Martina Franca, ORLANDO FURIOSO – 31 luglio 2017

Martina Franca, ORLANDO FURIOSO – 31 luglio 2017

 

Dramma per musica in tre atti
Libretto di Grazio Braccioli
Edizione Ricordi in collaborazione con l’Istituto Italiano A. Vivaldi, Fondazione G. Cini, Venezia

Maestro concertatore al cembalo e direttore d’orchestra DIEGO FASOLIS
Regia FABIO CERESA

Personaggi e Interpreti:

  • Orlando: SONIA PRINA
  • Angelica: MICHELA ANTENUCCI
  • Alcina: LUCIA CIRILLO
  • Bradamante: LORIANA CASTELLANO
  • Medoro: KONSTANTIN DERRI
  • Ruggiero: LUIGI SCHIFANO

Astolfo: RICCARDO NOVARO

Fattoria Vittadini
Mattia Agatiello, Vittorio Ancona, Erica Meucci, Alec McCabe, Sebastiano Geronimo, Giacomo Goina, Francesca Siracusa, Loredana Tarnovschi, Cecilia Tragni

Coreografie di Riccardo Olivier

Scene MASSIMO CHECCHETTO
Costumi GIUSEPPE PALELLA
Lighting designer GIUSEPPE CALABRÒ

Nel coro
Elena Tereshchenko, Alessandra Della Croce, Cristina Fanelli, soprani
Antonia Fino, Sofia Tumanyan, Rossella Giacchero, mezzosoprani
Domenico Pellicola, Nico Franchini, tenori
Laurence Meikle, Dielli Hoxha, Massimiliano Guerrieri, bassi

Maestro preparatore Fedinando Sulla

I Barocchisti

Maestro al cembalo e assistente del direttore d’orchestra Andrea Marchiol
Maestro di sala e al cembalo Ettore Papadia
Maestri di palcoscenico Carmine Chiarelli, Giulia Palmisani
Maestro alle luci Valeria Zaurino
Assistente alla regia Mattia Agatiello
Assistente alle scene Laura Venturini

Scenografia e costumi Laboratorio scenotecnico Fondazione Teatro La Fenice di Venezia
Attrezzeria Laboratori Festival della Valle d’Itria

Nuovo allestimento del Festival della Valle d’Itria in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice di VeneziaMartina Franca 31 luglio 2017


ORLANDO FURIOSO – Antonio Vivaldi

Spettacolo di apertura del Festival e ultimo in ordine di assistenza impiccionesca, l’Orlando furioso di Antonio Vivaldi valeva di per sé e da solo la trasferta a Martina Franca nella Valle d’Itria.

E’ del tutto superfluo addentrarsi sulle varie versioni di Orlando apprestate da Vivaldi sul libretto di Grazio Braccioli, disquisizioni filologiche che possono interessare i super specialisti tra i quali personalmente non mi conto. Arie aggiunte o spostate da altri “Orlandi“ più o meno furiosi, tagli anche drastici dei recitativi secchi, poco contano sull’esito di uno spettacolo avvincente, musicalmente apprezzabilissimo e piaciuto assai al folto pubblico che ha fatto registrare alla seconda recita il tutto esaurito ed purtroppo partire anzitempo più di un melomane rimasto senza biglietto, ma che potrà cogliere la prossima ripresa al Teatro La Fenice di Venezia, che ha coprodotto l‘allestimento.

Di certo il fascino del cortile del Palazzo Ducale, dove la monumentale scenografia di Massimo Checchetto si è potuta apprezzare in tutta la sua imponenza (si presume un rifacimento per il chiuso), ha contribuito nel mantenere desta l’attenzione del pubblico per tutti i tre atti. Pubblico che a tarda notte non si è stancato di attardarsi in ripetute chiamate acclamando gli artefici di tanta bellezza: il regista Fabio Ceresa, che in quest’occasione ha sottolineato con gusto sublime la magia del teatro barocco grazie ai costumi, pure favolosi, di Giuseppe Palella, il direttore Diego Fasolis – a cui è stato assegnato il 40esimo Premio Bacco dei Borboni 2017 – a capo dell’orchestra “I Barocchisti”, semplicemente perfetta, il coro preparato dal Maestro Ferdiando Sulla ed un gruppo particolarmente felice di solisti.

Su tutti l’eccezionale Orlando interpretato da Sonia Prina, perfetta per stile e vocalità, che a ragione passa per una delle maggiori interpreti del Barocco, e non solo. Ma sono piaciuti molto anche gli altri: l’Angelica del soprano Michela Antenucci, dalla preziosa vocalità, la trepida Bradamente assai convincente di Loriana Castellano, la incisiva e veemente Alcina di Lucia Cirillo, l’ottimo Astolfo del basso Riccardo Novaro, unica voce maschile del cast. Nei ruoli “en travesti” sono parsi ideali il Medoro interpretato dal sopranista ukraino Konstantin Derri, dalla voce ben emessa e agile nelle colorature ed il Ruggiero del controtenore Luigi Schifano, dalla pregevole e ambrata voce mezzosopranile, dotata di una naturalezza e di un timbro particolarmente suggestivi.

La scena mobile e ben articolata presentava tutti gli elementi necessari alla focalizzazione ed identificazione dell’Orlando: l’Ippogrifo reso con efficacia da una “macchina scenica” mossa da mimi, la luna su cui Orlando ritrova il senno e la grotta di Alcina, giardino di delizie e di passioni, ben simulate dall’azione coreografica della Fattoria Vittadini diretta dal coreografo Riccardo Oliver.

In conclusione, è stata una festa per gli occhi e per l’udito; uno spettacolo talmente bello che ci si ripromette di tornare a Venezia per rivederlo e che ci si augura venga presto documentato in DVD.

Andrea Merli

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