MARTINA FRANCA: Le donne vendicate 28 luglio 2017

MARTINA FRANCA: Le donne vendicate 28 luglio 2017

Niccolò Piccinni

Opera buffa di Carlo Goldoni
Revisione critica di Francesco Luisi per gentile concessione della Società dell’Opera Buffa

Maestro concertatore e direttore d’orchestra: FERDINANDO SULLA
Regia: GIORGIO SANGATI

Personaggi e Interpreti:

Conte Bellezza: MANUEL AMATI*
Lindora: CHIARA IAIA
Ferramonte: CARLO SGURA 
Aurelia: BARBARA MASSARO

Attore: MARCO FRAGNELLI

Figuranti:
Roberta Carbotti, Roberta Loparco, Asia Salamone, Tania Vinci

Scene ALBERTO NONNATO
Costumi GIANLUCA SBICCA
Lighting designer GIUSEPPE CALABRÒ

Orchestra ICO della Magna Grecia

Maestro di sala e al cembalo Giorgio D’Alonzo 
Maestro di palcoscenico Simona Fasano 
Assistente alla regia Marco Fragnelli

Scenografia Laboratorio di Scenotecnica del Teatro Sociale di Rovigo
Costumi e attrezzeria Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa Parrucche Mario Audello
Calzature CTC Srl

Nuovo allestimento del Festival della Valle d’Itria in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e *l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino


Martina Franca – Festival della Valle d’Itria, 28.7.17

LE DONNE VENDICATE – Niccolò Piccinni

 

Le donne vendicate, in conclusione, è uno dei tanti titoli che popolavano il mercato dei teatri italiani del pieno Settecento e che, in virtù delle dimensioni contenute e della disponibilità ad essere rimodellato (la stessa che oggi gli permette di venire allestito in una masseria pugliese), seppe entusiasmare le platee di mezz’Europa.”

Citiamo la conclusione all’indispensabile e prezioso saggio firmato da Lorenzo Mattei sul programma di sala della 43esima edizione del Festival della Valle d’Itria. Ventitreesima opera comica del barese Niccolò Piccinni, su libretto di Giuseppe Petrosellini tratto dall’omonima opera buffa di Carlo Goldoni, andò in scena al Teatro Valle di Roma durante il carnevale del 1763. Ora nella revisione critica realizzata da Fabio Luisi ne abbiamo potuto apprezzare la vivacità teatrale e le squisitezze melodiche nel cortile della splendida Masseria Palesi, a pochi chilometri dal centro di Martina Franca.

Continua così la fortunata “decentrazione” delle opere comiche – l’anno scorso fu il turno del paisiellano Don Chisciotte – nelle masserie, stupende opere architettoniche, distribuite sul territorio della splendida Valle d’Itria. Incentivo turistico-musicale che ha riscosso un crescente interesse. Anche in questo caso si è registrato un “pienone” che fa ben sperare in prossime avventure musicali sotto il cielo stellato ed in ambienti autenticamente bucolici.

L’opera, che prende lo spunto dall’offese che le donne, la frivola Lindora e la romanziera, Aurelia, ritengono di aver subito dal vanesio Conte Bellezza, donnaiolo e narciso come il nome suggerisce. All’azione si unisce in un ruolo assimilabile al “miles gloriosus” lo zio delle due fanciulle che si propone come difensore, ma è un pusillanime e fugge di fronte alle minacce del Conte che, poi viene affrontato dalla più audace Aurelia e poi finisce con l’innamorarsi della più affine Lindora che, si scopre, ha operato da femminista ante litteram solo per accappararselo per prima.

L’azione si svolge tra “camera” e “giardino” grazie a due elementi scenici che rappresentano una siepe ed aprendosi dei balconi illuminati, poco l’indispensabile atrezzo e l’interno stesso della Masseria, che fa da sfondo ideale alla brillante ed azzeccatisima regia di Giorgio Sangati; le scene le firma Alberto Nonnato, i bei costumi di ambientazione inizio secolo XX, ai tempi delle prime proteste delle “suffragette”, azzeccatisismi di Gianluca Sbicca e il bel disegno di luci creato da Giuseppe Calabrò. Spettacolo che scorre snello grazie anche alla divertente e divertita partecipazione di cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, la vocalmente ineccepibile e squista interprete Chiara Iaia, che ha anche il pregio di essere assai avvenente per la parte della volubile Lindora ed il baritono Carlo Sgura, nei panni del comico Ferramnte zio dai pruriti erotici reso con baldanza e comicità. Dall’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino proviene il tenore Manuel Amati, già apprezzato in precedenti sue prove, che dalla quasi imberbe età dei sui ventun’anni dimostra talento scenico innato ed una vocalità da seguire con attenzione che potrà trovare spazio nel repertorio lirico leggero. Una bella rivelazione. Chi non è più una sorpresa, almeno per l’impiccione, è il soprano Barbara Massaro, assai giovane pure lei con le sue 23 primavere e dotata di spiccate doti vocali ed attoriali, apprezzate sia nel ruolo di Despina nel Così fan tutte proposto dal circuito lombardo che nel fortunatissimo Elisir andato in scena al Teatro Coccia di Novara e di cui si è scritto e parlato in Barcaccia: una “sobrette” nella più alta concezione del termine, strepitosa come interprete per la verve e musicalmente perfetta. Anche lei da non perdere di vista.

L’azione si è estesa anche “fuori” dell’opera grazie all’azione di quattro fanciulle figuranti e, soprattutto, dello spiritoso attore Marco Fragnelli, nei panni sia di uno svanito servitore che svenevolmente faceva le veci della donna nella scena esilarante tra le braccia del Conte Bellezza, che in quello di un minaccioso agente dotato pure di manganello che tentava di impedire il volantinaggio delle femministe e lo scattare di selfies degli spettatori.

Infine lodevole la direzione del pur giovane Maestro Ferdinando Sulla, che abbiamo apprezzato nella compagnia di VoceAll’opera e che qui, ancora una volta, ha dimostrato di possedere polso e preparazione nel sostenere e non perdere d’occhio, seppur rivolto di spalle, i cantanti dando coesione e all’insieme con la necessaria vitalità e anche con evidente passione. Vedere giovani talenti emergenti è sempre una grande consolazione. Così ha reagito il pubblico che non si è stancato di applaudire con insistite e ripetute chiamate nonostante l’ora tarda.

Andrea Merli

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