Pavia, 23 maggio 2018 “OMAGGIO A MANUEL GARCIA”
Tenore Javier Camarena
Orchestra Les Musiciens du Prince – Monaco
Direttore Ginaluca Capuano
Con la partecipazione speciale di Cecilia Bartoli
Per fortuna anche tra colleghi vige il “passa parola”. E così, trovandomi a Cagliari per il dittico Hindemith / Mascagni con il collega Giancarlo Landini, sono stato da lui informato di questo prezioso recital a cui proprio non si poteva mancare. Infatti, nell’ambito di un nuovo “Festival della Musica Sacra”, condotto quasi in sordina dal Teatro alla Scala che vi ha prestato il direttore Alexander Pereira e che si è svolto dal 19 al 27 maggio toccando le basiliche e chiese cittadine con un programma assai ricco di nomi celebri ed impegnativo per le scelte musicali (dalla Petite Messe Solennelle rossiniana, a cui si sono prestati Rosa Feola, Francesco Meli e Veronica Simeoni con Gianluca Buratto, al Requiem di Verdi con I complessi dell Scala diretti dal maestro Chailly in Duomo) il tocco “laico” è stato offerto da questo straordinario concerto (biglietti gratuiti ad invito per tutta la manifestazione!) dedicato alla poderosa figura di Manuel Garcia, lo storico e celeberrimo baritenore.
Per il tenore Javier Camarena, che ormai si disputano i principali teatri esteri, è stata l’occasione per presentarsi al pubblico italiano per la prima volta “cantando in italiano”, come ha confessato spiritosamente durante il concerto. Accompagnato dall’orchestra barocca dotata di strumenti originali, Les Musiciens du Prince (nuova formazione organizzata da Cecilia Bartoli) diretta benissimo dal Maestro Gianluca Capuano, Camarena ha conquistato immediatamente tutti per la purezza della linea di canto, per la scioltezza nel canto di agilità e per la stratosferica ascesa all’acuto, raggiungendo in corso di serata il Mi bemolle, nota non concessa a molti soprano. Ma non si è trattato di mero atletismo vocale, poiché nel corso della serata e sciorinando una dopo l’altra arie di estrema difficoltà, con uno sforzo paragonabile quello che normalmente si impegna in quattro opere complete, ha dimostrato anche di essere interprete di vaglia, fraseggiatore eccellente e con una pronuncia perfetta, tanto per tranquillizzarlo.
Alle arie di Garcia e di Nicolò Antonio Zingarelli, forse trascurabili dal punto di vista squisitamente storico e musicale, ma dotate di una qual loro personalità – nel caso di Garcia spiritoso il monologo lirico “El poeta calculista”, sorta di Maestro di Cappella alla spagnola – si sono sommate quelle rossiniane, più o meno celebri. Quindi negli immancabili bis, la “Serenata” del Don Giovanni, ricordando che Manuel Garcia, oltre che padre della Malibran, della Viardot e del Manuel autore del famoso trattato, fu anche celebratissimo nel ruolo del libertino mozartiano e che ebbe il primato di eseguire entrambi gli Almaviva, delle Nozze di Figaro e del Barbiere di Siviglia, avvertendoci, però, che l’avrebbe cantata “da tenore”, corda che a differenza d’altri non abbandonerà mai.
Infine, sorpresa annunciata, l’uscita di Cecilia Bartoli, vestita da donna delle pulizie e brandendo una vistosa scopa di saggina, per il duetto con Don Ramiro della Cenerentola, cantato da entrambi con verve e simpatia impagabili. E’ stato un tripudio, come era fin troppo facile prevedere ed immaginare.
Andrea Merli