IN MEMORIA DI FILIPPO CRIVELLI
“Hai trasformato la Vedova allegra nel Giardino dei Ciliegi!” Con questa battuta ironica e sardonica, che venendo da Lui presi come uno sperticato complimento, Pippo commentò nel gennaio di ormai quattro anni fa l’adattamento della drammaturgia dell’operetta che curai per l’allestimento al Teatro Coccia di Novara in coppia con l’amico Renato Bonajuto.
Crivelli era fatto così. Dalla battuta pungente, al commento irriverente senza peli sulla lingua, schietto e diretto, acuto e caustico, in una parola: intelligente.
Lo conobbi in occasione di quello spettacolo memorabile, uno dei tanti alla Piccola Scala, L’opera del mendicante di Britten – Gay ovviamente in italiano, verso la metà degli anni 70 dello scorso secolo e la battuta che fece pronunciare ad un’ineffabile Rosalina Neri: “Tutte malate!“, riferita alle prostitute che ubbidivano ai suoi ordini, divenne subito un tormentone. Poi tanti incontri di cui si perde il ricordo. Prosa: le esilaranti Dodici Cenerentole in cerca di autore; opera: La figlia del reggimento e L’elisir d’amore tra i tanti titoli forse i più ripresi; operetta: a Trieste ed a Palermo, al chiuso ed all’aperto. Qui, a mio modesto avviso, diede il meglio proprio perché, lui sì, trasformava e riadattava le drammaturgie in maniera magistrale: e furono Pipistrello, Vedova allegra, Eva di Lehar, Il Mikado di Gilbert & Sullivan, ed un lungo eccetera. Molte, fortunatamente, “impiccionate” video dal sottoscritto, autorizzato dal “patron” il Dott. Diliberto.
Per molti, e non solo per il sottoscritto, Filippo Crivelli è stato un Maestro di teatro, di eleganza, di gusto, di cultura a trecentosessanta gradi. Un uomo la cui sensibilità scaturiva sempre, pur dal carattere spigoloso e tutt’altro che accomodante. Un uomo di altri tempi. Ne sentiamo già la mancanza.
Andrea Merli