Broni 13 febbraio 2016 IL BARBIERE DI SIVIGLIA – Gioacchino Rossini
InCanto in Musica
Stagione lirica 2015-2016
Il Barbiere di Siviglia
opera buffa in due atti
libretto di Cesare Sterbini
musica di Gioacchino Rossini
Direttore: Gianluca Fasano
Regia: Nadia Matteucci
Personaggi e Interpreti:
- Rosina: Adriana Alexeeva
- Figaro: Daniele Caputo
- Conte di Almaviva: Carlo Giacchetta
- Don Bartolo: Giancarlo Tosi
- Don Basilio: Michele Filanti
- Berta: Eleonora Boaretto
- Fiorello/Ufficiale: Enrico Gaudino
Orchestra InCanto in Musica
Corale Franco Vittadini e studenti del Liceo Musicale Adelaide Cairoli di Pavia
Maestro del coro: Filippo Dadone
Costumi: Sartoria Bianchi
Cito dal sito web una nota di presentazione della valorosa Associazione Croma 2000 Libertas, che al Teatro Carbonetti di Broni, nell’Oltre Po pavese, in anteprima rispetto alla recita che si terrà nella loro sede ufficiale del Teatro Don Bosco di Pavia il prossimo 21 febbraio, ha riproposto una fortunata edizione del rossiniano Barbiere di Siviglia:
“E’ una rassegna lirico-concertistica che va in scena al Teatro don Bosco di Pavia interamente organizzata e prodotta dall’Associazione Croma 2000 Libertas, sotto la direzione artistica di Malva Bogliotti e con la regia di Nadia Matteucci
La stagione, è il frutto di una lunga esperienza maturata da Croma 2000 Libertas nel campo dell’organizzazione di spettacoli teatrali. In soli cinque anni dal suo debutto “In Canto in Musica” ha prodotto : 18 opere liriche e otto concerti. Gli spettacoli, completi di solisti, coro, orchestra, costumi, si caratterizzano per il tipo di allestimento : un insieme di tradizione e contemporaneità ottenuto grazie ad una ricostruzione scenica fedele allo stile dell’epoca delle opere proposte ed alla sostituzione dei fondali dipinti con immagini e filmati in movimento che consentono allo spettatore di calarsi immediatamente nelle vicende narrate, senza dover necessariamente conoscere la trama o le parole.
Attraverso questa forma originale di allestimento “inCanto in Musica” è riuscita ad avvicinare all’opera lirica un pubblico eterogeneo per età e formazione culturale.”
Impiccionescamente non si poteva mancare. E per più ragioni: la prima è perché si deve sostenere, incentivare e lodare ogni iniziativa destinata a diffondere l’opera, senza se e senza ma e soprattutto… senza cospicue sovvenzioni, nel territorio. L’operato di “InCanto Musica”, rivolto ad un pubblico spesso escluso dai grandi circuiti, per motivi geografici e logistici, oltre che economici, come quello di altre Associazioni simili che operano con pervicacia e controvento su tutto il territorio nazionale, e sono parecchie, non ha realmente prezzo: si lavora con passione, con entusiasmo, per il piacere di fare e diffondere una tradizione che si sente nostra, che ci appartiene e che non vogliamo né possiamo far languire o peggio, morire.
Se chi ci (mal)governa la capisse una buona volta, torneremmo di nuovo ad essere, a livello mondiale il “faro della cultura” che la nostra natura, le nostre radici, hanno costruito nel tempo. Non suoni retorico questo cappello e il primo grazie, e di cuore, va rivolto alla giovane organizzatrice e direttrice artistica Malva Bogliotti ed alla regista Nadia Matteucci, allieva e braccio destro per anni di Beppe De Tomasi che va considerato, oltre al grande uomo di teatro che è stato, il Maestro e mentore di tanti giovani registi italiani, consapevoli e difensori ad oltranza della nostra tradizione operistica e teatrale.
Infine, e poi concludo con i complimenti, sono rimasto ammirato dalla organizzazione del Teatro Carbonetti, ricostruito con gusto moderno in sostituzione di un edificio obsoleto, che propone un programma davvero succoso ai propri concittadini. Una ventina di appuntamenti che coprono dal balletto “Live” dal londinese Covent Garden, alla prosa con L’avaro di Moliere interpretato da Lello Arena, dalla canzone melodica dell’Eiar nell’interpretazione delle Sorelle Marinetti, all’operetta Cin Ci Là con la compagnia Brachetti di Reggio Emilia, alla commedia 3 Donne in cerca di Guai con Clorinne Clery, Barbara Bouchet ed Iva Zanicchi, senza dimenticare gli spettacoli di Fiorello, Raul Cremona, ed un lungo eccetera.
Il barbiere di Siviglia viene proposto con un’orchestra ridotta a venti elementi ed un coro formato da una quindicina di coristi, tutti più che sufficienti anche in considerazione delle dimensioni del teatro che pur piccolissimo non è. L’orchestra “InCanto” è diretta con sicurezza dal Maestro Gianluca Fasano; la “Corale Franco Vittadini” è integrata dagli studenti del Liceo Musicale Adelaide Cairoli di Pavia, Maestro del coro Filippo Dadone che li tiene tutti in riga musicalmente. Le scene dipinte hanno un loro fascino naive e sono, sostanzialmente, delle quinte con porte praticabili, adatte al facile spostamento con poca spesa e, comunque, molto funzionali. Idem l’attrezzo, che sa tanto di esser preso in prestito dalla casa del singolo, ma che proprio perciò assume una doppia valenza. Nadia Matteucci è responsabile della regia che, senza impennate “alla tedesca” e tenendo conto della situazione contingente, segue semplicemente, ed oggi è quasi da gridare al miracolo, le indicazioni del libretto. Non mancano i dettagli comici che mandano in sollucchero il pubblico: Don Bartolo che si siede sul tamburo del ricamo di Rosina nel bel mezzo della sua aria gratificandoci di un … acuto fuori ordinanza, Berta che si rincuora alzando il gomito e trangugiando un cordiale da una misteriosa borraccetta nascosta nel decolté, sono solo due dei tanti assaggi di comicità, sempre contenuta nel gusto e nello stile dell’opera.
Infine, veniamo al cast: intelligentemente e con perspicacia la direttrice Bogliotti affianca giovani talenti ad artisti navigati e veterani. Tra i secondi vanno annoverati l’Almaviva di Carlo Giacchetta, che del ruolo ne ha fatto un suo cavallo di battaglia e che già si è avuto modo di apprezzare per l’indiscutibile vitalità vocale e scenica nella versione proposta da Gianmaria Aliverta, all’aperto nella cascina della Contessa Morosini in piena estate. Impagabile la sua versione “alla Renato Zero” del finto curiale Don Alonso. Il Don Basilio di Michele Filanti, imponente nella figura allampanata e tonitruante nella voce oscura e cavernosa, saporitissimo pure lui con gli occhiali da sole da ipovedente, ma che in realtà ci vede e benissimo. Infine il caro amico Giancarlo Tosi, ritrovato in forma strepitosa per comicità e per partecipazione scenica, che di Don Bartolo ne ha fatto la caricatura del medico “barbogio” e di tutti i tutori possibili ed immaginabili.
E … largo ai giovani! In primis la deliziosa Rosina del promettente mezzosoprano Arina Alexeeva, che ritroveremo nel cirduito Lombardo essendo tra le finaliste del concorso As.Li.Co. Voce interessante per colore ed estensione, presenza accattivante: una bella promessa. Poi il protagonista, bello e baldanzoso, il baritono Daniele Caputo, dotato di voce straordinaria per timbro e potenza, che in scena la fa giustamente da factotum e da padrone e che una volta che avrà “macinato” un po’ di recite dal debutto del ruolo “monstre” farà sicuramente parlare di sé. Citato doverosamente il sonoro Fiorello e quindi ufficiale di Enrico Gaudino, si dica infine, del tenero “pulcino” della serata.
E qui faccio fatica non commuovermi, come del resto il papà Danilo che poteva nascondere la lacrimuccia da dietro la telecamera, su in galleria e, comprensibilmente, la mamma Susanna, seduta in platea tra la sorellina (si fa per dire, ormai è una signorina a tutti gli effetti) Elisabetta ed il fidanzato Riccardo. Mi riferisco alla debuttante in assoluto, alla 19enne Eleonora Boaretto, freschissima e tenerissima Berta. Si è avuto il buon gusto di non invecchiarla, e quindi nell’intonare “e vecchietta disperata…” ci veniva, tra le lacrime di gioia, da ridere: lei, un fior di fanciulla, bella come il sole! E, si badi, dotata di una voce non trascurabile, in fase di formazione evidentemente, ma già musicalmente inquadratissima, e leggera e carezzevole come una piuma, con tanto di variazione nell’aria e nota tenuta alla fine. Ben presente nei concertato finale primo e apprezzabilissima nel vaudeville finale. Non dico altro perché, a questo punto, parla l’affetto di “zio”. Ma concludo dicendo che son stato felice di assistere al suo bel debutto.
Successo caloroso per tutti, con ripetute chiamate da parte di un pubblico se non oceanico, che ha rinunciato però ad assistere da casa davanti alla TV alla finale di Sanremo. Ed anche questo mi pare un bel risultato!
Andrea Merli