Reggio Calabria: L’arca di Noè – Benjamin Britten, 12 aprile 2019

Reggio Calabria: L’arca di Noè – Benjamin Britten, 12 aprile 2019

 

 

Teatro Francesco Cilea, 12 aprile 2019


 Il libretto di Noye’s Fludde (letteralmente Il diluvio di Noè’) proviene da un testo anonimo del tardo Medio Evo. Si tratta di un Mistery contenuto in un amplio ciclo detto Chester Miracle Plays dal nome della cittadina inglese in cui anticamente, durante le feste religiose, le corporazioni di artigiani mettevano in scena rappresentazioni teatrali ispirate ad argomenti sacri. L’arca di Noè si rifà ad uno dei racconti più noti della Bibbia. Nella cornice della famosa vicenda si inseriscono situazioni di fantasia, talvolta comiche, come ad esempio e nel caso il litigio tra Noè e la capricciosa moglie che, spesso ubriaca, deride il lavoro del marito ed istigata dalle amiche pettegole si rifiuta di entrare nell’arca. Oppure l’alacre lavoro del Patriarca, aiutato dai figli e dalle loro mogli, nella costruzione della nave o, ancora, la solenne e divertente processione di animali che a coppie vengono tratti in salvo dal diluvio universale all’interno della grande arca.

Nel 1958, Noye’s Fludde vide il suo debutto alla Orford  Parish Church di Adelburgh, dove nel 1947 aveva fondato l’English Opera Group, sotto la direzione di Charles Mackerras. Benjamin Britten aggiunse tre canti religiosi corali di epoca più recente ponendoli all’inizio, al centro ed a conclusione dell’azione scenica, affidando ad una voce maschile recitante, sebbene impostata e fuori scena, la voce di Dio. Noè, protagonista e personaggio centrale, è affidato alla vocalità di basso o baritono, mentre la moglie intemperante è scritta per la voce di mezzosoprano o di contralto. Compito assai impegnativo quello richiesto  al coro, che comprende frasi affidate a solisti per i ruoli dei figli e rispettive mogli e così pure per la parte delle comari che cicalecciano con la moglie: coro di adulti, di ragazzi e di voci bianche che interpretano il mondo animale. La scrittura orchestrale, tutt’altro che semplice, prevede una vasta sezione di percussione e tra i canti e le scene che si succedono per la durata di poco più di un’ora si intrecciano intermezzi strumentali, caratteristica frequente in Britten, il più notevole riguardante ovviamente il diluvio e la tempesta che ne deriva.

Concludendo la stagione del Rhegium Opera Musica Festival, l’Associazione Traiectoriae diretta da Domenico Gatto ha presentato per due serate, il 12 e 14 del corrente mese di aprile, L’arca di Noè. Vi hanno preso parte diverse forze locali: l’Orchestra Filarmonica Giovanile “Teatro Francesco Cilea” coordinata da Dario Siclari, il coro di voci bianche del Teatro Cilea diretto da Roberto Filippo Caridi, e i gruppi vocali “Free Toghether” e BeFree” diretti da Maria Luisa Fiore. In scena circa duecento persone, di cui buona parte bambini, ma ben indirizzati da una regia precisa, senza cedimenti nel ritmo narrativo dovuta alla perizia del basso Orlin Anastassov che in quest’occasione si è prestato a dirigere la scena.

Musicalmente il lavoro più faticoso, anche per il numero delle prove sempre risicato, e’ spettato al direttore d’orchestra Manuela Ranno, giovane ma deciso Maestro palermitano che al Teatro Cilea ha già dato prova del suo polso e della sua bravura in diverse occasioni, specialmente nella recente Traviata che ha aperto la stagione nel mese di settembre 2018. Qui la fatica è stata premiata da un risultato esaltante per la resa della ordinata e disciplinatissima orchestra giovanile e per come è riuscito il coordinamento delle varie componenti musicali. Ai solisti, il poderoso Noè di Ventseslav Anastassov, baritono e fratello di Orlin, che ha tratto dal Patriarca soprattutto il lato umano e anche comico, e la bravissima sua moglie, il giovane e promettente mezzosoprano Angela Schisano, perfetta con le sue comari nel ruolo della comica ubriacona, si è sommata la squadra formata dai ragazzi Simone Vazzana (unico maschio) Emanuela Zucchi, Tabita Romano, Ida Spanò, Roberta Panuccio e Martina Decaria, i figli (due in voce femminile) di Noè e le rispettive mogli. La voce di Dio ha trovato nel baritono Alessandro Tirotta un interprete perfetto, anche e soprattutto per l’enfasi posta nella recitazione.

L’impianto scenico fisso, costituito da una pedana degradante semicircolare e da dei pannelli di tulle, si è giovata delle centratissime e ben selezionate proiezioni opera di un vero talento nel suo campo: Polina Gerasimova, responsabile delle luci e del progetto visuale. La recita, infine, è stata preceduta da un filmato di oltre venti minuti che ha raccolto le testimonianze dei vari esecutori, compresa una piccolissima strumentista, durante le prove e la realizzazione dello spettacolo. Uno spettacolo nello spettacolo, molto gradito dal pubblico che alla fine ha festeggiato tutti gli esecutori con prolungati applausi.

Andrea Merli

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