COMO: DER MESSIAS – Georg Friedrich Haendel, 3 ottobre 2020
DER MESSIAS – Georg Friedrich Haendel
(revisione di Wolfgang Amadeus Mozart 1789)
Direttore d’orchestra e Maestro del Coro Massimo Fiocchi Malaspina
Interpreti:
- Soprano Marigona Qerkezi
- Mezzosoprano Chiara Tirotta
- Tenore Didier Pieri
- Basso Andrea Patucelli
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Teatro Sociale, 3 ottobre 2020
“Nel 2019 stavamo ponendo le basi di quella che sarebbe stata la programmazione 2020/21; avrebbe dovuto inaugurare la stagione Il barbiere di Siviglia, titolo scelto anche per i partecipanti all’ultimo Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici, una produzione che a fine aprile avrebbe dovuto debuttare nel nuovo Teatro di Shanghai […] Oggi, di quella programmazione non resta più nulla.”
Queste le amare parole che la Presidente Fedora Sorrentino del Teatro Sociale di Como AsLiCo, purtroppo assente per malattia, ha consegnato al programma di sala dell’Oratorio, forse il più famoso, di Haendel, Il Messia.
Proposto in condivisione ed in coproduzione con il Circuito OperaLombardia nella versione riorchestrata da Mozart nel 1789.
Del resto, tra le possibili scelte di presentare opere in forma concertante o semiscenica, a soffrirne meno è, ovviamente, la musica vocale che nasce per essere eseguita senza il sostegno di una drammaturgia. Il Messia, la cui prima ebbe luogo a Dublino nel 1742 e che si apre con il capitolo 40 del Libro di Isaia, mette a fuoco uno dei temi fondamentali della composizione, quello della consolazione che “tra le tante necessità contingenti viene riproposto”, ci indica il direttore d’orchestra, Massimo Fiocchi Malspina, dal suo illuminante saggio pubblicato pure sul programma di sala, e “scorre vivo nel Messia che attraverso la musica intessuta da Haendel e ricolorat da Mozart […] splende di luce, trabocca di grazia e incanta con la sua stupefacente bellezza”.
In un teatro in cui si stava rigorosamente distanziati e con la mascherina d’ordinanza, ma che nonostante ciò offriva un aspetto sufficientemente “esaurito”, quanto meno nel compimento dei decreti ministeriali, Der Messias è stato accolto da un successo più che caloroso che ha riconosciuto la splendida esecuzione musicale e a cui ha contribuito, possibilmente, pure la voglia e volontà di riprendere una frequentazione musicale, seppure centellinata e sempre in forse, dipendendo dall’andamento della pandemia.
Ottime le prove sia dell’orchestra I Pomeriggi Musicali, che del Coro OperaLombardia, due realtà che riflettono professionalità e preparazione, una garanzia assoluta. Il Maestro Fiocchi Malaspina, a cui abitualmente è affidata la direzione del coro, si è dimostrato un vero “tuttofare”, non solo nel dirigere e accompagnare i recitativi secchi al cembalo, ma nel preparare sia il coro che i solisti, occupandosi pure della traduzione del testo dal tedesco all’italiano per i sopratitoli, Si è trattato di una lettura avvincente, dove le dinamiche si sono sempre mantenute in perfetta sintonia con le voci e con i tempi, dove i distinti settori dell’orchestra sono stati sempre messi in luce e si sono messe in evidenza le preziose sfumature e ed i colori della partitura.
Del quartetto vocale, giunto ormai ben collaudato dopo le recite a Brescia, Cremona e Pavia, si è apprezzata la sostanziale omogenenità, indispensabile in un’esecuzione in cui l’interazione col coro, distanziato ed in fondo alla scena, è frequente. Le due voci femminili appartengono a Marigona Qerkezi, giovane soprano croato di ormai affermata carriera, specie qui in Italia, dalla voce di lirico pieno e, lei dotata di un’estensione notevole e di agilità fluide, sicuramente sacrificata dalla centralità della parte, che ha comunque eseguito con estrema musicalità, ed a Chiara Tirotta, figlia d’arte e appartenente ad una famiglia di musicisti. La Tirotta ha il privilegio di possedere una voce di mezzosoprano di rara bellezza e vellutata pastosità; il volume non è eccezionale, ma il gusto e l‘eleganza, l’emissione morbida e la proprietà stilistica ne fanno un’esecutrice ideale di questo repertorio. Relativa sorpresa ha destato in molti Didier Pieri, confinato finora a parti di fianco che, seppure eseguite con facilità e scioltezza, non hanno messo in rilievo le sue grandi potenzialità. Personalmente, avendolo ascoltato al suo debutto quale Don Ottavio nel Don Giovanni a Reggio Calabria due anni fa, non avevo il benché minimo dubbio sulla sua aderenza stilistico musicale e sulla bella proiezione del suono che corre timbrato e, come si dice in gergo, sempre “in avanti”. Quella di Andrea Patucelli, pure lui giovanissimo basso, è una voce che si impone per armonici e per il bel colore autenticamente scuro. Ha risolto con disinvoltura le sue due arie, ricche di coloratura, la seconda addirittura “di furore” per la agitazione ed il tempo musicale.
Andrea Merli