DRESDA: Roméo et Juliette – Charles Gounod, 16 maggio 2025

DRESDA: Roméo et Juliette – Charles Gounod, 16 maggio 2025

ROMÉO ET JULIETTE

Charles Gounod


Direttore Robert Jindra
Regia Barbara Wysocka

Personaggi e Interpreti:

  • Juliette Tuuli Takala
  • Gertrude Michal Doron
  • Tybalt Brian Michael Moore
  • Pâris Gerrit Illenberger
  • Capulet Oleksandr Pushniak
  • Grégorio Anton Beliaev
  • Roméo Kang Wang
  • Stéphano Valerie Eickhoff
  • Benvolio Jongwoo Hong
  • Mercutio Danylo Matviienko
  • Frère Laurent Georg Zeppenfeld
  • Le Duc de Vérone Tilmann Rönnebeck
  • Frère Jean Wojciech Tabiś

Scene Design Barbara Hanicka
Costumi Design Julia Kornacka
Luci Design Fabio Antoci
Video Barbara Wysocka
direttore del coro Jan Hoffmann
Drammaturgia Benedikt Stampfli

Semperoper, 16 maggio 2025


photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

 La visita a Dresda comporta sempre una sorta di maratona musicale, talmente è ricca l’offerta cittadina a metà maggio, pure comprensiva di un vero e proprio festival di Jazz Dixieland con musica dal vivo per le vie cittadine nell’arco di tutta la giornata.

photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

Nel corso di un intenso fine settimana si è potuto assistere, oltre a svariati concerti che hanno visto impegnata la celeberrima Staatskapelle in concerto dedicato a Schostakovisch e Brukner alla Semperoper, la NHK Symphony orchestra di Tokio per Haydin e Mahler sotto la bacchetta di Fabio Luisi al Kulkturpalast, dando il via ufficialmente al Festival di musica, a Motetti di Bach nella maestosa Fraunkirche, alla quarta recita di una nuova produzione di Roméo et Juliette alla Semperoper la sera del 16 maggio.

photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

Lo spettacolo è stato accolto con un franco successo, anzi con entusiasmo, dal folto pubblico che assiepava la grande sala. Si tratta di una produzione che punta sull’atemporalità della celebre tragedia, citando spesso sullo sfondo frasi proiettate in inglese tratte da Shakespeare. Di Verona nessuna traccia, ben inteso: la scena, imponente in una sorta di rievocazione dell’architettura del Ventennio e di alcuni palazzi dell’EUR a Roma, la firma Barbara Hanika, i costumi – se tali si possono dire gli abiti senza stile più o meno contemporanei, ivi compresa un’improbabile e corta camicia da notte per Giulietta – si devono a Julia Kornaka, le luci, scarse e spesso di taglio, le amministra Fabio Antoci, i video sono opera di Barbara Wysocka a cui si deve pure la regia, sostanzialmente noiosa, prevedibile e senza particolari guizzi, se per tale non si debba interpretare uno Stefano che orina, abassando la cerniera del pantalone, in un angolo durante la sua ballata, così e giusto per esorcizare la femminilità del ruolo in travesti.

photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

Musicalmente la Staatskapelle, formazione superiore ad ogni possibile lode, come si è potuto apprezzare con altro direttore e in altro repertorio la sera appresso, specie nella Settima di Bruckner, va spedita, praticamente da sola per la sua strada, e dunque richiederebbe un direttore capace d’imporre una propria precisa, stilisticamente appropriata, linea di lettura. Il pur volenteroso Maestro Robert Jindra, festeggiatissimo, ha portato a casa la serata, come si dice in gergo, cercando, quantomeno, di tenere in squadra il tutto. Un cast scalpitante e giovanile, molto affiatato, in cui si son fatti notare per le voci robuste e ben emesse, più che per aderenza stilistica, l’ottimo baritono Danylo Matviienko, aitante Mercuzio, il Tybald del tenore Brian Michael Moore, il basso Oleksandr Pushniniak, Capuleto e, della lunga lista, il Frate Lorenzo di Georg Zeppenfeld, basso che si è precedentemente apprezzato nel repertorio wagneriano, in cui evidentemente tutti questi interpreti si muovono a loro agio.

photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

Menzionata la partecipe e ben cantata Gertrude del mezzosoprano Michal Dorom, e soprattutto lo Stefano assai applaudito dopo la ballatella che apre il terzo atto, del mezzosoprano Valerie Eickhoff, voce gradevole, ben emessa, e la migliore – a detta dei colleghi francofoni presenti – per dizione e pronucia, rimane la coppia del titolo.

Interessante per colore, voce e buona tecnica il tenore Kang Wang, un Roméo che ha convinto sia scenicamente che per la accuratezza nell’esposizione della frase e dell’accento. Rimane la curiosità di riscoltarlo in altro repertorio, per esempio nell’opera italiana.

photo©Semeroper Dresden-Sebastian Hoppe

Il soprano Tuuli Takala, essenzialmente lirico, ha fornito una prova in crescendo, partendo da un valzer “Je veux vivre” non troppo brillante, emergendo nei duetti e concludendo con una coinvolgente aria “del veleno”, sebbene vi giungesse un po’ affaticata. Messa in difficoltà dalla regia per le posizioni da assumere, vestita con una camicia cortissima, che poverina cercava di tirare ad aggiustare continuamente cercando di coprirsi, per ben tutti e due gli ultimi atti, cioè tutta la seconda parte della serata, dovendo pure fingere la pantomima (un sogno o piuttosto incubo ispirato dal veleno?!) fingendosi incinta, va  comunque lodata per la generosa partecipazione.

Andrea Merli

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