PARMA: Il barbiere di Siviglia – Gioachino Rossini, 22-23 marzo 2019

PARMA: Il barbiere di Siviglia – Gioachino Rossini, 22-23 marzo 2019

IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti di Cesare Sterbini dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

Musica
GIOACHINO ROSSINI

 

Maestro concertatore e direttore ALESSANDRO D’AGOSTINI

Regia BEPPE DE TOMASI
ripresa da RENATO BONAJUTO

Personaggi Interpreti:

  • Il Conte d’Almaviva XABIER ANDUAGA, FRANCISCO BRITO (23, 30)
  • Don Bartolo SIMONE DEL SAVIO, VINCENZO TAORMINA (23, 30)
  • Rosina CHIARA AMARÙ, CAROL GARCIA (23, 29, 30)
  • Figaro JULIAN KIM, MARIO CASSI (23, 29, 31)
  • Don Basilio ROBERTO TAGLIAVINI, GUIDO LOCONSOLO (23, 30)
  • Fiorello LORENZO BARBIERI
  • Berta ELEONORA BELLOCCI
  • Un ufficiale GIOVANNI BELLAVIA

Scene POPPI RANCHETTI

Costumi ARTEMIO CABASSI

Luci ANDREA BORELLI

ORCHESTRA DELL’EMILIA-ROMAGNA ARTURO TOSCANINI

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro del coro MARTINO FAGGIANI

Allestimento del Teatro Regio di Parma

Teatro Regio, 22/23 marzo 2019


La ripresa de Il barbiere di Siviglia andato in scena nel mese di gennaio del 2005, costituisce un meritato tributo all’indimenticato regista Beppe De Tomasi di cui il prossimo 4 giugno si compiranno tre anni dalla scomparsa. La bella scena costituita da un aereo intrecciarsi di ferro battuto e dalle mille ed una trasparenze, mantiene il suo vaporoso fascino: la firmò a suo tempo Poppi Ranchetti. I costumi, brillanti, preziosi e cromaticamente centratissimi sono sempre di Artemio Cabassi, ma logicamente completamente rinnovati: una gioia per gli occhi. La regia, erroneamente riportata come “ripresa” in realtà risulta completamente riscritta, sebbene mantenendo fede alla firma originale, da colui che di De Tomasi è stato l’allievo prediletto, di sicuro l’ultimo in ordine di tempo, e custode di un far teatro “all’italiana”, pur mantenendosi al passo coi tempi: Renato Bonajuto, che con il Cabassi e la sua assistente alla regia Teresa Gargano è stato accomunato nel trionfo che ha accolto tutta la compagnia alla ribalta finale.

Un Barbiere frizzante, dinamico, ma dosato con classe nelle trovate comiche e sempre al servizio della musica. Dal podio si è potuta apprezzare la bacchetta sicura e attentissima al palcoscenico di Alessandro D’Agostini, che ha portato in porto felicemente due compagnie di canto. Nella prima si son fatti valere, la sera del 22 marzo, il giovanissimo – appena 23enne – e promettente tenore basco Xabier Anduaga, detentore di una voce che lo porterà presto a primeggiare in ruoli lirici (si pensi a Nemorino, ma anche a Rodolfo ne La Boheme e Alfredo ne La Traviata) dove la sue potenzialità troveranno uno sfogo adeguato. Detto ciò, se le agilità rossiniane sono perfettibili, ma rimane memorabile la serenata del primo atto dove, oltre ad accompagnarsi con la chitarra, ha esibito melismo “all’andalusa”, la freschezza del personaggio e la baldanza dell’interprete sono molto piaciute. Vocalmente ineccepibile e scenicamente assai bravo il baritono koreano Juliam Kim, Figaro. Di Roberto Tagliavini, che gioca in casa, dirò solo che il suo Don Basilio rasenta la perfezione sia da un punto di vista vocale che stilistico ed interpretativo. Il prolungato applauso dopo “la calunnia” e le ovazioni alla fine sono state ampiamente meritati. Bravissimo pure Simone Del Savio, un autentico lusso disporre di questo eccezionale baritono per il ruolo di Don Bartolo, risolto con una vocalità di importanza inusuale e con padronanza totale, specie nel scioglilinguagnolo del sillabato durante l’aria “A un dottor della mia sorte”. Si aggiungano la squillante Berta, che ha emesso con precisione i Do acuti d’ordinanza nel finale primo del soprano Eleonora Bellocci ed il preciso Fiorello di Lorenzo Barbieri per concludere con la straordinaria Rosina del mezzosoprano Chiara Amarù. Sulla sicura musicalità, importante vocalità e bellezza del timbro si sapeva già, ma ogni tanto giova un ripasso per ricordarci quanto è determinante la sua bravura d’interprete che ricava una ragazza determinata, volitiva ma anche ironica e con una punta di malizia. Ha ottenuto un meritatissimo trionfo personale.

Nel secondo cast, nel pomeriggio del 23 marzo, si sono fatti valere il solido Mario Cassi, Figaro, l’apprezzabile tenore Francisco Brito, Almaviva, il tonante Basilio di Guido Loconsolo. Notevolissima la per me ignota Rosina del mezzosoprano spagnolo Carol Garcia e, soprattutto, l’irresistibile Don Bartolo del baritono Vincenzo Taormina, autentica forza della natura in scena, quasi incredulo alla fine per il meritato e personalissimo trionfo che ha registrato il top dell’applausometro!

Andrea Merli

foto: Roberto Ricci

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