DRESDA: Rusalka – Antonin Dvořák, 7 maggio 2022
(op. 114)
Antonin Dvořák
opera in tre atti
libretto in ceco di Jaroslav Kvapil
Direttore Joana Mallwitz
Regia Christof Loy
assistente Johannes Stepanek
Personaggi e Interpreti:
- Il principe Pavel Cernoch
- La fremde Fürstin Elena Guseva
- Rusalka Olesya Golovneva
- Der Wassermann Alexandros Stavrakakis
- L’esasperante Christa Mayer
- Der Wildhüter Sebastian Wartig
- Der Küchenjunge Nicole Chirka
- Erste Nymphe Ofeliya Pogosyan
- Zweite Nymphe Stepanka Pucalkova
- Dritte Nymphe Constance Heller
- Ein Jäger Simeon Esper
Scenografia Johannes Leiacker
Costumi Ursula Renzenbrink
Progetto illuminotecnico Bernd Purkrabek
Coreografia Klevis Elmazaj
Coro Jonathan Becker
Drammaturgia Juliane Schunke
Semperoper, 7 maggio 2022
La nuova produzione di Rusalka ha preso il via al Teatro Real di Madrid, approda ora a Dresda e seguirà il suo percorso prossimamente al Teatro Comunale di Bologna e quindi al Teatre Liceu di Barcellona ed al Teatre des Arts Reina Sofia di Valencia.
Ovviamente, seguendo la moda attuale, la “favola lirica in due atti” su libretto di Jaroslav Kvapil ha subito una revisione drammaturgica. Autrice Juliane Schunke, la quale con la regia di Christoph Loy assistito da Johannes Stepaneck, la scena di Johannes Leiacker, i costumi di Ursula Renzenbrink, le luci di Bernd Purkrabek e le coreografie di Klevis Elmazaj, ci propone una sorta di foyer di teatro, con tanto di botteghino dei biglietti (che si scopre essere l’abitazione della fatucchiera Jazibaba) ed un letto in cui giace Rusalka, una ballerina in stampelle che riottiene dalla strega l’uso delle gambe e del piedino fratturato. L’idea strampalata non trova un prosieguo degno di ulteriori note, permanendo uno stato confusionale. Chi non conosce l’opera rimane comunque spiazziato e, probabilmente, non ne capisce la trama. Il ballo del secondo atto trasformato nell’orgia di una corte licenziosa dovrebbe costituire, forse, la provocazione, ma in realtà quella che sembra mancare è proprio una regia coerente, seppure va riconosciuto il lavoro sui protagonisti, in particolare la protagonista che si trova costretta, novella Giselle od Odille, a ballare sulle punte oltre che a cantare una parte difficile ed impegnativa.
Meglio, molto meglio, la parte musicale. Grazie innanzitutto all’apporto della straordinaria Staatskapelle ubbidiente alla bacchetta dell’ottima direttrice Joana Mallwitz, giustamente festeggiatissima alla ribalta finale. Ben assortito il cast, iniziando dalla brava Rusalka di Olesya Golovneva, dal timbro non particolarmente suadente, ma vocalmente solida e pure sensibile interprete. Bene il Principe del tenore Pavel Cernoch, qualche sfuggevole cedimento in acuto non inficia una resa teatrale di sicuro effetto. Prorompente la Contessa di Elena Guseva, dalla bella voce mezzosopranile e soprattutto la strega Jazibaba di Christa Mayer, voce ricca in armonici ed interprete, compatibilmente con la regia che la banalizza, di spicco. Un rilievo speciale lo ha avuto lo Spirito delle Acque nella voce del giovane basso Alexandros Stavrakakis. Le tre ninfe, trasformate in ballerine di fila, sono state molto ben interpretate da Ofelya Pogosyan, Stephanka Pucalkova e Costance Heller. I personaggi del cacciatore, affidato al sonoro baritono Sebastian Wartig e quello del giovane cuoco, il mezzosoprano Nicole Chirka, sono trasformati dalla regia in una sorta di Stanlio ed Ollio, vai a sapere perché.
Personalmente certe domande, ormai rassegnato, non me le pongo più.
Andrea Merli