CAGLIARI: Turandot – Ferruccio Busoni e Suor Angelica – Giacomo Puccini, 2 marzo 2018
Turandot
fiaba cinese in due atti
libretto Ferruccio Busoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi
musica Ferruccio Busoni
personaggi e interpreti:
Altoum Gabriele Sagona (2-4-7-9-11)/Ralf Lukas (3-6-10)
Turandot Teresa Romano (2-4-7-9-11)/Tiziana Caruso (3-6-10)
Adelma Enkelejda Shkoza
Kalaf Timothy Richards (2-4-7-9-11)/Mikheil Sheshaberidze (3-6-10)
Barak Gocha Abuladze (2-4-7-9-11)/Daniel Ihn-Kyu Lee (3-6-10)
La regina madre di Samarcanda Vittoria Lai
Truffaldino Filippo Adami (2-4-7-9-11)/Enrico Zara (3-6-10)
Pantalone Daniele Terenzi (2-4-7-9-11)/Simone Marchesini (3-6-10)
Tartaglia Carlo Checchi (2-4-7-9-11)/Francesco Leone (3-6-10)
Una cantante Lara Rotili
Otto dottori Giampiero Boi, Daniele Loddo, Moreno Patteri, Fiorenzo Tornincasa, Gionata Gilio, Luigi Pisapia, Emilio Casali, Francesco Cardinale
Suor Angelica
opera in un atto
libretto Giovacchino Forzano
musica Giacomo Puccini
personaggi e interpreti:
Suor Angelica Virginia Tola (2-4-7-9-11)/Marta Mari (3-6-10)
La zia principessa Enkelejda Shkoza (2-4-7-9-11)/Anastasia Boldyreva (3-6-10)
La badessa Lara Rotili
La suora zelatrice Francesca Paola Geretto
La maestra delle novizie Aurora Faggioli
Suor Genovieffa Daniela Cappiello
Suor Osmina Vittoria Lai
Suor Dolcina Federica Cubeddu
La suora infermiera Sonia Maria Fortunato
Le cercatrici Graziella Ortu, Francesca Zanatta
Le novizie Beatrice Murtas, Sara Lasio
Le converse Loredana Aramu, Caterina D’Angelo
maestro concertatore e direttore Donato Renzetti
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari
maestro del coro Donato Sivo
maestro del coro delle voci bianche Enrico di Maira
regia, scene, costumi e luci Denis Krief
nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari in coproduzione con il Teatro del Giglio di Lucca
L’inaugurazione del Teatro Lirico di Cagliari è avvenuta con un dittico inconsueto che avvicina due autori seppur quasi coetanei, agli antipodi per formazione e senso del teatro. Di fatto le due opere si distanziano un anno circa l’una dall’altra, essendo la Turandot di Ferruccio Busoni andata in scena la prima volta allo Stadttheater di Zurigo l’11 maggio del 1917, mentre la pucciniana Suor Angelica, nel bel mezzo del Trittico che Puccini voleva indissolubile, vide la luce della ribalta il 14 dicembre del 1918 al Metropolitan di New York, eppure sembrano appartenere ed infatti provengono, da due mondi diversi.
Busoni, formatosi sostanzialmente in Austria e Germania, rimase legato a quel mondo. In quest’opera ad una visione fiabesca, fortemente simbolica e anche un tanto surreale, di un teatro pensato quasi per le marionette, fa tesoro delle figure della Commedia dell’Arte dell’originale di Gozzi, seppure la componente orchestrale tenda al sinfonico ed il trattamento delle voci sia prossimo all’ineseguibilità, travolto il più delle volte dal muro di suono proveniente dal golfo mistico. Tutt’altro impatto, sia teatrale che musicale, quello di Puccini che, pur trascinando l’eroina al culmine della tragedia col suicidio, rispecchia il misticismo conventuale con precisa e poetica efficacia nel descrivere il quotidiano come nell’incedere dell’inesorabile zia Principessa.
A cercare di dare un senso, se non un’impossibile continuità, alle due opere ci ha pensato il regista Denis Krief, che firma in toto scene costumi e luci, creando uno spazio quasi futurista nella fuga prospettica di possibili palazzi per l’opera di Busoni, ricreando con gli stessi elementi un ambiente quasi claustrofobico per il convento. Se nella Turandot esaspera, giustamente, il lato grottesco della fiaba dando un rilievo comico alle tre maschere che la musica ed il libretto non hanno, nell’ambiente delle suore gli riesce assai bene sia la parte bozzettistica in cui trascorre la prima parte, quanto nel risolvere la tragedia con il “miracolo” della comparsa del bimbo in carne ed ossa, mantenendosi però lontano dall’iconografia oleografica da santino della Prima Comunione che più spesso viene proposta in un finale, comunque, di non facile soluzione.
Altrettanto centrata è parsa la direzione di Donato Renzetti, che ha offerto il meglio in Puccini, rischiando qualche eccesso nelle dinamiche di Busoni a discapito delle voci, certo non aiutate da una scena praticamente aperta. Il cromatismo “germanico”, che risente fortemente della scuola d’oltralpe, n’è uscito comunque bene in risalto, ma certo si è capito che nelle sue corde –e forse in quelle di tutti – ci sta più il Toscano. Ottima la prova fornita dall’orchestra e così pure quella del coro, istruito da Donato Sivo, tutto al femminile in Puccini.
Il cast ha avuto un buon esito complessivo. Iniziando dalla bella prova fornita da Teresa Romano, Turandot subito affascinata dal bel Kalaf di Timotthy Richards, condannato ad una tessitura improba da cui è uscito sostanzialmente vittorioso. Bravissima Enkelejda Shkoza, prima nei panni della confidente e rivale di Turandot, Adelma, sorta di Liu al contrario, prontissima a rivelare l’identità dell’amato principe nella speranza di accaparrarselo, e quindi autorevolissima Zia Principessa. Delle tre maschere, Trufaldino – il valido tenore Filippo Adami – ha più rilievo delle altre due, Pantalone (Daniele Terenzi) e Tartaglia (Carlo Checchi) mentre Altoum, qui destinato alla vocalità di basso, ha avuto una determinante presenza scenica e vocale in Gabriele Sagona. Citiamo ancora il Barak del baritono georgiano Gocha Abuladze, la Regina di Samarcanda interpretata da Vittoria Lai, successivamente Suor Osmina e Lara Rotili, poi Badessa in Suor Angelica.
Nella parte dell’infelice suor Angelica ha debuttato il soprano argentino Virginia Tola riscuotendo un caloroso successo; non di meno, e forse per l’emozione del debutto, pur in una interpretazione assai toccante, ha esibito qualche scivolamento nell’intonazione e asperità in acuto. Corrette nel complesso le varie suorine, tra cui hanno avuto particolare spicco la Zelatrice di Francesca Geretto, la maestra delle novizie, Aurora Faggioli, Suor Genovieffa di Daniela Cappiello, Suor Dolcina di Federica Cubeddu, l’infermiera di Sonia Fortunato ed ancora le Suore cercatrici, Graziella Ortu e Francesca Zanatta, le Novizie, Beatrice Murtas e Sara Lasio, infine le Converse: Loredana Aramu e Caterina D’Angelo.
Come nota di cronaca va aggiunto che la Turandot di Busoni ha avuto già un precedente debutto in Sardegna, nella stagione operistica di Sassari nella stagione del 2000, così come Puccini voleva Il trittico eseguito nella sua cronologica sequenza e completezza, così pure Busoni abbinò Turandot al suo Arlecchino in un’unica serata: ma oggi, a dirla tutta, probabilmente nessun teatro oserebbe tanto.
Andrea Merli