Martina Franca Concerto in memoria di Sergio Segalini
Chiostro di San Domenico, 30 luglio 2018.
Lo scorso 7 giugno, all’età di 73 anni, ci ha lasciato Sergio Segalini. Nato a Castel Arquato nel 1944, sin da piccolo visse in Francia; ha avuto un’importanza determinante nel mondo dell’opera. Direttore della rivista “Opera international”, nella quale mi coinvolse da tempo immemorabile con diverse recensioni, tra le sue molteplici attività di rilievo quella di direttore del Festival della Valle D’Itria dal 1994 al 2009, per sedici anni, succedendo alla direzione di Rodolfo Celletti. La mia frequentazione del Festival iniziò così, anche perché mi diede l’incarico di stendere le mie prime note per il programma del Festival, in occasione dell’indimenticate recite de La grande Duchesse de Gerolstein, con protagonista l’indimenticata Lucia Valentini Terrani.
Fu così che anch’io rientrai nel novero dei suoi “bambini”: così chiamava i collaboratori e, soprattuto, i giovani artisti (cantanti, direttori, registi, ecc.) alcuni transitati prima all’Accademia di canto di Osimo da lui diretta, che debuttando a Martina Franca intrapresero poi una proficua carriera. Era sua abitudine tirarci affettuosamente le orecchie, un gesto che sebbene ai tempi cercassi di rifuggire, ora rimpiango. E non ci risparmiava certo rimproveri: personalmente conservo una sua lettera in cui – col senno di poi, giustamente – si mostrava dispiaciuto per una recensione troppo severa, proprio lui che come critico musicale non le mandava certo a dire! Ma Sergio era fatto così e del resto le forti e grandi personalità hanno quasi sempre un carattere… difficile!
E dunque con grande emozione mi sono accinto, il 30 luglio scorso nel pomeriggio, ad assistere al Concerto in sua memoria che sei tra i suoi più affezionati “bambini” hanno voluto dedicare spontaneamente ai margini della programmazione del Festival, dove per altro a Segalini è stata dedicata in Duomo ed ufficialmente la Messa giovanile di Rossini, diretta dal M° Sulla. Il chiostro di San Domenico, raccolto e defilato dalle più popolate vie di Martina, ha offerto la cornice ideale, anche per la fortunata acustica e la relativa vicinanza tra pubblico e interpreti, questi più volte con l’occhio lucido, che ci hanno fatto condividere una forte emozione, mediata dalla musica e dal canto.
Seduto al pianoforte, preciso ed attento alle esigenze vocali, il bravissimo Maestro Ettore Papadia ha accompagnato i dodici brani in cui si sono alternati il soprano Sara Allegretta, che ha cantato due canzonette di Rossini, il baritono Domenico Colaianni, prodottosi prima con una pagina di Paisiello e quindi in un brano di Donizetti, il soprano Marialaura Martorana, che ha cantato un’aria da I giochi di grigento di Paisiello ed un’altra da Achille in Sciro di Sarro, il mezzosoprano Eufemia Tufano, visibilmente in lacrime, che ha ricordato come Segalini l’avesse chiamata all’ultimo istante per una sostituzione nel Werther, eseguito in italiano nella versione Battistini, che ha cantato appunto “Laisse couler mes larmes” ed una pagina da Les Troyens di Berlioz, il soprano Jano Tamar che ha ripetuto il suo grande successo ne Le Trouvere in francese, ripetendo “Brise d’amour fidèle” (cioè “D’amor sull’ali rosee”) e la sortita di Lady Macbeth, riscuotendo un’accoglienza calorosissima e, buona ultima, la “creatura” che Sergio si vantava particolarmente di aver lanciato, Patrizia Ciofi, che ha eseguito da par suo un’aria da Robert le diable di Meyerbeer e con struggente intensità “Oh! Quante volte o quante” da I Capuleti e Montecchi di Bellini. A lei, in compagnia di tutti i colleghi, è spettato il compito di pronunciare brevi parole per rivolgere l’estremo saluto a Sergio che, sicuramente, da lassù ha molto apprezzato e ne sarà particolarmente orgoglioso.
Andrea Merli