pone la sinfonia che guarda oltr’Alpe e diversi assieme dominati da crescendo e sillabato che occhieggiano allo stile del Pesarese. Ci sono molti momenti di alta inventiva musicale: le arie con “obbligato” di violino o piuttosto corno inglese ed arpa, un sestetto e un quintetto mirabili nel secondo atto, ma l’argomento è improponibile e l’estensione dell’opera, con un primo atto che supera l’ora e mezza e un secondo sfiora l’ora, diluito in situazioni che cessano di essere divertenti e si riducono in ripetitive, provocano più di uno sbadiglio tra il pubblico.
Per cercare di far rivivere Chiara e Serafina sono state chiamate le forze dell’Accademia Teatro alla Scala, compreso il coro (18 orientali su 32 elementi), tutta la dotazione tecnica, sartoriale, trucco e parrucco ed elaborazione della scenografia. Un lavoro guidato da Gianluca Falaschi, noto ed apprezzato costumista, che qui firma la sua prima regia. Uno spettacolo boulevardier e metateatrale, arricchito da mirabolanti e coloratissimi costumi, con citazioni di attori comici: Chaplin e Jacquie Coogan de “Il Monello” e Totó, tra gli altri citati (Walter Chiari e Alberto Sordi però non identificabili) che funziona soprattutto quando si mantiene rivistaiolo e frenetico, ma che non aiuta a capire la storia ingarbugliata.
Musicalmente lode in generale alla squadra scalpitante dei giovani dell’Accademia: dovevano essere guidati dal veterano Pietro Spagnoli, ammalato alla “prima” e sostituito da Giuseppe De Luca, previsto per la parte del pirata Gennaro e suo cover nella parte comica di Don Meschino; Gennaro a sua volta è stato interpretato da Luca Romano. Tra i tanti personaggi va evidenziato il buon lavoro del baritono coreano Hyun-Seo Davide Park nei panni del comico Perico, pirata pentito e su cui ruota buona parte dell’azione, del contralto ucraino Valentina Pluzhnikova sensuale e capricciosa Lisetta, nei panni di una “Drag Queen” e naturalmente delle due sorelle del titolo Chiara, il mezzosoprano Greta Doveri di voce piacevole e perfetta travestita da “monello”, Serafina, il soprano cinese Fan Zhou brillante nelle agilità e picchettati nella parte della ragazza un po’ svanita.
Ad imbrigliare questi vivaci puledri ci ha pensato il Maestro Sesto Quatrini il quale ha diretto l’Orchestra gli Originali, di strumenti d’epoca. Gli è riuscito il quasi impossibile: dare senso a questo “minestrone” mantenendo un buon ritmo narrativo, padronanza nelle dinamiche e controllo del palcoscenico. Dobbiamo anche riconoscere la sua abilità come istruttore poiché disporre di professionisti navigati, in orchestra e anche nel coro e solisti, è un’altra storia, questa si è rivelatala tredicesima fatica d’Ercole!
Andrea Merli