ROMA: GALA’ DELL’OPERETTA, 21 aprile 2018
Roma – Teatro Olimpico, 21 aprile 2018
GALA’ DELL’OPERETTA
Strauss, Lehar, Kalman, Offenbach, Lombardo, Ranzato, Costa, Pietri, Modugno, Trovajoli
Il regista e coreografo Sandro Corelli, allievo, collaboratore e testimonial tra i più fedeli ed attendibili del compianto Sandro Massimini, non demorde: l’operetta fa parte della nostra cultura e, pur appartenendo per definizione al campo dell’effimero, oggi è quanto mai necessaria per donare un sorriso, un momento di gioia al pubblico che ancora la apprezza e non l‘ha mai dimenticata.
Con un input moderno ed attuale però, unendo alla grande tradizione, ai nomi più amati del genere -sia musicali che tra gli interpreti- le giovani leve che pure spingono e si impongono, cercando di mantenere in vita con nuova linfa il genere.
Il Galà di Operetta, presentato il sabato 21 aprile al Teatro Olimpico di Roma, lo stesso che accolse la compagnia di Massimini per tante fortunatissime stagioni, è ruotato attorno all’immagine di Daniela Mazzucato, la evergreen e incontrastata “regina dell’operetta” – e non solo – la cui presenza in scena è garanzia di freschezza primaverile e di gran classe interpretativa che come solista e pure a fianco di Max René Cosotti, il tenore e marito che l’ha seguita in questa folle avventura con esiti altrettanto spettacolari e godibili, ha eseguito gran parte delle pagine famose. La serata ha avuto anche il pregio di presentare al pubblico romano due elementi di spicco della nuova generazione operettistica.
Primo tra tutti il mercuriale ed inesauribile Andrea Binetti, tenore triestino che mosse i primi passi ancora imberbe con la compagnia di Massimini e il notevole soprano, friulano di Tarcento, Maria Giovanna Michelini, dalla notevole voce lirica, molto intensa nelle pagine più spinte.
In assenza di un’orchestra, il pianista cubano Marcos Madrigali l’ha sostituita con un accompagnamento ideale e soprattutto, consapevole dello stile peculiare dei brani eseguiti, sia che appartenessero all’alveo dell’operetta danubiana di Strauss, Lehar e Kalman, o allo spirito boulevardier di Offenbach o, piuttosto, si trattasse delle musiche coinvolgenti di Lombardo, Ranzato, Costa, Pietri e poi Modugno e Trovajoili.
Il programma, diviso in due tempi molto fitti di musica amenizzati dai commenti di introduzione ai brani condotti con brillante simpatia sia da Sandro Corelli che dall’indiavolato Andrea Binetti, è stato accolto e sottolineato dal numeroso pubblico con frequenti e prolungati applausi.
Tra le pagine indimenticabili, il valzer della laguna da Una Notte a Venezia di Johann Strauss nella suadente voce di Max René Cosotti, la Vilja da La vedova allegra, nella partecipe interpretazione di Maria Giovanna Michelini e tutti, ma proprio tutti, gli interventi di Binetti, sia nelle vesti di “brillante” in duetto con gli altri interpreti – le Gigolette da La danza delle libellule con la Mazzucato, “Se vieni a Varsdin” con la Micheletti dalla Contessa Mariza e “Come e bello guidare i cavalli” dall’Acqua cheta con Cosotti – sia da solo, in innumerevoli esecuzioni.
Di Daniela Mazzucato è presto detto, il suo fascino irresistibile si sposa con una sensibilità irraggiungibile nella parola cantata. Ciò si è percepito specialmente nel “valzer di Frou Frou” da La duchessa del Bal Tabarin e, soprattutto, quando si è calata nei panni della partenopea Scugnizza con “Napoletana”; spiritosissima poi nell’esecuzione del duetto “Salomé, una rondine non fa primavera” con Max René Cosotti.
Come bis, dopo uno strepitoso “E’ scabroso le donne studiar” eseguito in quartetto, ma col coro di tutto il pubblico, Binetti ha cantato “Se Dio lo vorrà” di Modugno. Alla fine e per suggellare la serata, i solisti di nuovo in quartetto e con la partecipazione di tutti i presenti che ne hanno cantato il ritornello, hanno intonato un omaggio alla Capitale: “Roma nun fa’ la stupida ‘sta sera” da Rugantino. E così, nel comun gaudio, l’impiccione s’è pure commosso ed è spuntata la lacrimuccia!
Andrea Merli