BARCELLONA: Giulio Cesare – Georg Friedrich Händel, 25 maggio 2025

BARCELLONA: Giulio Cesare – Georg Friedrich Händel, 25 maggio 2025

GIULIO CESARE

Georg Friedrich Händel


Direttore William Christie

Regia Calixto Bieito

 

Personaggi e Interpreti:

  • Giulio Cesare Xavier Sabata
  • Curio Jan Antem
  • Cornelia Teresa Iervolino
  • Sesto Helen Charlston
  • Cleopatra Julie Fuchs
  • Tolomeo Cameron Shahbazi
  • Achilla José Antonio López
  • Nireno Alberto Miguélez Rouco

Scene Rebecca Ringst
Costumi Ingo Krügler
Luci Michele Bauer
Video Sara Derendinger
Drammaturgia Bettina Auer

Produzione Gran Teatre del Liceu e Opera Nazionale Olandese
Orchestra Sinfonica del Gran Teatre del Liceu
Assistenza alla direzione musicale Emmanuel Resche-Caserta e Florian Carré

 

 

Gran Teatre del Liceu, 25 maggio 2025


 Dal debutto nell’ormai lontano 27 dicembre del 1964, torna per la quinta volta al Liceu Giulio Cesare di Häendel in uno spettacolo coprodotto con la Dutch National Opera di Amsterdam dove è già andato in scena nel 2023. Lo firma Calixto Bieito, ma la ripresa è opera della sua assistente Astrid van den Akker, poiché il 61enne regista di Miranda de Ebro non si è fatto vivo nemmeno per la “prima” a raccogliere gli applausi alla ribalta finale.

photo©Monika Rittershaus

Ormai lontani dai tempi della “provocazione”, del famigerato Un ballo in maschera di venti anni fa rimane solo la testimonianza dei “cessi”, allora ad apertura d’opera e luogo d’incontro dei congiurati, ora in versione “orientale” e cioè di presunto oro massiccio, a simboleggiare i troni su cui regneranno Cesare e Cleopatra, come ben si conviene agli odierni neomiliardari emiri arabi. Un’autocitazione che si rivela, fantozzianamente come la Corazzata Potëmkim, la trovata esilarante dell’intera serata, laddove lo spettacolo pecca di nulla originalità – l’esaurirsi delle idee è patente – e di ancor più scarsa aderenza con lo svolgersi dell’azione; tralasciando proditoriamente ogni riferimento storico e pure una connotazione che giovi a riconoscere i romani dagli egizi – per definire costumi gli abiti di Ingo Kruegler ci vuole molta immaginazione – con alcuni guizzi che ci riportano alla “firma” originale: per esempio la simulata fellatio a cui è obbligata Cornelia da Achilla. Il tutto immerso in un’apparentemente semplice, macchinosa e sicuramente dispendiosa, scatola scenica di Rebecca Ringst, che gira e s’innalza costringendo i solisti, opportunamente incatenati, a posizioni da vertigine, senza una giustificazione apparente. Le video proiezioni sono di Sarah Derendinger, le luci le amministra Michael Bauer; non può mancare in una moderna produzione la figura del “drammaturgo”, qui Bettina Auer. Ciò detto, ai fautori dello spettacolo non è piombato nemmeno un isolato “buh”, a significare che ormai – parafrasando Magda ne La rondine pucciniana – “l’anormale è la regola” non fa né scandalo né notizia.

photo©Monika Rittershaus

Franco successo per la parte musicale, soprattutto per la direzione di William Christe, specialista dove ve en siano, a capo dell’Orchestra del Liceu integrata da alcuni solisti con strumenti “originali”, una mescolanza che ha dato, nonostante qualche disparità di suono specie tra i fiati, degli ottimi risultati. I tempi che stacca Christie a tratti possono sembrare se non slentati cero larghi, ma i colori, lo stile, la musica “barocca” ne esce con tutta la sua vera essenza.

photo©Monika Rittershaus

In scena un gruppo ben affiatato di solisti. Ben tre i controtenori, iniziando dal protagonista, ruolo nelle precedenti edizioni affidato addirittura a un basso (Justino Díaz nel 1982 con a fianco l’eccezionale Cleopatra di Montserrat Caballé) e in  tempi più recenti, cioè nel 2004 alla non meno che eccezionale e compianta Ewa Podles. A Xavier Sabata, che ora affronta la monumentale parte quasi nella sua integralità, il ruolo va un po’ stretto. Lo risolve scenicamente e con un’accettabile musicalità, ma la voce soffre in zona grave, risultando spesso afonoide, ingolata, mentre in acuto non ha mai brillato. Risolve con relativa sufficienza le agilità, ma nel complesso gli manca un peso specifico e l’autorevolezza richiesta dall’imperatore. Il Nireno del controtenore Alberto Miguélez Rouco non possiede speciali qualità timbriche, ma è anche vero che la parte è marginale. Viceversa s’impone, per stile, voce e brillantezza di suono, oltre che per una recitazione assai convincente, il controtenore Cameron Shahbazi, Tolomeo.

photo©Monika Rittershaus

Due i maschi “veri”: il basso Josè Antonio López, ottimo Achilla sia per voce ben emessa che per aderenza stilistica, ed il giovane baritono barcellonese Jan Antem, allievo di Luca Salsi, nella pur secondaria parte di Curio.

photo©Monika Rittershaus

Note positive dalle tre signore impegnate in scena: il Sesto affidato al soprano Helen Charlston, seppure dal timbro asprigno specie in alto, molto ben cantato e disinvolto in scena. La “nostra” Teresa Iervolino, ottima Cornelia per voce, linea di canto ed un’aderenza stilistica esemplare, a cui si somma la penetrazione ideale della parola cantata, con grande consapevolezza interpretativa ed evidente idiomaticità. Infine la seducente e bravissima Cleopatra di Julie Fuchs, cui sono assegnate alcune pagine tra le più belle della magnifica opera, a cui si perdona facilmente una certa inevitabile usura, specie in alto dove la voce tende a “ballare” un po’, per la bravura nelle agilità, dolcezza nell’emissione ed una creazione davvero memorabile della fatale faraona.

Applausi calorosissimi per tutti.

Andrea Merli

Share this Post

Leave a Comment