BARCELLONA: Gala per il 175° anniversario del Gran Teatre Del Liceu, 3 aprile 2022
Gala per il 175° anniversario
del Gran Teatre Del Liceu
Direttore d’orchestra Marco Armiliato
Regia Valentina Carrasco
Personaggi e Interpreti:
Macbeth (Gran scena Finale Secondo)
- Lady Macbeth Sondra Radvanovsky
- Macduff Airam Hernández
- Macbeth Ludovic Tézier
- Dama Marta Mathéu
- Banquo Giacomo Prestia
- Sicario Manel Esteve
Lucia di Lammermoor (parte III, scena della pazzia)
- Lucia Lisette Oropesa
- Enrico Ludovic Tézier
- Edgardo Airam Hernández
- Raimondo Manuel Fuentes
Turandot (atto II, quadro 2)
- Turandot Sondra Radvanovsky
- Calaf Michael Fabiano
- Liù Marta Mathéu
- Mandarino Manel Esteve
- Imperatore Altoum Raúl Giménez
Scene Carles Berga
Cor del Gran Teatre del Liceu – direttore del coro Pablo Assante
Orquestra Simfònica del Gran Teatre del Liceu
Teatre Liceu, 3 aprile 2022
Nel 1847 una società privata e borghese decise di costruire sulle Ramblas cittadine un teatro di vaste proporzioni, di 4000 posti e per i tempi il più grande del mondo, antagonista del più antico Teatre de la Santa Cruz, o Teatro Principal oggi ancora da recuperare, poco discosto e pure affacciato sulla popolarissima arteria cittadina, dove si ritrovava la nobiltà catalana. Le vignette del tempo riportano le battaglie campali, che avvenivano proprio sulle Ramblas, tra i gruppi di melomani divisi in “liceistas” e “cruzados”. Se ne ricavò, addirittura, una commedia.
Il Gran Teatre del Liceu è dunque un teatro senza palco reale, una novità per l’epoca; di lì a poco, nel 1861, fu distrutto da un incendio e subito ricostruito. Nel 1947 si celebrarono i “primi” cento anni, con la messa in scena dell’opera che lo aveva inaugurato: Anna Bolena di Donizetti, protagonista il soprano Sara Scuderi; nel 1977 si festeggiò il 150esimo compleanno con una serata di galà a cui partecipò l’85enne Giacomo Lauri-Volpi intonando, ancora potentissimo, il “vincerò” del Principe Ignoto.
Storia ahinoi più recente quella dell’incendio nel 1994 e dunque la ricostruzione, nello stesso luogo e nello stesso stile, di quello che non solo è un simbolo per l’intera città, ma soprattutto è il Teatro di maggior importanza per l’opera in tutta la Spagna. Il “terzo” Liceu è stato reinaugurato nel 2000.
Quest’anno ricorre il 175 anniversario e, perdurando ancora la pandemia covid, la festa, il Galà previsto, ha subito diversi cambiamenti, cancellazioni, ed è stato organizzato, come è facile da intuire, con una certa precipitazione ed affanno. Non di meno la sala offriva l’aspetto del tutto esaurito – il ché di questi tempi non è un dato scontato – e addirittura è stato organizzato un brindisi con lo spumante locale, il Cava, pasticcini e dolci a “libero buffet” nei due intervalli ed in ogni ordine di posti, dal 5° Piso (il loggione) al foyer sotto la platea. Va aggiunto, per dovere di cronaca, che l’uso della mascherina tutt’ora obbligato nella sala, è stato disatteso durante il brindisi, ma ormai siamo agli sgoccioli e tra una settimana in Spagna l’obbligo verrà praticamente sospeso.
Lo spettacolo iniziava alle 18 di domenica 3 aprile, ma alle 17.30 e poi alle 17.45 la banda del Teatro si è affacciata sul lungo balcone che dà alla Rambla per intonare la marcia trionfale dell’Aida, bloccando di fatto il traffico sulle corsie e sul grande marciapiede centrale, dove un folto pubblico festante si è fermato ad asoltare, a filmare ed a scattare gli ormai inevitabili “selfies”.
Divisa in tre parti, la serata è stata dedicata ai compositori italiani, che del resto in questo splendido teatro hanno sempre avuto la loro casa. E così abbiamo assistito al secondo atto di Macbeth, al secondo atto di Lucia di Lammermoor ed alla scena degli enigmi della Turandot, che poi fu l’opera a reinaugurare il Teatro nel 2000.
Un cast di prestigio, internazionale, è stato riunito sotto la guida esperta e ottima di Marco Armiliato, a capo della prestigiosa orchestra stabile e del non meno eccellente coro del Liceu istruito da Pablo Assante. Il soprano americano Sondra Radvanosky, amatissima al Liceu, è stata la Lady e quindi la Principessa Turandot, facendo sfoggio di un settore acuto invidiabile e di una perfetta linea di canto; il baritono Ludovic Tézier ha fornito un’interpretazione di alto livello quale Macbeth ed è parso addirittura un lusso quale Enrico in Lucia, ovviamente con la riapertura della scena della Torre; il basso Giacomo Prestia ha siglato un Banco da manuale, con imponente autorevolezza vocale, il tenore spagnolo Airam Hernandez ha prestato la voce sia a Macduff che ad Edgardo, il soprano Marta Mateu a sua volta è stata la Dama nel Macbeth ed ha intonato l’unica frase di Liu: “è per l’amore!”in Turandot, Manuel Fuentes Raimondo in Lucia, il baritono Manel Esteve, Sicario in Macbeth e Mandarino in Turandot dove si è apprezzato il cameo del veterano tenore Raul Giménez nella parte dell’Imperatore Altoum.
Il tenore Michael Fabiano è stato il Calaf che ha poi bissato a scena aperta, con tutte le masse artistiche alle spalle, il “Nessun dorma”, mentre il trionfo più prolungato ed insistito della serata se lo è guadagnato Lisette Oropesa, Lucia. Che dire? Meritatissimo e lei commossa alle lacrime, dopo aver commosso una platea che l’ha seguita in religioso silenzio per tutta la scena della pazzia, per scatenarsi poi tutti, da ogni ordine, come dei pazzi alla ribalta finale, ritmando gli applausi e senza stancarsi di gridare “bravo”. La forma concertante è stata eufemisticamente “amenizzata” da una regia che ci si poteva risparmiare: l’ha firmata Valentina Carrasco, mentre lo spazio scenico è stato organizzato da Carles Berga con le luci, che sono risultate la cosa migliore, di Peter Van Praet. Concediamo loro il merito di non aver intralciato l’esecuzione.
Un altra serata memorabile che passerà agli annali del Teatro.
Andrea Merli