NOVARA: ANTICHE ARIE E DANZE PER LIUTO – Suite n° 3 – Ottorino Respighi e STABAT MATER – Giovanni Battista Pergolesi, 22 e 23 ottobre 2020
ANTICHE ARIE E DANZE PER LIUTO – Suite n° 3 – Ottorino Respighi
STABAT MATER – Giovanni Battista Pergolesi
direzione musicale Matteo Beltrami
direttore dell’esecuzione Matteo Beltrami, allievi del corso di direzione d’orchestra dell’Accademia AMO
regia Renato Bonajuto
solisti
Aurora Faggioli, Mariam Battistelli
Sofio Janelidze, Ksenia Bomarsi
danzatori
Francesco Alfieri, Rocco Ascia, Alice Bellora, Emanuele Cappelli, Arianna Lenti, Alessio Urzetta
coreografie Giuliano De Luca
orchestra I Virtuosi Italiani
impianto scenico e costumi Danilo Coppola
luci Ivan Pastrovicchio
produzione Fondazione Teatro Coccia
Arengo del Broletto, 22 e 23 ottobre 2020
Con la tenacia che contraddistingue la direttrice Corinne Baroni e, soprattutto, col lavoro entusiastico e mirato di un’equipe molto affiatata, capeggiata dal regista Renato Bonajuto, in tempi di covid e perdurando la chiusura del Teatro Coccia per i lavori necessari a renderlo idoneo alle attuali norme di sicurezza, la Stagione operistica novarese ha avuto un brillante, quanto fulmineo e breve avvio, nella sede dell’Arengo del Broletto. Un sala che si è rivelata idonea, per acustica e spazio, alla scenificazione prima della Suite n° 3 di Respighi, tratta da antiche arie e danze per liuto, e quindi allo Stabat Mater di Pergolesi, uniti idealmente da un progetto visuale e registico di grande effetto e pregio.
Attingendo alla ricca iconografia di autori novaresi, in primis Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, del Vermiglio e del Bergognone, oltre che alle sculture di Giovanni d’Enrico e di Terenzio da Varallo, Bonajuto, forte di una preparazione classica ed esperto conoscitore d’arte, ha immginato e resa plastica una bottega di pittore barocco durante il brano di Respighi, che ha condotto a degli stupendi Tableaux Vivants, resi improvvisamente statici nei passaggi dello Stabat Mater, in ciò coadiuvato dalla corerografia di Giuliano De Luca e, in particolare, dalle caravaggesce luci di taglio dovute a Ivan Pastrovicchio. L’impianto scenico ed i costumi, indossati via via dagli ottimi mimi ballerini, recavano la firma preziosa di un altro giovanissimo, Danilo Coppola, che rappresenta una garanzia di gusto e pertinenza stilistica.
Se l’aspetto visivo è stato affascinante, non meno riuscita la parte musicale affidata ad un gruppo strumentale di grande vaglia e gloriosa storia, I Virtuosi Italiani, sotto la guida del Maestro Matteo Beltrami che, cogliendo l’occasione di essere il docente dell’Accademia AMO, ha proposto oltre alla sua collaudata esperienza e grande sensibilità, alcune promettenti giovani bacchette, a cui ha ceduto l’onere e l’onore di dirigere la suite che ha preceduto lo Stabat Mater. E così la sera di giovedì 22 ottobre si è potuta apprezzare la decisa bacchetta di Tommaso Perissinotto, mentre nel pomeriggio del venerdì 23 è stato il turno dell’altrettanto valido Gungsin Ho.
Lunge dallo stridere per contrasto, le avvolgenti melodie di Respighi in una carezzevole armonia si sono rivelate il complemento ideale per “fare serata” in un concerto della durata di circa un’ora, con un pubblico assolutamente assoggettato ai protocolli anti-covid. La continuità con il capolavoro del Pergolesi, simbolo assoluto della sua maturità e ammiratissimo già ai tempi che seguirono la sua precoce morte repentina – per tutti si ricordi Bach, che ne scrisse una trascrizione – è stata sottolineata dalla lettura del Maestro Beltrami che ne ha colto perfettamente la sua drammaticità in vero teatrale. Al canto hanno provveduto due cast, entrambi di notevole livello: alla prima abbiamo molto apprezzato il soprano italo-etiope Mariam Battistelli, dalla voce ampia e cristallina, emessa con grande dolcezza ed ottima proiezione. Il contralto Aurora Faggioli le fatto da ottimo contraltare. Entrambe, poste al lato della scena, vestite a lutto, ma con ricchezza barocca, assistevano a quanto si presentava, man mano, in scena: la Flagellazione (del Cerano) l’Incoronazione di spine (del Vermiglio) tra gli altri episodi resi plasticamente. Nella recita di venerdì 23 pomeriggio la direzione dello Stabat Mater è passata a Manuela Ranno, direttore d’orchestra che ormai ha una proficua carriera. La Ranno si è distinta con grande piglio e sicurezza. Le voci soliste erano quelle del valido soprano Ksenia Bomarsi e del contralto Sofio Janelidze, dalla voce morbida e ambrata, assai ricca di armonici.
Purtroppo, né la Baroni né Bonajuto potevano immaginare che il nuovo decreto governativo, che impone dallo scorso lunedì la sospensione di ogni attività teatrale, avrebbe bruscamente interrotto un’attività in nascere e speranzosa di una ventina di alzate di sipario entro il prossimo Natale.
Ma tant’è, e con tristezza, ma anche speranza, accolta da un chiaro successo di pubblico, la recita di domenica 25 è stata l’ultima. Amen.
Andrea Merli