PIACENZA: La Gioconda – 16 marzo 2018
Mi capita di tornare impiccionescamente sui miei passi quando uno spettacolo mi entusiasma. E’ successo recentemente, e dopo l’esaltante Nabucco al Teatro Coccia di Novara eccomi rivolare impiccionando per questa non meno eccezionale La Gioconda al Teatro Muncipale di Piacenza.
Alla “prima”, con un teatro stracolmo di pubblico arrivato un po’ da tutte le parti, d’Italia (mezza Parma ovviamente!) ma anche dall’estero: un bel gruppetto dalla vicina Svizzera. Il richiamo sicuramente è stato amplificato dal tam tam mediatico e sui “social” – a cui modestamente ho contribuito anch’io – ma soprattutto perché il capolavoro di Ponchielli è amatissimo quanto ingiustamente bandito dai teatri italiani, specie da quelli che dovrebbero proporlo in cartello con dovizia di mezzi.
A Piacenza mancava da 57 anni e quindi si può dire che – melomani vaganti a parte – per la maggioranza del pubblico era ed è una novità. E non solo per Piacenza: lo sarebbe a Milano piuttosto che a Torino e Firenze.
La RAI per la prima volta punta i suoi obbiettivi su un teatro di tradizione e dunque la ripresa televisva è garantita e sarà trasmessa in differita a metà aprile prossimo. Ed è stato un piacere constatare che proprio i “colleghi” della RAI fossero tra i primi a stupirsi ed esaltarsi per la riuscita della recita, lanciandosi in grida di bravo ed applausi generosi.
Come ascolterete, se avrete la pazienza di confrontare le due registrazioni, alla “prima” i solisti, già bravissimi, si sono superati e pure il baritono, seppure colpito da una forma virale acuta, ha dato del suo meglio ed è parso assolutamente all’altezza del difficile compito.
Non torno a ripetere quanto già scritto nella precedente recensione, ma insisto su un punto: non perdete le recite di Modena e di Reggio Emilia. Io, impegni e voli permettendo, almeno un’altra me la voglio godere. Sì, perché questa Gioconda è proprio un’autentica goduria!
Andrea Merli