TEATRO ALLA SCALA: IL TURCO IN ITALIA, 18 ottobe 2021
IL TURCO IN ITALIA
opera buffa in due atti
di Gioachino Rossini
su libretto di Felice Romani
Direttore Diego Fasolis
Regia Roberto Andò
Personaggi e Interpreti:
- Selim Erwin Schrott
- Donna Fiorilla Rosa Feola
- Don Geronio Giulio Mastrototaro
- Don Narciso Antonino Siragusa
- Prosdocimo Alessio Arduini
- Zaida Laura Verrecchia
- Albazar Manuel Amati
Scene e luci Gianni Carluccio
Costumi Nanà Cecchi
Video Luca Scarzella
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Durata spettacolo: 3 ore e 15 minuti incluso intervallo
Teatro alla Scala, 18 ottobe 2021
L’ultima opera andata in scena per un’unica replica prima del secondo confinamento lo scorso mese di novembre 2020, ritorna ora a completare la “trilogia rossiniana” autunnale, comprendente L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia ed, appunto, questo redivivo Turco in Italia.
La direzione musicale è ora a carico di Diego Fasolis che, complice la regia di Roberto Andò (ripresa da Emmanuele Bastet, con le scene e le luci di Gianni Carluccio, i costumi di Nanà Cecchi e le riprese video di Luca Scarzella) si diverte a rompere la quarta parete, dialogare coi cantanti, già sia Don Geronio che snocciola la sua difficile aria tutta sillabata dal palco di proscenio di secondo ordine a destra (dagli habitué definito “Maria Teresia”) oppure il Poeta Prosdocimo che avanza dalla platea e dà indicazioni “registiche” ad Albazar per la sua aria da sorbetto. Regia e direzione, in un’edizione quasi integrale, piuttosto godibili anche se la vastità della sala (ormai teoricamente aperta a tutto il pubblico, ma invero piuttosto vuota) non favoriscono uno spettacolo che, se esistesse ancora la Piccola Scala sempre rimpianta, acquisterebbe maggiore complicità. Detto ciò, i bei costumi e la scena “onirica”, con le case che volano in aria, contribuiscono all’esito felice della serata.
In scena un bel manipolo di cantanti. Iniziando dal baldanzoso Turco Selim di Erwin Schrott, in gran spolvero vocale e fisico che ha tutte le carte per essere un “bel turco”, passando alla deliziosa, scenicamente e vocalmente, Fiorilla di Rosa Feola, che sciorina agilità e bel canto con arguzia e civetteria e riesce assai bene anche nell’aria “Squallida veste, e bruna”. Una conferma di professionalità e stile rossiniano doc la offre il tenore Antonino Siracusa nei panni del volubile Don Narciso, mentre una vera rivelazione, per bravura, contenuta comicità e grande abilità scenica, la prova di Giulio Mastrototaro, salutato con entusiasmo alla ribata finale che ha coinvolto anche l’ottima Zaida di Laura Verrecchia, lo spiritoso e mercuriale Albazar di Manuel Amati e, dulcis in fundo, il motore dell’intera azione, Prosdocimo, che in Alessio Arduini trova un interprete ideale. Bene l’orchestra e benissimo il coro, comrese le zingarelle che assediano Geronio, al comando di Alberto Malazzi.
Andrea Merli